CAPITOLO 54

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«Si può sapere che è successo ieri con mia madre?»

Mi domanda Jonathan abbracciandomi da dietro e lasciandomi un bacio sul collo.

«Niente di che, abbiamo solo parlato.»

Gli rispondo cercando di prendere i cereali dalla mensola. Vedendo la mia difficoltà Jace allunga la mano e me li passa.

«Grazie...»

Sussurro girandomi verso di lui con un sorriso provocatorio.

«Non c'è di che!»

Esclama lui fiondandosi sulle mie labbra. Piccole gocce di acqua mi cadono sulla faccia e sul petto rigandomi le parti pelle nuda.

«Jonathan, stai facendo acqua dappertutto!»

Dico dandogli un leggero colpo sulla spalla.

«Mi asciugo bene se mi dici che è successo!»
«Smettila Jace, sono ancora stanca per ieri!»

Dico sedendomi ad una delle quattro sedie del tavolo.

«Per il sesso nella doccia intendi?»

Sorride lui malizioso.

«No, scemo. Intendo per il trasloco in questo appartamento insieme a te. Mi ha prosciugato tutte le energie...»

Mormoro massaggiandomi la spalla sinistra ancora indolenzita.

«Ti fa molto male?»

Mi domanda cominciando a massaggiarmi dolcemente le spalle. Scuoto la testa assuefatta dalle sue mani, mentre dei gemiti sommessi fanno capolino dalla mia bocca senza che io me ne renda conto. In pochi minuti le sue labbra sono di nuovo sulle mie, ma questa volta sono fameliche, vogliose di andare fino infondo.

«N-no J-Jace... a-adesso n-non p-possiamo...»

Biascico tra un bacio e l'altro.

«Perché no?»

Mi domanda senza, però, lasciarmi andare.

«Perché ci sono le prove per il matrimonio di Chassy tra un'ora, ed io devo prepararmi!»

Esclamo più per ricordarlo a me stessa che a lui, mentre osservo il grande orologio a muro sulla parete opposta alla porta. Questo appartamento ce lo ha regalato la madre di Jonathan ieri, dopo che ce ne siamo andati da casa sua. All'inizio ero un po' titubante, ma non potevo certo rimanere ancora per molto nell'appartamento di Colin, dopotutto abbiamo rotto da una settimana e sarebbe strano se, tornato a casa mi trovasse ancora lì con Johnson.

«Maledette prove...»

Borbotta Jonathan infastidito, ma, dopo un ultimo e veloce bacio a stampo, mi lascia andare. Mi fiondo in bagno seguita da Cody. Già,  ho portato con me anche lui, dopotutto era il mio cane, me lo ha regalato, e poi lui sembra molto più contento ora, non saprei come spiegarlo, ma è davvero raggiante.
Velocemente mi faccio una doccia e mi lavo i capelli, poi mi sistemo la faccia con un trucco leggero e mi fiondo in camera.

«Ragazzi, mi serve una mano per sciegliere il vestito da mettere al posto di quello ufficiale!»

Esclamo dalla cabina armadio in camera da letto. L'appartamento è bello grande. C'è un'ampia cucina, collegata alla sala da una grande arcata, due bei bagni e due stanze comprese di cabina armadio. Quando, appena usciti dalla casa l'autista di Victoria ci ha caricati come due sacchi di patate in auto e ci ha portato a vedere l'appartamento, questo era già arredato con uno stile super moderno, davvero molto bello ed altrettanto costoso. Sinceramente parlando è stata una bella sorpresa ed un bell'infarto, avevo davvero bisogno di spostarmi, ma qui ho persino paura di toccare le maniglie delle porte perché chissà cosa potrebbe succedere se si dovessero rompere.

«La cosa più lunga e larga che hai nel guardaroba!»

Esclama Jonathan dalla cucina, mentre sento i suoi passi farsi sempre più vicini.

«Che ne dici di questo Cody? Meno male che ci sei tu, altrimenti chissà cosa mi farebbe mettere quel matto!»

Borbotto tirando fuori un abito semplice color carta da zucchero.

«Sei bellissima, anche se tu sei bellissima anche se indossassi i vestiti di mia nonna...»

Mi sorride dolcemente sbucano dalla porta.

«Dici che questo va bene?»
«Direi che va bene anche per dopo le prove!»

Esclama lui sedendosi sulla piccola panca foderata che c'è nella cabina armadio.

«Dopo le prove? Cosa intendi dire?»

Lo guardo accigliata non capendo il senso di quelle parole.

«Semplice, ti porto a cena fuori!»

Continua con fare ovvio.

«Dopotutto dobbiamo festeggiare per quest'enorme e troppo costoso appartamento che comunque è la nostra prima casa condivisa.»
«Seconda, se contiamo anche quella di cinque anni fa...»

Sorrido mordendomi un labbro, mentre mi siedo a cavalcioni sulle sue possenti gambe.

«Hai ragione.»

Dice lui cingendomi con le braccia la vita ed avvicinando le sue labbra alle mie. Cavolo, se me lo avessero detto qualche tempo fa non ci avrei mai creduto. Insomma io ero davvero convinta di non voler più avere niente a che fare con lui, lo avevo giurato e spergiurato per anni, ma tutto questo non è servito a niente. Anche quella specie di distacco che cercavo di mantenere in sua presenza dopo averlo reincontrato era tutta una farsa, e me ne rendo conto solo ora. Non appena l'ho rivisto il mio cervello si è spento, il mio buon senso è andati in vacanza ed il mio cuore ha cominciato a galoppare. Non appena l'ho ne ero già diventata dipendente, nel momento in cui l'ho incontrato nuovamente mi ero già rinnamorata di lui ancora ed ancora, ogni giorno di più. Se dovessi attribuire il mio amore ad un animale direi che è come una fenice, brucia e continua a bruciare sempre di più finché non diventa cenere, e dalla cenere rinasce e continua così all'infinito. So di essere andata contro tutti i miei principi, ma senza rendermene conto il mio corpo ha fatto ciò che riteneva più giusto per lui.
In sostanza anche se io davvero non volevo più avere niente a che fare con Jonathan Christopher Thompson e ci ho provato con tutta me stessa, alla fine fine sono ricrollata tra le sue braccia, e questa volta è per sempre, me lo sento.

«Ti amo da morire Lilia.»
«Anch'io ti amo da impazzire Jonathan...»

Le sue labbra si appropriano delle mie in un dolce bacio pieno di tutti i logoranti sentimenti che proviamo l'uno per l'altra.

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