[56] Una speranza

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Can
  Sono passati tre giorni dalla scomparsa di Evy. Tre giorni di sofferenza e paura. Abbiamo coinvolto l'intera città per la sua scomparsa, ma fino ad ora nessuno è riuscito a darci notizie. Il ranger Wilson ha due ipotesi: sequestro di persona a scopo di estorsione o traffico di essere umani. È convinto di essere sulla buona strada, seguendo una banda che bazzica nei pressi della città, che è già stata segnalata per questi reati. Si è dimostrato testardo come un mulo, rifiutandosi di ascoltare i miei ragionamenti che gli suggerivano di non concentrarsi solo su quell'ipotesi. L'unica cosa che sono riuscito ad ottenere è la presenza dei cani cinofili al ranch e che ogni dipendente venisse interrogato. Murray, con l'immagine del fanalino, è riuscito a risalire a un Dodge nero, vecchio modello, ma nessuno che lavora al ranch ne è il proprietario.

   Mi sento solo, privato della sua presenza. Perfino non vedere la sua espressione imbronciata mi fa male. Mi siedo sul letto di Evy, facendo scivolare lo sguardo nella stanza vuota. Non riesco a controllare la paura che mi lacera dentro, le lacrime mi rigano le guance, sfogando tutta la mia preoccupazione.
"Dove sei amore mio?!"
  
Scendo al piano terra e guardo Simon entrare a testa bassa.
   «La polizia ha scoperto qualcosa?»

   «Purtroppo no...» si lascia cadere pesantemente sul divano. «Era dai tempi dell'assedio di Waco che la città non era scossa da un dramma così doloroso. Ventisei anni di tranquillità, e adesso, è proprio la mia sorellina ad andarci di mezzo.» 

   Si copre gli occhi cercando di scacciare i pensieri che ormai ci logorano da giorni.

   Scosto le tende della finestra e guardo i ranger che caricano i cani sull'auto. «I cani hanno fiutato qualcosa?» Simon scuote la testa. «Erano tutti presenti?»

   «Sì. Non mancava nessuno»

   «Maledizione!»

   Seguo l'auto dei ranger che avanza nel vialetto verso l'uscita dove ci saranno una calca di giornalisti per avere aggiornamenti sulla vicenda.
   I Media sono la parte più pesante. I Cooper si sono rifiutati di lasciare dichiarazioni, ma la loro insistenza non dà tregua. In tutti i canali della tv si parla del rapimento della "Veterinaria di Waco"
   Vedere la sua foto i tutti i tg sembra surreale, non fa altro che ricordare la sua scomparsa, e il dolore di tutti noi.
   Sposto gli occhi verso i genitori di Evy che si abbracciano per confortarsi. Assistere al loro dolore è straziante. Kendall prega in continuazione per la salvezza di Evy. Se la preghiera bastasse a salvarla, sarei il primo a pregare in ginocchio 24 ore no stop, ma ognuno si rifugia nel dolore come meglio crede. E il mio sfogo principale è girare ogni angolo della città o della periferia che Murray mi segnala come possibile indizio. Non so più la differenza tra giorno e notte. Ma che senso ha dormire se sai che il tuo sogno più bello non c'è più?
   La mia attenzione viene catturata da un gruppo di persone non molto lontane dai Cooper che parlano tra loro. Sono operai della Tree House. Una persona in particolare mi incuriosisce, quella che li guarda con interesse e insistenza.

   Prendo subito il cellulare e chiamo Murray.

Risponde al primo squillo «Dimmi Can.»

   «Murray, trovami l'indirizzo di Darrell...»

   «Cognome?»

   «Darrell, fottutocazzone di architetto!» sbotto.

   «Darrell Brown, intendi?» chiede Simon mettendosi al mio fianco.

   «Sì, Darrell Brown... fai alla svelta.» chiudo la chiamata.

   «Perché ti interessa Darrell?»

   «Perché non mi è mai piaciuto.»

   «Non dobbiamo incolpare le persone secondo le tue simpatie.»

Io ho voluto te, Tu hai voluto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora