[39] Che situazione assurda

2.9K 185 28
                                    

Evelyn

Emmet è alle mie spalle. Mi volto per poterlo guardare, cercando di non mostrare la mia faccia scontenta. Sale gli ultimi gradini che dal giardino portano alla veranda, saluta velocemente la mia famiglia, e viene dritto verso di me.

«Oh, dolcezza, che ti è successo?!»

Non mi dà il tempo di reagire, si china su di me stringendomi tra le braccia così forte che il dolore mi trafigge il petto.

«Emmet, piano!» l'avvisa Mike allarmato.

Ma Emmet non mi lascia andare.
«Mi sei mancata così tanto!»

Il dolore è così forte che mi gira la testa e non riesco a respirare.

«Lasciala Emmet!» La voce di papà mi rimbomba nelle orecchie.

Lui mi guarda con attenzione, e vedendo il mio dolore, finalmente sembra capire, «Cosa c'è? Che cos'hai?!»

Cerco di riprendere fiato, ma il dolore me lo impedisce.

«Posso sapere che cosa è successo?» si guarda intorno in attesa che qualcuno gli risponda.

«Ti volevamo avvisare ma...» mio padre cerca di spiegare.

«Lo so, ho immaginato che non volevate farmi preoccupare, mi sono arrivati dei messaggi da amici, chiedendomi di Evelyn e delle sue condizioni, e ho capito che era successo qualcosa, mi sono messo subito in viaggio per il ritorno, non vi ho detto niente per non farvi preoccupare.»

Inizio a respirare regolarmente, cerco gli occhi di Can che sono puntati su Emmet. La sua mandibola e rigida, ma anche se all'apparenza sembra infastidito, non mi sfugge il velo di tristezza che passa nei suoi occhi.

Papà  li indica la sedia libera «Siediti ti spiegheremo tutto»

Emmet mi bacia la fronte e va a sedersi.
Sono così agitata mentre mio padre fra le presentazioni tra lui e Can, che nemmeno mi accorgo di Lory al mio fianco.

«Evy, preferisci andare in camera?»

Non riesco a rispondere, vedo solo Emmet e Can che si stringono la mano.

«Evy mi senti? Meglio se vai a riposare, lasciamoli parlare.» Mi dice piano all'orecchio.

Annuisco, forse è meglio, prima che mi venga un altro attacco di panico.

   Simon mi porta in camera mia lasciandomi sola con Lory. Aspetto che esca prima di parlare.

«Che situazione assurda! Perché Emmet è già rientrato? Come l'ha saputo?»

«La storia è girata piuttosto in fretta tra i nostri amici.»

Ripenso al modo in cui mi ha salutato. Come se niente fosse. «Emmet vuole chiarire le cose tra noi. La prima volta che l'ha detto pensavo volesse finire il discorso per mandarmi al diavolo. La seconda volta mi sembrava quasi disperato, come se volesse trovare una soluzione.»

«Cosa? E tu che intenzioni hai?»

«Gli ho già detto che non voglio tornare con lui...ma da come mi ha salutata non sembra aver capito...» scuoto la testa, «siamo stati assieme due anni. Si merita una spiegazione...»

«Come pensi reagirà sapendo di te e Can?»

Ci penso su. «Forse per ora, è meglio non dirglielo. Penserebbe che il motivo sia a causa sua, e non capirebbe che è il nostro rapporto a non avere futuro.»

Rimaniamo a parlare su cosa dire o cosa non dire, non posso nascondere la mia agitazione.
Non è una cosa che riguarda solo me, ma anche la mia famiglia e nello stato d'animo in cui mi sento adesso è troppo da sopportare.
Volevo un po' più di tempo per riprendermi dall'incidente. Sono stanca, le mie notti sono agitate, nei miei sogni rivivo ogni secondo di quella notte, i fari, il rumore delle ruote sull'asfalto mi perseguitano. Volevo affrontare Emmet dopo aver combattuto le miei paure, ma a quanto pare il momento è arrivato e non mi tirerò indietro.
Bussano alla porta.
Emmet entra con un'espressione dolorosa, a quanto pare ora sa tutta la versione della storia.
Ci guardiamo per qualche secondo entrambi imbarazzati, faccio cenno a Lory di uscire, anche se vorrei che non ci lasciasse soli.
Appena Lory chiude la porta dietro di sé, Emmet si siede pesantemente sul materasso, facendomi sussultare dal dolore.

Io ho voluto te, Tu hai voluto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora