Mi guardo attorno cercando di orientarmi nel buio. Vedo solo alberi che circondano la casa. Non volendo perdere altro tempo, mi rifugio tra il buio di essi.
Corro a perdifiato, senza voltarmi a guardare. Inciampo diverse volte per colpa del panico, del buio e della caviglia ancora dolorante che non agevola la mia corsa. Rallento, sfinita. Tento di respirare più a fondo, ma il dolore alla gola me lo impedisce. Il buio, e la folta vegetazione non mi fanno notare il vuoto sotto ai miei piedi. Rotolo per qualche metro nel terreno, graffiandomi e sbattendo la gamba contro qualcosa di duro. La mia caduta viene fermata da un tronco, dove sbatto il fianco. Soffoco un grido di dolore. Mi serve qualche secondo per riprendermi dal colpo. Mi allungo verso la gamba dove sento il sangue che inzuppa il tessuto dei jeans. L'adrenalina non mi fa sentire il dolore, ma il sangue non promette niente di buono. Stringo la ferita con la mano non riuscendo a identificare la gravità del danno, ma sento il taglio vicino all'arteria femorale. Aggiro l'albero e mi appoggio di schiena, nascondendomi dalla direzione da cui sono caduta.
Cerco di capire il punto in cui mi trovo. Il fiume scorre una trentina di metri davanti a me. Non riuscirò a risalire la scarpata con la gamba in questo stato. Potrei morire dissanguata in pochi minuti. Ci metteranno giorni, se non settimane a ritrovare il mio cadavere.
"In questo momento non so cosa sia più pericoloso, Darrell o una morte da shock emorragico."
Cerco di fare respiri profondi ignorando il bruciore alla gola. "Agitarmi non può far altro che peggiorare le cose."
Mi porto la mano sul cuore che mi fa male da quanto batte forte. La mia mano tocca un qualcosa di strano. "Ma si certo!" frugo tra il mio reggiseno e prendo la batteria e il cellulare. Dopo vari tentativi riesco ad incastrare la batteria.
"Come diavolo si accende!"
A tentoni provo ogni singolo pulsante e alla fine il display si illumina. "Sì!" grido dentro di me. "Finalmente un po' di fortuna."Appena schiaccio il numero 9, il telefono mi vibra tra le mani. Guardo sul display un numero sconosciuto. Con mani tremanti clicco sul tasto di risposta.
Trattengo il fiato e rimango in ascolto.
«Chi è?» chiede.
Riconosco quella che è la voce di Murray.«Murray? »
«Evelyn!»
«Sì. Sì... sono io.» piango, disperata.
«O mio Dio! Come stai? Dove sei?»
«Sono riuscita a scappare.»
lo sento smanettare velocemente sulla tastiera. «Tranquilla, Evy. Mentre parliamo sto avvisando la polizia e Can. Resta il più possibile al telefono con me, okay?
«Credo di essere vicino allo zoo di Lakewood Harbor...» Mi guardo attorno sentendo dei fruscii vicino a me. «È-è Darrell il mio rapitore. Darrell Brown.» sussurro.
«Brava Evy, è proprio lì che sei. Ho trovato la tua posizione. Can è per strada... Tu resta più che puoi con me, così avrò una posizione più precisa.»
«Sono vicino a un fiume...» un bip mi avvisa che la batteria è quasi a terra. «Ho poca batteria...» mi trema la voce.
«Maledizione!»
«Ho paura Murray... sono ferita ad una gamba e non riesco a muovermi.»
«Resisti... Can non è molto lontano.»
Qualcosa che mi tocca il piede mi fa rabbrividire. Illumino con la luce del cellulare quello che mi sta strisciando sopra. Un mocassino aquatico. Il mio urlo strozzato rimbomba nell'aria. Tiro un calcio, cercando di scaraventarlo il più lontano possibile. Non so come, mi ritrovo in piedi. Sento la voce di Murray urlare in sottofondo ma non riesco a parlare. Uso la debole luce del cellulare per individuare il serpente.
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Io ho voluto te, Tu hai voluto me
Fanfiction🔞 1°libro La ventisettenne Evelyn Cooper, veterinaria nel ranch di famiglia, pensa che niente possa sconvolgerla, tranne una proposta di matrimonio e il ritorno di un amico di famiglia. Can Yaman, soldato delle forze speciali Seal, ritorna a...