[57] La mia occasione

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Evelyn
  «Tu... Ma che...?» indietreggio verso la testiera del letto sbalordita. «Darrell, perché mi hai fatto questo?»

«Non l'hai ancora capito? Perché ti amo»

Tremo dalla testa ai piedi «Ma... ma... che stai dicendo, tu sei...»

«Sì, be' se pensi che mi piacciano gli uomini, non è così... Quel bastardo di Emmet aveva notato il mio interesse per te e mi aveva avvertito di starti alla larga, così mi sono inventato tutta la storia dell'omosessuale o ci avrebbe allontanato, capisci ora?» Darrell mi guarda con uno strano luccichio negli occhi. «Sapevo che non sarebbe durata, lui non era fatto per te, dovevo solo pazientare... ma poi è arrivato quel bastardo! Quando vi ho visti insieme alla partita di football, vi ho seguiti nel bosco... e ho visto quello che ti ha fatto, contro la tua volontà. Avrei voluto intervenire, ma sapevo di non avere molte possibilità contro di lui.  Ma è stato in quel momento che ho capito...  ho capito che l'unico modo per aiutarti era portarti via da lui, dovevo agire per il tuo bene...»

«Eri tu... al belvedere,  mentre noi...»

Annuisce nervoso «Sì! In quel momento ero così arrabbiato...» mi stringe con forza i polsi «arrabbiato con lui... con te! Perché gli avevi permesso di scoparti!» mi strattona facendomi urlare «Ma... » mi lascia andare e mi accarezza la guancia «ti perdono... tutti possono sbagliare,  giusto?»

Abbasso gli occhi e annuisco. Lui cerca di nuovo la mia mano, ma la ritraggo,  stringendomi le braccia al petto. «Eri sempre tu nell'auto? La sera dell'incidente...»

Annuisce tristemente «Dovevo far credere che un pazzo ti avesse preso di mira... capisci?! Così avrei depistato la polizia.»

«Per poco mi uccidevi...!» le lacrime mi bagnano le guance.

«Shhh, scusami. So di aver sbagliato avevo perso il controllo dell'auto, io non volevo farti male, ma solo spaventarti,» mi accarezza i capelli, «ma adesso siamo insieme, nessuno può mettersi più in mezzo.»

Chiudo gli occhi, cercando di calmare il battito furioso del mio cuore. «Darrell è tutto assurdo... io non voglio questo, non puoi costringermi...»

«Costringerti? Ma no amore, non ti costringo. Non sono come Can che ti obbliga a fare le cose, se penso a quella volta che è entrato nel tuo ufficio in quel modo... l'avrei ammazzato lì stesso. Non potevo più sopportare che ti trattasse in quel modo. E visto che Emmet e Can si sono messi fuori gioco da soli, ne ho approfittato. Non pensavo di avere così tanta fortuna.» ridacchia.

«Can era preoccupato per le minacce che avevo ricevuto...»

Fa uno scatto in avanti che mi fa trasalire. «Non devi difenderlo!» urla. Poi cambia espressione e tono. «Non devi più temerlo, ci sono io con te...» mi abbraccia a lui stritolandomi e nauseandomi con la puzza che ha addosso.

"Prendi tempo Evy, assecondalo." «E adesso che faremo?»

«Ho pensato a tutto io. Faremo calmare un po' le acque, e poi chiamerai la tua famiglia quando saremo abbastanza lontani e gli dirai di stare tranquilli, che sei felice, così la polizia non ci cercherà più, e non dovremo più nasconderci.»

Deglutisco a fatica. «Mi... mi sembra perfetto!»

«Lo sarà amore. Lo sarà.» mi guarda dritto negli occhi spaventandomi. «Ora però devi mangiare e io ho bisogno di cambiarmi, non avrò più bisogno di coprire il tuo odore. Ormai la polizia ha intensificato le ricerche in un'altra parte. Possiamo stare tranquilli.»

"Ecco del perché di questo odore rivoltante"

Si alza e da una borsa vicino a letto prende una fascetta, «Dammi le mani, tesoro.»

Io ho voluto te, Tu hai voluto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora