CAPITOLO 8

588 20 0
                                    

«Sei sicura che sia tutto apposto?»

Mi domanda perplesso.

«Sì Colin, sto bene. Non ti ho risposto subito perché ero al bar con Pamela, mi ha invitata a prendere un aperitivo dopo il lavoro.»

Dico cercando di sembrare il più convincente possibile. Meno male che ora non mi può vedere, o capirebbe subito che qualcosa non va.

«Ok allora, mi fido.»

Esclama sconfitto. Mi rilasso rivolgendo uno guardando complice a Cody, che mi fissa mezzo addormentato. Questo caro mio sarà il nostro piccolo segreto.

«Che ti ha detto quella matta?»

Mi domanda divertito.

«Oh, beh, sai, niente di nuovo...»

Opto per rimanere vaga. Non mi va di mentirgli, perciò, se non mi fa più domande sulla serata, non sarò costretta a farlo.

«Capito. Che fai ora, mi pensi?»

Mormora con voce flirtante.

«Può darsi...»

Dico estremamente imbarazzata. Se solo sapesse che per la testa ho un altro ragazzo, per giunta quello che mi ha spezzato il cuore, darebbe giustamente di matto.
Dall'altro capo del telefono sento improvvisamente un brusio e dei rumori strani.

«Amore, ora devo andare. Ci sentiamo domani.»

Senza darmi il tempo di ribattere mi riattacca in faccia.

«Ok, che cavolo era quello?»

Domando a Cody come se potesse rispondermi. Lui, per tutta risposta, mugola   seguendomi in camera.

«Speriamo che la notte mi porti consiglio, eh cucciolotto?»

Sospiro accarezzandolo. Dopo essermi cambiata mi infilo sotto le coperte e punto lo sguardo sul soffitto. Ho davvero fatto bene a tenere il biglietto, insomma e se la mia coscienza avesse ragione e poi finissi solo per ricadere nel circolo vizioso di dolore e depressione tipico di Jonathan?
Non riuscirei a rialzarmi questa volta, ne sono sicura. E se poi dovessero risvegliarsi sentimenti dimenticati o volontariamente chiusi in un angolo lontano del mio cuore, come farei con Colin? Lui mi ha dato così tanto in questo ultimi anni, aiutandomi a rialzarmi ed incollando pazientemente insieme tutti i cocci della mia anima, ed io come potrei fargli questo? Ma soprattutto come potrei fidarmi ancora di lui dopo tutto quello che mi ha fatto passare?

Mi rigiro nervosamente sul letto senza riuscire a prendere sonno. Il grande orologio sopra la tastiera indica quasi l'una di notte. Mi maledico mentalmente per questi pensieri così invadenti che mi tormentano tenendomi sveglia.

«Se domani non mi sveglio in orario per andare a lavoro me le do da sola!»

Borbotto cercando di sgombrare la mente e riportare un po' di pace e tranquillità nei miei pensieri almeno per un paio di ore.
Dopo poco fortunatamente cado in un sonno profondo e nero.

ROOMmate 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora