CAPITOLO 4

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«Finalmente!»

Esclamo sistemandomi sotto le calde e confortevoli coperte.

«Non prenderti tutto il letto!»

Esclama Colin divertito dalla cabina armadio.

«Ci proverò,  ma non ti assicuro nulla...»

Mormoro con un tono eccessivamente stanco.

«Hey, Cody, mi sa che anche questa notte mi tocca dormire con te.»

Sbuffa rassegnato accarezzando l'animale che trotterella tutt'intorno a lui.
Dopo essersi svestito e rivestito con il suo comodo pigiama si sdraia accanto a me.

«Contento brontolone?»

Dico fingendomi infastidita.

«Estremamente.»

Scherza lui sistemandomi meglio accanto a lui.

«Ti ricordi la prima sera che abbiamo dormito insieme?»

Mi domanda contemplando il soffitto.
Annuisco senza proferire parola. Eccome se lo ricordo bene. Quella sera si presentò di punto in bianco sotto la mia finestra nel cuore della notte e, dopo essersi arrampicato sull'albero della casa dei miei genitori rimase tutta la notte accanto a me.
Se ne andò solo dopo che il sole era spuntato da un po', sempre senza farsi vedere da nessuno. Quella fu la prima di una serie di sue visite che andaro avanti per un anno, fino a quando non mi chiese di essere la sua ragazza.

«Avrei voluto potermi fare carico di tutto il tuo dolore per non doverti più vedere soffrire.»

Mormora con una leggera nota di risentimento nella voce.

«Hai fatto di meglio però.»

Gli incornicio il viso con le mani.

«Mi hai aiutato ad affrontarlo ed a superarlo vittoriosa.»

Dico unendo le sue labbra con le mie.
Lui mi stringe in un dolce abbraccio.

«E ricordi quando te l'ho chiesto?»

Ridacchia divertito.

«E come potrei dimenticarlo...»

Dico guardandolo male. Lui scoppia in una fragorosa risata.

«Eravamo ad un Burger King e tu indossavi una corona di cartone, poi, senza nessun motivo, ti sei inginocchiato in mezzo al locale e, rubando un anello di cipolla da un tavolo lì vicino, mi hai chiesto di diventare la tua regiazza.»

Sbotto scioccata.

«Ancora non ci credo che tu abbia detto regiazza.»

Esclamo a metà tra una risata ed uno sbuffo frustrato.

«Ho unito le due parole, ragagina suonava male...»

Boffonchia lui ricevendo una sberla sul petto. Scoppia nuovamente a ridere divertito.

«Un sacco di ragazze mi hanno definito un romanticone pe quel gesto da galantuomo.»
«Potevi semplicemente dire ragazza.»

Gli faccio notare sbuffando.

«Ma non sarebbe stato originale, speciale!»

Risponde ovvio. Lo guardo male girandomi dall'altra parte del letto.

«Io ci rinuncio.»
«Ti amo anch'io amore!»

Esclama allegro lasciandomi un ultimo bacio tra i capelli.

«Anch'io...»

Borbotto prima di sprofondare in un dolce sonno ristoratore.

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