[23] Per me

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Evelyn

Dopo una lunga doccia mi butto esausta sul letto.

Fisso il nome di Emmet sul display del cellulare con il cuore che batte all'impazzata. Devo dirglielo, anche se non sarà facile spiegare per telefono, ma aspettare il suo ritorno non cambierà le cose. Sono diverse le ragioni che mi spingono a fare questa telefonata. Non lo faccio per Can, non lo faccio per onestà verso Emmet, lo faccio per me. Perché non voglio più sentirmi sbagliata. Ho bisogno di ritrovare me stessa. Di trovare quella felicità che un tempo avevo. Di credere ancora nell'amore, anche se la paura di perderlo mi spaventa. Non ho nessun piano, voglio solo godermi il tempo che abbiamo. Voglio fargli sentire tutta la voglia che ho di viverlo.

Faccio partire la chiamata.

Risponde al primo squillo «Ciao, Dolcezza!»

Sospiro. «Emmet, dobbiamo parlare!»



Mi trascino giù per le scale esausta dalla chiamata. Come mi aspettavo, Emmet non l'ha presa per niente bene, giustamente, voleva una spiegazione. Quando ha iniziato ad urlare e a usare parole pesanti, non sono più rimasta ad ascoltare,  ho appoggiato il telefono sul letto aspettando che si sfogasse. Voleva sapere se ci fosse un altro. Sapevo che l'avrebbe detto. Sapevo che avrebbe pensato che sarebbe finita solo per un mio errore, invece di chiedersi se il vero problema sono i miei sentimenti verso di lui. La colpa è solo mia. Avrei dovuto parlargli prima di partire. Se scoprissero di me e Can ora, so per certa che la colpa ricadrebbe su di lui. Per questo dovrò stare attenta che nessuno lo scopra. Lo voglio proteggere dai miei errori.

Sospiro pesantemente. È strano, ma.. non mi sento in colpa, ma come se mi fossi tolta un peso dallo stomaco. Faccio un gran respiro liberatorio.

Entro in cucina e un profumo invitante mi risveglia la fame.

Mamma  mi accoglie con un sorriso dolce.

«Spero che hai fame tesoro. Anzi, devi averla per forza, visto che hai saltato il pranzo. Consuelo ha preparato la tavola, perciò, non devi far altro che sederti e mangiare.»

Ha fatto fare qualcosa a Consuelo? L'unica domestica pagata per non fare niente in casa di qualcuno? Dopo la caduta dalle scale, cercando di pulire il lampadario, decidemmo che aveva bisogno di un aiuto. Anche se non si era fatta niente di grave, doveva capire che non era più una ragazzina che si poteva arrampicare ovunque. Dopo varie discussioni aveva acconsentito alla presenza di Consuelo, ma solo per faccende estremamente difficili per lei. Le permette di pulire i finestroni di casa, camera mia, ma in cucina e nella sua camera da letto non vuole che metta piede. "È cosa mia" ripete sempre. Ed è molto gelosa delle sue cose.

Perciò, mi stupisco che le abbia fatto preparare la tavola. Mi affaccio nella sala, esamino la tavola perfettamente preparata. Mamma le avrà fatto una lunga lezione su come deve essere apparecchiata per i suoi standard. Povera Consuelo, apprezzo la sua pazienza. Guardo i sei posti a tavola. Da quando è tornato, Can ha sempre mangiato da noi, ma la cosa mi sembra ancora strana. Non devo abituarmi, non resterà per sempre.

«Fra quanto arrivano gli altri? Sto morendo di fame! E Lory? Come mai non è già qui?»

«Lory ha chiamato dicendo che farà un po' tardi. Tuo padre mi ha detto che sarà qui a momenti con Can e Robert.»

Il mio cuore manca un colpo sentendo il suo nome. Sbuffo per nascondere l'agitazione.

Mia madre mi guarda di traverso «L'ho capito sai! Non sono nata ieri...»

Spalanco gli occhi allarmata. "L'ha capito?"

«È da un po' che ti osservo e in presenza di Can sei sempre nervosa, ma non ho capito perché non ti sia simpatico, ci andavi tanto d'accordo l'ultima volta che ha passato l'estate qui. Si è fatto ancora più bello. Non trovi?»

Io ho voluto te, Tu hai voluto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora