[21] Come mi fai sentire

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Evelyn
Chiudo Sugar nel suo box e aspetto che Can chiuda a sua volta Cesaret nel suo. Viene verso di me. Sono ancora eccitata per poco prima. Il mio cuore non ha smesso di palpitare e la mia pelle di bruciare. Nemmeno un serpente è riuscito a spezzare la voglia che ho di lui.
Mi delizio della sua immagine, facendo scivolare lo sguardo su tutto il suo corpo, su ogni muscolo che fino a poco fa, sentivo sotto le mie dita.

«Adesso è più calmo.» dice.

«Ma io no.» riesco a biascicare.

I suoi occhi diventano due pozze scure «No?»

«Non voglio che questa serata finisca così.»

Lui inarca un sopracciglio e si abbassa su di me. «Nemmeno io.»

Mi mordo il labbro. Senza pensarci oltre, mi alzo in punta di piedi, avvicinando le nostre bocche. «Portami in camera tua.» mormoro.

Can mi guarda per un secondo, poi intreccia le nostre dita, «Andiamo!»

Arriviamo davanti a casa di Robert. «Bene, non è ancora rientrato.» Mi stringe di più a lui mentre ci muoviamo verso la porta d'ingresso.
Appena siamo dentro, mi guarda in un modo che mi sento bruciare le guance. Concentro lo sguardo sul suo petto che si abbassa e si alza frenetico.
Le sue dita calde mi afferrano i fianchi e avvicinano i nostri corpi carichi di desiderio.
Sapere che finalmente sta per succedere mi fa diventare le gambe molli.
Mi aggrappo alle sue spalle e aderiscono di più le mie curve contro di lui.

«Evy...» il suo tono è caldo. «Passerai dei guai se non la smetti di guardarmi così.»

Il forte desiderio mi impedisce di parlare. Faccio scivolare le dita lungo il suo petto, poi in basso fino al bottone dei jeans. Mi mordo il labbro mentre lo apro.

  Fa un sorriso perverso «Ragazzina sfacciata»

Mi prende in braccio e con le gambe gli circondo i fianchi. Socchiudo le labbra, per accogliere la sua lingua in un bacio che mi toglie il fiato. Mi appoggia contro il muro e, mentre la sua bocca si muove sulla mia, le sue dita salgono verso l'alto, sui miei seni.
Gli sorrido provocante e alzo il petto per andare contro la sua mano. Can ricambia il sorriso e sposta lo sguardo sulla sua mano che abbassa la bretella della canottiera, poi si infila sotto il tessuto.
Gemo, quando mi afferra un seno e lo libera. Can si morde il labbro quando vede il mio capezzolo turgido, sibila qualcosa tra i denti. Lo sfiora con il pollice facendomi trasalire. Si abbassa e mi avvolge il capezzolo con la sua lingua, calda e umida.
Rovescio indietro la testa in estasi mentre godo del calore che si irradia in tutto il mio corpo.

«Can...» mormoro ansimante contro il suo orecchio «Ti voglio...»

Si stacca dal seno e mi guarda a lungo, talmente a lungo che ho paura di aver detto qualcosa di sbagliato.

Torno a respirare quando un lento sorriso si distende sulle sue labbra evidenziando le fossette sulle guance.
«Ogni tuo desiderio... è il mio.»

Sale le scale e a ogni passo che fa mi struscia più e più volte la cucitura dei jeans proprio dove mi sento bruciare.
Sento i miei muscoli irrigidirsi.

Gemo, sentendomi al limite.

«Ci siamo quasi...» mormora contro la mia gola.

"Non so esattamente a cosa si riferisca, ma io ci sono quasi eccome!"

Percorre gli ultimi passi fino alla porta della sua stanza. Armeggia con la maniglia che sembra essere difettata.

Mi posa a terra. «Scusami, devo solo...» fa una manovra e da una spallata al legno per farla aprire. «Devo usare le maniere forti con lei.»

Io ho voluto te, Tu hai voluto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora