[24] Finirà mai questa tortura?

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Can

«Porca puttana, ragazzi! Chiudetevi a chiave!». Lory ci guarda a bocca aperta.

«Cazzo, Lory!» grida Evy.

Mi stacco da lei. Evy si mette seduta e si sistema la maglietta, fulminando l'amica con lo sguardo. «Merda!» Bisbiglia.

«Ragazzi, veramente non volevo... non pensavo che qui si facesse petting. Mi hai detto tu di venire... Comunque, vado, continuate pure.» fa per andarsene.

«Come se fosse così facile!» Evy le tira un cuscino.

Guardo Evy che mi guarda con un broncio. «Che ti avevo detto!» bofonchia.

«Okay, avevi ragione!» Mi abbasso, posandole un rapido bacio sulla fronte. «Ma questa volta c'eravamo quasi» le sussurro, strappandole un piccolo lamento. Passo accanto a Lory per uscire. Lei si schiarisce la voce e mi guarda in faccia per niente imbarazzata.

«Se fossi in te non andrei così tranquillo in giro.» lancia una rapida occhiata in basso.

Non c'era bisogno che me lo facesse notare. La mia erezione non ne vuole sapere di passare. È peggio di una tortura. Do una rapida occhiata a Evy, pensando che anche per lei sia la stessa cosa.

«Sì, grazie, non l'avevo notato.» dico sarcastico.

Ignoro l'altro commento di Lory mentre mi chiudo la porta alle spalle. Vado al piano di sotto, uscendo direttamente a prendere una boccata d'aria fresca. Mi ci vogliono quindici minuti abbondanti per avere il controllo di me stesso.

Mi squilla il telefono, è Alex.

«Ehi!»

«Ciao, Can. Sono in compagnia di amici al The Sawmill. Ti va di raggiungerci? Dobbiamo organizzare una cosa.»

In questo momento stare lontano da Evy è la cosa migliore. Se stessi nei pareggi, potrei fare qualche stronzata, come andare di sopra.e finire quello che stavamo facendo.

«Ti raggiungo.»

Rientro in casa, scusandomi per la mia prolungata assenza a causa di una telefonata.

Evelyn
«Non ci posso credere, non può essere un caso. Il destino si sta mettendo contro di noi.» Sprofondo la faccia sul cuscino mentre Lory va in bagno.

«Scusa, ma da qua non sento la tua lagna.» grida.

«Ti odio, è tutta colpa tua.» ci voleva così poco questa volta. Veramente poco.

Il mio corpo trema ancora, è stato tutto così emozionante, trovarlo qui, sentirlo su di me, sentire le sue mani, il suo desiderio. Can è andato via, eppure il mio corpo non lo vuole accettare.

"Ti devi rassegnare, nun se po' fa'.!"

Lory esce dal bagno e viene verso il letto, «Mi hai detto di venire in camera tua, non pensavo ti stessi dando da fare. Non andavo mica a pensare che con i tuoi in casa, senza chiuderti a chiave, ti facevi Can come se niente fosse... Dovevi vedere le vostre facce,» ride, «siete sbiancati.»

«È stato tutto improvviso. Appena inizia a baciarmi perdo il controllo» mi metto a sedere stringendo a me il cuscino. «Io non resisto più. Lo voglio così tanto! È già la terza volta che veniamo interrotti. Finirà mai questa tortura?»

Mi arriva un messaggio.

Lory si precipita a prendere il cellulare tra i cuscini. Facciamo la lotta per chi lo prende prima. Vince lei e legge il messaggio a voce alta.

Can: "Vado a farmi una birra con Alex. Sognami."

«Sognami!» ripete a voce alta ridendo.

Le strappo il cellulare dalle mani «Stai zitta, cosa vuoi capirne tu...»

«E tu cosa gli rispondi? "Si sognerò solo te? Mio unico amore!" Mi fate venire la nausea...»

«No, veramente pensavo a qualcosa di più provocante.»

La faccia di Lory diventa seria all'improvviso «Sì! Ti prego.» mi incita.

Mi mordo il labbro, decidendo cosa scrivere. Glielo faccio leggere a Lory «Può andare?»

«Sì, sì, invia!»

Il mio cuore accelera mentre invio il messaggio. Lo visualizza dopo due minuti, un tempo infinito. Non risponde.

«Scrivigli ancora, digli che...ti stai toccando e metti la parola GROSSO da qualche parte.»

«Vorrei sentire ancora tue grosse dita...  no, no, non ho il coraggio!»

«Fallo!» insiste.

«Lasciamo stare, sarà impegnato o magari pensa che sono ridicola.»

«Se non può rispondere starà impazzendo ancora di più. Ho visto come è andato via? Era così eccitato che a momenti scoppiava. Metti qualche parolaccia. Continua a scrivere dai!»

«Non, farò niente del genere. soprattutto davanti a te ...»

«Dai a me faccio io!» mi strappa il telefono dalle mani.

Provo a riprenderlo ma è inutile, scrive qualcosa e invia il messaggio.

Le do una spinta e leggo cosa ha scritto. «Lory, che cavolo! Sul serio? Scopami forte con il tuo grosso pennello?!» le sbatto un cuscino in faccia. «Ti sei bevuta il cervello?!»

«Più si è espliciti con gli uomini più quelli ci cascano in pieno. Vedrai che starà impazzendo di brutto. Continua dai!»

«Non scriverò altro!» lo nascondo dalla sua portata.

Passano altri dieci minuti senza ricevere risposta.

Mi passo la mano tra i capelli «Che figuraccia! Perchè ti do sempre retta?!»

«Nessun uomo resiste al sesso telefonico. Vedrai che...»

Il telefono squilla ed entrambe gridiamo eccitate.

«È Lui!» vado in panico.

«Certo che è lui! Che aspetti, rispondi! Aspetta! Forse è meglio la videochiamata...»

Guardo Lory che sembra più impaziente di me, valuto la sua idea. Il telefono squilla impaziente.

«Che cazzo dico adesso?!» prendo un gran respiro e rispondo, «Pronto!»

«Evelyn!» ha un tono basso.

Lory si attacca al mio orecchio per ascoltare.

«Emh... ciao.»

«Mi hai fatto andare più volte la birra di traverso.»

Lory ridacchia e si tappa la bocca per non farsi sentire. Prendo un gran respiro facendomi coraggio.

"Siamo in ballo, allora balliamo"

«Ci siamo lasciati così d'improvviso, che non ho resistito.»

Sento il suo respiro affannato. Pausa di silenzio «Sei sola?»

«Emh...» Lory mima di dire di sì. «No, purtroppo no.» mi tira un pugno, che le restituisco.

Respira a fondo, «Di a Lory di andare via, ti voglio tutta per me.»

Il mio stomaco fa una capriola. Guardo Lory che scuote la testa per protesta.

"Si! Fuori!" le sussurro.

"No. Dai!"

La butto a calci fuori dal letto. "Fuori dalle palle." Cade con un tonfo.

«Stronza! E tu Can, vaffanculo!» alza la voce per farsi sentire.

«Ricambio con tutto il cuore» dice Can.

«Ti augura la buonanotte.» dico.

Lory fa il dito medio. «Mi ringrazierai domani... e mi dirai tutto!» mormora, per poi uscire dalla stanza.

Mi alzo e corro verso la porta per chiuderla a chiave e abbassare le luci.
Niente più interruzioni per stasera.

Io ho voluto te, Tu hai voluto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora