[8] Unite siamo più forti!

3.1K 198 43
                                    

Evelyn

«E tu che hai fatto?» Tory si asciuga le lacrime dalle risate.

Lory si stringe nelle spalle «Niente. Che avrei dovuto fare? Ormai, non potevo più metterlo apposto, sono andata dritta in cassa.»

«Oddio, immagino la faccia del tipo.» Mariel fa una risata fragorosa.

«E questa è una delle tante figure di Lory. La cosa bella è che lei ne esce sempre a testa alta.»

«Mai far vedere imbarazzo. Mai!»

«Sei una sagoma.» Mariel mangia un boccone di pasta. «Dovrei imparare da te.»

Ognuna di noi, racconta la figuraccia più imbarazzante che ci sia capitata. Ridiamo a crepapelle. Mi piace stare in loro compagnia, non avendo sorelle, mi è sempre mancata una figura femminile per confidarmi, per scambiarci vestiti e anche per litigare. Non è certo facile discutere con dei maschi. Da quando le ho conosciute, siamo andate subito d'accordo. Sarà, perché, caso vuole, anche loro sono tutte figlie uniche e come me, hanno desiderato una sorella.

Mariel ci paragona alle protagoniste di Sax and the city. Ovviamente, il ruolo di Samantha va a Lory, la più perversa tra le quattro. Invece quello di Charlotte è per Mariel, in effetti, lei è molto dolce e crede fortemente nel vero amore. Tory, senz'altro, è una donna in carriera come Miranda, tenace e intelligente. Dopo una lunga discussione, io non ho nessun ruolo delle protagoniste. Non sono chic come Carrie, perché preferisco gli stivali al posto dei tacchi e indosso eleganti vestiti solo in occasioni particolari. Non ho gli stessi ideali di Charlotte sull'amore, perciò, sono un po' Samantha e un po' Miranda. Sono Samaranda.
A metà cena, Mariel chiama a casa per sentire come va con i gemelli. Non riesce mai a staccarsi del tutto da loro. Chiede di Simon, la sua faccia cupa mi preoccupa.

«Tutto bene?» chiedo.

«Si, è solo che... ho lasciato due messaggi in segreteria a Simon dicendogli di chiamarmi appena fosse stato libero... ma, il suo cellulare è ancora spento».

Le accarezzo il braccio per consolarla. Posso solo immaginare cosa stia pensando in questo momento, ma potrei mettere la mano sul fuoco che Simon non la tradirebbe mai. Ama troppo Mariel e i bambini. Se si fosse trattato di Alex, bè, mi sarei preoccupata eccome.

«Si sarà scaricata la batteria. Vedrai che chiamerà presto.»

Mariel annuisce facendomi un sorriso forzato.
La prendo per mano «Dai, andiamo a ballare.»

Trascino Mariel nella pista da ballo e iniziamo a muoverci seguendo la musica. Dopo qualche giravolta, mi supplica di fermarci perché le gira la testa. Appena il malore è passato, ritenta di chiamare Simon.

«Niente, è ancora spento.» butta il cellulare sul tavolo.

«Facciamo così... chiamo Mike e gli chiedo se per caso l'ha sentito.» Tory fruga nella borsa in cerca del cellulare.
Mariel si tormenta il labbro dal nervoso.
Stiamo tutte in attesa mentre Tory invia la chiamata. La sua faccia non dice niente di buono.

«Ha il telefono spento anche lui.»

«Ragazze, non significa che vi stiano cornificando!»

Mie cognate guardano Lory a bocca aperta.
Mariel sembra voler scoppiare in lacrime da un momento all'altro, mentre a Tory gli esce il fumo dalle orecchie per la rabbia.

«È da tutta la settimana che Simon fa tardi e ha sempre il telefono spento,» esplode Mariel «quando gli ho chiesto spiegazioni, sta sul vago, mi dice di non preoccuparmi. Ma come faccio a non preoccuparmi?!» Un lacrimone le scivola sulla guancia. «Sono sicura che si vede con qualcun'altra.» soffoca dei singhiozzi.

Io ho voluto te, Tu hai voluto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora