[47] Lei è tutto

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È quasi l'una quando i ragazzi vanno via. Guardo tristemente il divano e poi verso le scale pensando che la mia Evy dorme tranquilla nel mio letto. Sono tentato di salire di sopra ma so che non finirebbe bene, anzi finirebbe benissimo per entrambi, ma non per la promessa che ho fatto a me stesso di non approfittare della situazione.

Preparo il divano lanciando continue occhiate verso la scala. Mi sento attratto come Ulisse con il canto delle sirene, come Dante con la sua Beatrice, come Poldo seguiva la scia dei panini, lei è la mia scia, una scia invitante che richiama ad andare da lei. Mi butto sul divano obbligandomi a non pensarci. Mi giro e rigiro di continuo, non riesco proprio a chiudere occhio. Ho un pensiero fisso che mi tormenta.

Sento un rumore che mi fa drizzare le orecchie, il mio cuore accelera all'istante. Rimango in ascolto aspettando di vedere cosa combina Evy. Cerco di rimanere serio mentre osservo il tutto con un occhio mezzo aperto. Vedo la sua ombra avvicinarsi furtivamente. Rimane immobile nel buio.

Si china su di me, «Can» sussurra.

Non rispondo, faccio finta di dormire.

«Can!» sussurra più forte.

Si dondola avanti e indietro indecisa sul da farsi. Sbuffa rassegnata. Rido incapace di trattenermi oltre e l'afferro la mano facendola gridare.

«Shhh!»

«Mi hai fatto prendere un colpo!»

Mi metto a sedere tirandola sulle mie ginocchia, con la schiena appoggiata sul mio petto. «Perché sei sveglia?»

«Non riuscivo più a dormire...»

«E perché sei qui?»

«Perché volevo salutarti.»

«Lo sai che è meglio non farci vedere assieme, soprattutto in certe situazioni. Siamo già abbastanza nei guai.» le poso un dito sul ginocchio nudo facendolo scivolare sopra la pelle lisca, mi fermo nell'orlo della maglietta tirandolo appena. «è meglio che vai a dormire streghetta.»

«Voglio stare con te.»

Continuo ad accarezzarle la pelle tracciando dei piccoli cerchi col dito, causandole brividi di piacere. «È meglio di no,» le mie parole sono in contrasto con la mia mano che continua ad accarezzarla.

Evy si gira mettendosi a cavalcioni su di me.

«Okay, posso almeno darti la buonanotte?» si fa più vicina, socchiudendo le labbra.

L'eccitazione che trapela dalla sua voce m'infiamma. «Certo...»

Le sue mani esplorano le mie spalle lasciando brividi a loro passaggio. Chiudo gli occhi, assaporando il suo tocco leggero e provocante. Evy si accorge della mia erezione e si sistema meglio ruotando i fianchi, facendomi venire l'acquolina in bocca per la voglia di averla. Mi accarezza la bocca con il suo fiato caldo, si lecca le labbra sfiorando le mie. Continua a strusciarsi e a sfiorarmi facendomi letteralmente impazzire. Inarca la schiena alzandosi leggermente per sbattermi le tette in faccia, mi tuffo su di loro solo per un attimo, perché si ritrae lasciandomi a bocca asciutta. M'infila le mani tra i capelli, gli tira leggermente, costringendomi ad alzare la testa, mi sfiora il collo con il suo respiro affannato senza mai toccarmi veramente. Muove i fianchi torturandomi, il suo calore mi reclama, m'invita a riempirla e perdermi dentro di lei. Mando a puttane le mie promesse e le mie buone intenzioni. Con un ringhio basso, l'afferro con forza la vita sistemandola proprio sul suo punto sensibile. Faccio scivolare le mani sotto la lunga maglietta che usa per pigiama. Gli accarezzo i fianchi scendendo fino alle natiche. Mi sorprende trovarla nuda.

«Darmi la buonanotte, eh?!»

Ride scherzosa, «Una buonanotte speciale.»

Le afferro il culo spingendola con forza su di me. Mi soddisfa il suo grido sommesso. La spingo più e più volte inarcando i fianchi per farmi sentire meglio. Non riesco a trattenere un ringhio famelico. Cerco la sua bocca, ma lei si sposta lasciandomi in sospeso.

Io ho voluto te, Tu hai voluto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora