[43] Forse potrei

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Evelyn

«Allora tesoro... tutto bene?» chiede mia madre mentre giochiamo a carte.

«Sì, il dolore è più sopportabile.»

«Meno male...» tira la carta, «ho notato che Can si preoccupa molto per te...» i suoi occhi castani mi studiano attentamente. «E passate molto tempo insieme»

Il mio cervello va un attimo in pausa. "Cosa?" «Emmhh sì...» "Pensa, pensa, pensa" «è... un buon amico.»

«Amico,» ripete, stringendo gli occhi, «e questa amicizia è la causa del tuo litigio con Emmet?»

"Attenzione! Detective Kendall in azione!"

«No. cioè, perché dovrebbe... Can è un amico.»

«Questo l'hai già detto...» scarta un'altra carta, «Non so, mi sembri diversa in sua compagnia...»

"Fuocherello mamma!"
Faccio spallucce non sapendo cos'altro rispondere per non tradire la mia copertura. "Che faccio, glielo dico? Sono tentata! Ma se poi reagisce male e lo va a dire a papà?"

"Vediamo cosa pensa di lui!"

«Diversa... in che senso.» chiedo indifferente.

Stringe le spalle. «Più... dolce.» mi guarda attraverso le lenti degli occhiali.

«Ma io lo sono sempre.»

«Evelyn Cooper, non sono nata ieri. E riconosco ancora certi tipi di sguardi, discorsi bisbigliati e... carezze

La guardo a bocca aperta, con il cuore che mi batte all'impazzata. Lei studia le sue carte e ne scarta una. "Non sembra arrabbiata per le sue sensazioni. Forse potrei veramente confidarmi con lei. Mamma sarebbe un ottimo alleato quando lo dirò a papà."

«E per te...» deglutisco «Se non ti sbagliassi sugli sguardi e le carezze... Ci sarebbe qualcosa di sbagliato?»

Ci fissiamo per lungo momento.
Mamma apre la bocca per parlare, ma Alex e Simon escono in veranda interrompendo così la mia confessione. "Che cavolo! Proprio ora che avevo trovato il coraggio"

«Ehi, ciao. Come mai qui?» chiedo con voce acuta.

Si rivolgono uno sguardo serio, facendo domandare a me e mia madre che cosa c'è che non va.

«Siamo passati per un saluto,» risponde Alex con occhi bassi.

«Avete finito presto di lavorare!» dico, guardando l'orologio sul display. Sono le 5 PM.

«Niente d'importante oggi.» taglia corto Simon.

Danno un bacio sulla fronte a me e mia madre e si siedono vicino a noi. "Chissà come mai non mi convincono."

«Snap!» grida mamma.

Alzo gli occhi al cielo. «Ti ho detto che devi gridare "Snap" solo quando hai la carta uguale a quella del mazzo.»

«Ma è uguale vedi?» mi mostra la carte, «è un tre di picche.»

«Quello del mazzo è di fiori»

«Ah!»

Guardo di traverso miei fratelli che stanno in silenzio guardandosi attorno con fare sospetto.

«Vi va di giocare?»

«Sì, giocate voi, io ci rinuncio,» mama si alza,.poi guarda i figli, «Vi fermate a cena?»

«Sì» Simon lancia un'altra occhiata ad Alex, «anche Mike, sarà qui a momenti»

"Ma solo a me sembra che ci sia qualcosa di strano?"

Io ho voluto te, Tu hai voluto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora