[25] Che ti avevo detto...

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Evelyn

«Hai chiuso la porta a chiave?» chiede Can, con voce profonda.

«Si» mormoro.

Ridacchia. «Bene, perchè mi devi spiegare meglio quei messaggi... a un certo punto mi è sembrato di parlare con due persone diverse.»

Mi schiaffeggio la fronte imbarazzata. «Emh... sì, in realtà anche Lory ha messo del suo. Voleva darmi una mano a suo modo»

«Capisco. Perciò tu non volevi scrivermi quelle cose?»

«Oh no! Cioè, sì che lo volevo. » Sento i suoi passi in sottofondo. «Dove sei?»

«Fuori dal The Sawmill, mi sto allontanando un po'.»

Mi mordo il labbro inferiore. «Perché?»

Qualche istante di silenzio, sento il suo respiro agitato «Perchè così potrai dirmi a voce le cose che mi hai scritto.»

«A... voce? Tu vuoi che te le dica a voce?»

«Proprio così! Voglio sentire la tua voce mentre mi ripeti ogni parola.»

Fisso il telefono terrorizzata, in che guaio mi sono cacciata!

«Sei ancora lì?»

Prendo un gran respiro «Sì... è solo che... io...» "E adesso che cavolo dico? Ho il cervello in fiamme. Sono così agitata che non so nemmeno da dove cominciare"

«Non fai più la spavalda, eh? Ma per stasera non voglio più essere interrotto, finirai il gioco che hai iniziato!»

"Oh signore!"

«Non fare la timida con me... hai detto che hai già fantasticato sulle mie mani. Fammi sentire come.» la sua voce è profonda e roca. «Dimmi cosa vuoi»

Mi copro gli occhi. Sono eccitata e imbarazzata al tempo stesso. «Volevo sentire ancora la tua mano...»

«Continua... » mi incoraggia. «Dove la vuoi sentire?»

Deglutisco «Tra... le mie gambe. Il modo in cui mi hai toccato...» sfrego le cosce sentendo un fuoco. «...mi hai fatto impazzire.»

«Vuoi che lo faccio ancora?»

«Sì!»

Fa un ringhio basso. Piccola pausa di silenzio «Qui, al telefono?»

"Oh, si, sì, sì, sì!" «Sì!»

«Allora dovrai fare tutto quello che ti dirò senza protestare»

«Va bene.»

Lo sento sorridere «Per prima cosa chiudi gli occhi, piccola...» breve pausa. «L'hai fatto?»

«Sì!»

«Brava. Tienili sempre chiusi. Concentrati sulla mia voce» Qualche altro secondo di silenzio «Porta le dita sulle tue labbra. Sfiorarle, come se fosse la mia bocca a farlo»

Lo faccio e mi sorprende quanto mi faccia fremere solo questo piccolo gesto.

«Ora lecca la punta, muovi la tua morbida lingua attorno al dito...»

Ubbidisco

«...Ora leccalo più a fondo. Leccalo come se fossi io, delicatamente dentro e fuori» Inspira a fondo.

Mi lascio trasportare dalla sua voce, leccando il dito come se fosse veramente una parte di lui.

«Ora fai scorre le dita sul mento, accarezza il collo, scendi fino a toccarti il seno... Sposta il reggiseno e accarezza il capezzolo. Ora pizzicalo come se fossero i miei denti a farlo»

Io ho voluto te, Tu hai voluto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora