[22] Non provocare

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Evelyn

Apro gli occhi cercando di capire dove mi trovo.

"A già! nel letto di Lory. Purtroppo!"

Mi giro verso la mia amica che dorme tranquilla e beata. Non l'ho nemmeno sentita rientrare.
Prendo una ciocca di capelli e gliela strofino dentro la narice. Lei non fa una piega. Entro più dentro. Arriccia il naso infastidita. Ancora un po' più dentro. Mi arriva una manata che mi fa sobbalzare.

Mi spinge via. «Dovevo soffocarti con quel cuscino invece di togliertelo dalla faccia! Fammi dormire!» dice senza nemmeno aprire gli occhi.

«A che ora sei rientrata?» Chiedo, mentre cerco di aprirle un occhio con le dita.

«Non lo so... tre ore, un'ora, forse cinque minuti fa. Lasciami!»

«Sveglia. Sveglia. Sveglia! Mi devi raccontare cosa è successo.» Le do piccoli schiaffetti.

«Giuro che se non la smetti ti butto dal letto.»

«D'accordo, come vuoi. Dormi pure. Vorrà dire che non saprai mai cosa è successo ieri con...»

Lory spalanca gli occhi e mi guarda, cercando di mettermi a fuoco.

«Cosa? Cosa è successo? Tu... lui? Alla fine ci sei andata! Però, non pensavo ne avessi il coraggio.» Si mette a sedere strofinandosi gli occhi. «Dio, che mal di testa. Avrei proprio bisogno di un caffè visto che la mia amica mi ha svegliato!» sbatte le sue folte ciglia.

Alzo gli occhi al cielo, «D'accordo! Vado a fare il caffè. Nel frattempo, vai a lavarti i denti che mi hai ammazzato con quel tuo alito da alcolizzata.»

«Vaffanculo!» mi lancia dietro il cuscino prendendomi in pieno nella schiena.


«Non ci posso credere! Evy, ti sei persa una mega scopata!» dice dopo che le ho raccontato tutto. Poi scoppia a ridere.

«Sì, grazie. Molto simpatica!»

«Scusa e che immagino la scena, voi, il serpente e poi... il vecchio Robert. Solo a te possono capitare queste cose»

Le prendo la tazza di caffè prima che la faccia cadere sul letto.

«Ma, perché non siete andati nella dependance?» chiede.

Mi stringo nelle spalle. «Non mi va. Dentro c'è ancora la roba di Emmet.»

«Se vuoi me ne sbarazzo io.»

«Piantala!» le metto in mano la sua tazza. «Comunque, per la cronaca, ti assicuro che ha un gran bel pennello!» scoppiamo a ridere.

«O mio Dio. Non farti sentire dai gemelli o passerà brutti guai.» fa un bel respiro e torna seria, «e ora che farete? Quando vi rivedrete?»

«Non lo so, dovrò inventarmi qualcosa.» Poi la guardo di traverso. «Invece tu? Non hai proprio nulla da raccontare? Dove sei andata?»

Posa la tazza sul comodino, «Se mi chiedi se ho visto tuo fratello, la risposta è no!» si butta sul letto fissando il soffitto. «Cioè, l'ho visto... ma era in compagnia di una ragazza.»

La guardo a bocca aperta.

«Già! Proprio così. Perciò tutto il discorso che mi ero preparata non è servito a niente.»

«Mi dispiace.» Mi butto accanto a lei incrociando le mie dita alle sue. «Non devi prendertela, sai com'è fatto. Non è cattivo, è solo uno stronzo.»

Ride «Cretina.» poi mi guarda con tristezza, «e che... non so nemmeno io perché me la sono presa. Cosa mai volevo aspettarmi da lui?! Che idiota!»

Non le dico che a quanto pare sperava che Alex fosse diverso con lei, non le dico che è meglio così, perché purtroppo la farebbe solo soffrire. «E dopo che l'hai visto in compagnia che hai fatto?»

Io ho voluto te, Tu hai voluto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora