[60] Come tutto dovrebbe essere

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Can
Corro verso casa dei Cooper, dopo aver ricevuto una telefonata da Charlie che mi diceva che Evy ha avuto una crisi di panico.
Salgo i gradini a tre a tre, sentendo i suoi singhiozzi disperati. Entro in camera sua, e, appena mi vede, mi tende le braccia per invitarmi a raggiungerla.

Mi siedo accanto a lei nel netto, e subito si butta tra le mie braccia.

«Che c'è piccola?»

Lei piange contro il mio petto. La stringo forte per calmare il suo tremore.

«Ha urlato.» spiega Kendall preoccupata. «Non si calmava, ripeteva il tuo nome. Scusa se ti abbiamo svegliato.»

«Avete fatto bene.» bacio la nuca di Evy, «Forza, piccola. Respira, va tutto bene. Sei a casa. Respira con me»

Segue il mio respiro e, lentamente, si rilassa.
Kendall e Charlie, dopo avere fatto una discussione di sguardi tra loro, escono dalla stanza in silenzio, chiudendo la porta per lasciarci soli.

«Mi dispiace. Non so cosa mi sia preso.» sussurra, ancora scossa.

«Non preoccuparti, se non mi avessi chiamato tu, sarei venuto con una scusa... ma devo dire che la tua è molto meglio.» gli strappo un sorriso. «Vuoi che rimanga a dormire?»

«Sì!» si affretta a rispondere ancora tra le mie braccia.

Guardo la porta preoccupato, spero che i Cooper non abbiano niente da dire.
Evy mi lascia andare il tempo che mi tolga i pantaloni, l'unica cosa che mi sono messo per la fretta di arrivare.
Allungo la mano verso l'interruttore.

«No! Non la spegnere.»
Giro la manopola regolando il flusso dei faretti a una luminosità bassa. «Così può andare?»

Annuisce.

Chiudo la porta a chiave e la raggiungo a letto, e mi distendo con attenzione accanto a lei. La stringo e con dispiacere la sento ancora tremare.
Rimaniamo qualche minuto in silenzio con lei accoccolata a me.

«Non devi preoccuparti per me. Ho avuto solo un incubo.» mormora.

«So cosa è capace di fare un brutto sogno.» le bacio la fronte.

Mi guarda «È capitato anche a te?»

Annuisco. «La paura è una cosa normale, è un sistema di difesa della mente, ma è pericolosa se le permetterai di prendere il controllo.» faccio un respiro profondo, «Cercare di controllarla è sbagliato, anche parlarne potrebbe non servire.»

«Allora, cosa bisogna fare?» la sua voce è tenue.

«Affrontarla.»

La sento irrigidirsi.

«Adesso è troppo presto, piccola. Non siamo delle macchine che con un pulsante puoi cancellare il problema. Ti ci vuole un po' di tempo. Magari, per ora, puoi trovare un modo per non farla prevalere.»

Nascode il viso nel mio petto e stiamo così per un po' in silenzio. Ogni tanto singhiozza e sospira tristemente. Le accarezzo la schiena per consolarla. Evy si muove, e avvolge la sua gamba alla mia. Mi piace la sensazione della sua pelle contro la mia e come le sue curve aderiscano ai miei muscoli. Chiudo gli occhi sperando di domare il desiderio che mi accende.
"Ti prego amico, non ora!"
Evy, si rannicchia di più e miei muscoli tesi, per contenere la mia eccitazione, cedono, e la mia erezione cresce prepotente contro il suo inguine.
"Dannazione!"

«Piccola, se per caso senti qualcosa di duro non farci caso, okay?»

Evy ridacchia e si strusciarsi più. «Oh, lo sento eccome...» Alza i suoi occhi per cercare i miei, il luccichio che vedo mi fa avvampare, riconoscendo il suo desiderio. Mi stringe di più a lei. «Per quanto riguarda di trovare un modo... credo di averlo trovato.» si struscia con provocazione mozzandomi il fiato. «Oh, sì! Va già meglio, molto, molto meglio.» sussurra sulla mia pelle, facendomi rabbrividire.

Io ho voluto te, Tu hai voluto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora