Can
«Non volevo farla spaventare. Non so che mi sia preso... quando l'ho afferrata in quel modo...» Alex è abbastanza sconvolto mentre butta giù la terza birra di fila.
«Perché ti sei innervosito così?»
Alza le spalle. «L'ho vista ballare con quel tipo e gli ho chiesto se ci fosse qualcosa tra loro... Ma anche se fosse, cosa mi dovrebbe importare?!» Si tiene la testa con le mani, «Lo sapevo che era sbagliato un qualcosa tra noi! Hai visto come mi ha guardato? Aveva paura di me...»
«Ora vuoi ammetterlo che ti sei preso una cotta?»
Mi guarda come se stessi delirando, «Non sai di cosa parli. Io non ho...» sospira rassegnato. «Sì, forse sì. Ma sono un idiota, ho rovinato tutto prima ancora che potessi accorgermene.»
«Devi solo rimediare. Scusati e spiegale che sei una gran testa di cazzo.»
«Lo sa già. E poi Lory non è una che vuole le scuse. Quando mi ha guardato così...» sospira «.. ho capito di averla persa.»
«Dovrai inventarti qualcosa,» Guardo l'orologio. Le 4:15. «Ora andiamo, sono stanco e voglio andare a letto...» Evy mi ha scritto che mi avrebbe avvisato appena rientrava a casa così da poterla raggiungerla nella dependance, ma ancora non ho ricevuto nulla e mi sto preoccupando.
«L'ultima birra e andiamo.» continua Alex.
«No, basta. Per oggi hai bevuto abbastanza. Ti accompagno a casa con la mia auto.» Gli tasto le tasche cercando le chiavi della sua, «queste le prendo io. Domani verrai a ritirarla.»
Alex apre la bocca per protestare, ma la suoneria del telefono lo interrompe. Prende il cellulare dalla tasca dei jeans. «Chi diavolo è a quest'ora...?» cambia subito espressione guardando lo schermo. La preoccupazione spuntata sul suo volto mi fa mancare un battito. «Papà...?»
Rimane in ascolto, spalanca gli occhi non appena la voce del padre gli comunica il motivo della chiamata. «Ma come ... Evelyn?! Come sta?!»
Le gambe mi cedono per un istante, il suo nome mi rimbomba nella testa. Appena mi riprendo, mi fiondo subito fuori dal bar seguito da Alex che continua a parlare al telefono.
«Dov'è adesso? A casa? Come è arrivata. È ferita? Sicuri? Avete chiamato l'ambulanza? La polizia? Bene!»
Entro nell'auto di Alex, avendo ancora le sue chiavi in mano. L'accendo e parto senza nemmeno aspettare che Alex abbia chiuso la portiera.
«Ma lei è cosciente? Sta bene?» Cerco di seguire la conversazione mentre sfreccio verso la strada di casa. «Grazie a Dio! Io e Can stiamo arrivando. Hai chiamato gli altri? Allora, io chiamo Simon tu pensa a Michael. Stiamo facendo il più veloce possibile.»
«Che diavolo è successo?!» Chiedo appena chiude la chiamata col padre.
«Evy...» guarda lo schermo del cellulare scorrendo la rubrica. «Ha avuto un incidente...»
Mi sento morire dentro. «Come sta...?» Alex non mi risponde concentrato sul telefono. «Come sta!» grido.
«Papà ha detto che sta bene. È scossa, ma non sembra aver subito danni fisici. L'ha trovata a casa... Merda! Simon ha il telefono spento.» cerca un altro numero.
Spingo il pedale dell'acceleratore a limite. In lontananza, davanti a noi, vedo le luci lampeggianti della polizia, li raggiungo e li sorpasso.
«Mariel. Sono Alex. Passami Simon è un'emergenza. No, no stai tranquilla. Ma vorrei parlare con lui. Per favore, passamelo.»
Qualche secondo di attesa «Simon! Evelyn ha avuto un incidente...» pausa di ascolto. «Non lo so...no. Ora è a casa. Non lo so di preciso. Papà era piuttosto agitato al telefono. Sì, stiamo andando sono con Can. Sì, l'hanno chiamata. Noi abbiamo biamo appena passato la macchina della polizia, non lo so se è già arrivata l'ambulanza!» altra pausa di ascolto. «Si. Va bene, a tra poco.»
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Io ho voluto te, Tu hai voluto me
Fanfiction🔞 1°libro La ventisettenne Evelyn Cooper, veterinaria nel ranch di famiglia, pensa che niente possa sconvolgerla, tranne una proposta di matrimonio e il ritorno di un amico di famiglia. Can Yaman, soldato delle forze speciali Seal, ritorna a...