CAPITOLO 43

433 13 5
                                    

«C-cosa?»

Domando con un filo di voce.
Lo guardo per cercare di capire meglio l'accaduto. Il suo viso è sbiancato mentre mi guarda con aria così colpevole che mi fa male al cuore.

«L-lilia, i-io non volevo... Te lo giuro... I-io mi sono lasciato prendere dall'attimo e-e... Porca puttana!»

Mormora tra se e se, allontanandosi bruscamente da me. Sospiro dispiaciuta dall'interruzione del suo contatto fisico.

«Jonathan, non è colpa tua...»

Dico cercando di tranquillizzarlo. È un momento troppo bello per essere interrotto, dopotutto quel che è fatto e fatto e anche una cosa così importante potrà aspettare una notte. Insomma, non sono un'esperta, ma quante probabilità ci sono che io possa rimanere incinta con una sola volta, senza contare poi che siamo a ridosso della mia settimana mestruale, nemmeno volendolo potrei. Certo, la possibilità che la sfiga mi perseguiti ventiquattro ore su ventiquattro non è da escludere, ma nemmeno quella dove, per una qualche sorta di miracolo, ci salviamo, è da scartare subito.

«Non dovevo lasciarmi andare così tanto, e se poi tu sarai costretta a stare con me e a vivere una vita che non vuoi solo per riparare ad un mio errore, io...»

Si copre il viso con le mani in preda alla disperazione. Il mio naso inizia a pizzicare, evidente segno che le lacrime stanno lì lì per lavarmi la faccia. Ricaccio tutta l'improvvisa tristezza in un angolo e mi alzo andando verso di lui. Senza dire una parola lo prendo per mano e lo trascino verso il bagno.

«Lilia...»

Mormora cercando di accennare ad una piccola opposizione al mio tocco. Lo ignoro e, come se niente fosse, lo spingo nella doccia entrandoci dopo di lui.

«Lilia, io...»

Continua cercando, questa volta con un po' più di forza, di farsi strada verso l'uscita. Nuovamente lo ignoro azionando il doccino che subito inizia a far uscire acqua gelida. Sobbalzo tra le sue braccia, venendo colpita in pieno dall'acqua fredda che, insieme al suo tocco, mi crea molteplici strisce di piccoli brividi di piacere misto a dolore.

«Lilia, devi prendere le tue cose... Insomma, quello che prendete voi ragazze...»

Esclama cercando, probabilmente, di farmi ragionare. A quel punto lo guardo seria.

«Smettila di fare così. Non ti lascerò rovinare anche questa cosa bella.»

Sbotto sentendomi improvvisamente ferita. Lui mi guarda senza capire.

«Ma se questo comportasse... Insomma, non voglio che tu sia costretta a pagare per un mio errore!»
«Un tuo errore? Non ho più due anni Jonathan. So bene che se ciò che abbiamo fatto da esito positivo la mia vita cambierebbe radicalmente, ma ora, adesso, non mi importa. Ora so che voglio stare con te e che sono pronta ad affrontare anche questo se tu sarai con me. La vera domanda è: quali sono le tue intenzioni? Mi ami davvero, qualsiasi cosa accada o ora che abbia fatto sesso sparirai definitivamente?»

Concludo ingoiando con difficoltà l'amaro sapore delle mie stesse parole. Lo vedo cambiare così tante espressioni, una opposta all'altra, che, ancora una volta, non riesco a capire le sue intenzioni.

«Ti amo così tanto che mi fa male il petto ogni minuto in cui non ti bacio...»

Mormora lui mantenendo il nostro sguardo. Sorrido come una bambina alle sue parole, mentre ogni problema sparisce scivolando via con l'acqua sui nostri corpi.

«Ti amo anch'io pidocchio.»

Sussurro ricordando il soprannome che mi aveva affibbiato la prima volta che ci eravamo incontrati.
Sul suo volto compare un enorme sorriso divertito, ma non ho nemmeno il tempo di potermelo godere, che le sue labbra sono di nuovo sulle mie in un bacio famelico, di disperato bisogno l'uno dell'altra. Infilo le mie dita tra i suoi capelli facendolo gemere di piacere sulla mia bocca. Sentendomi, dopo pochi istanti, sollevare di peso dalle sue forti braccia, faccio aderire perfettamente la mia schiena alle fredde piastrelle della doccia, mentre mi avvinghio sempre di più a lui, ansimando di piacere ad ogni suo bacio.
La situazione si fa sempre più calda e passionale, desiderosa di un piacere che so bene possa essermi dato solo da lui, fino a quando Jonathan non si stacca leggermente puntando i suoi occhi nei miei.

ROOMmate 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora