CAPITOLO 48

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«Buongiorno, sono la signorina Smith e abbiamo un appuntamento per vedere la location nella quale si terranno i festeggiamenti...»

Dico cercando di essere il più convincente possibile. Accanto a me Jonathan mi stringe la mano per darmi sostegno e conforto.

«Certamente, lei dev'essere lo sposo allora.»
«Esatto.»
«Prego, seguitemi da questa parte.»

Sentendomi esausta dopo aver raccontato tutte quelle balle, mi faccio trascinare da Jace dietro alla signorina che ci ha accolti e che ora ci sta portando sul luogo dove si terrà tutto il dopo cerimonia.

«Come le avevo già accennato al telefono è stata una pura casualità che si sia liberato proprio quel giorno. Solitamente non riceviamo mai disdette, ma a quanto pare la coppia ha avuto dei problemi ed il matrimonio è stato annullato.»

La ragazza ci sorride gentile mentre percorriamo il corridoio.

«Katy.»

La voce di una donna attira l'attenzione di tutti i presenti. È una signora sulla sulla quarantina, molto bella e composta. È estremamente elegante nel suo completo ed il suo sorriso è bellissimo.

«Chi sono questi signori?»

Domanda alla ragazza che ci stava accompagnando. I suoi capelli sono marrone chiaro, perfettamente sistemati in uno chignon ed i suoi occhi sono di un azzurro così chiaro che ricorda molto quello di Jace.

«Loro sono i signori Smith, la coppia delle sedici.»

Le risponde lei con tono servizievole.

«Capisco...»

Dice la donna continuando a sorridere.

«Vai pure Katy, accompagnerò io stessa i signori nella sala.»
«Ma s-signora-»
«Va tutto bene, quello può aspettare. I clienti giovani ed innamorati come loro hanno la priorità!»

Dice la donna con voce gentile, ma allo stesso tempo ferma ed autoritaria. Dopodiché ci conduce davanti ad un grande portone bianco panna.

«Come sapete bene le nostre sale sono molto rinomate per eventi di tale importanza. È essenziale che sia tutto in regola perché, come voi, anche noi ci teniamo a fare tutto in maniera perfetta, per ottenere un risultato migliore per voi e per noi.»

Continua per poi aprire due enormi porte e farci entrare nell'enorme sala dove, se l'incontro di oggi sarebbe andato bene, si sarebbe festeggiato il matrimonio di Chassy. È magnifico, sembra di essere precipitati letteralmente all'interno di una favola. Le pareti pieni di rose, l'arredamento estremamente raffinato l'enorme balcone che da su un magnifico giardino rende tutto molto piacevole alla vista. A primo impatto mi sembra di essere diventata Alice e di essere finita nel Paese Delle Meraviglie.

«È magnifico...»

Esclamo entrando nella sala con occhi sognanti. Magari potessi davvero sposarmi in un posto del genere. Anche se sono sicura essere opera della madre di Chassy, so per certo che le piacerà tantissimo.

«Sono onorata che la nostra sala le piaccia.»

Sentenzia la donna seguendomi all'interno.

«Come potete vedere le pareti sono tappezzate di rose rosse e bianche che danno un tocco delicato alla sala. Per quanto riguarda l'arredamento abbiamo tavoli rotondi in stile londinese e sedie abbinate che rendono il tutto molto raffinato.»

Continua illustrandoci i vari punti di forza della sala. Io mi limito ad osservare tutto come se stessi sognando ad occhi aperti. Questo posto è davvero incredibile.

«Proseguendo per di qua abbiamo il balcone che da sul giardino. E ottimo per staccare un po' dalla festa nel caso gli invitati necessitino di un po' d'aria. Noi solitamente lo usiamo per la classica apertura delle danze tenuta dagli sposi, perciò, se a voi l'idea non dispiace, potreste ballarequi, magari sotto il cielo stellato.»

È vero, sarebbe così bello ballare sotto il cielo stellato in un posto del genere.

«Allora, cosa ne dite?»

Dice la donna dopo averci fatto accomodare nel suo ufficio.

«È tutto magnifico, sarebbe un sogno poter svolgere qui il matrimonio!»

Esclamo sinceramente entusiasta.

«E lei sposo, cosa ne pensa?»

La donna rivolge il suo sguardo attento su Jonathan che fino ad ora non aveva aperto bocca se non all'ingresso con la ragazza che ci aveva accolti.

«Se piace alla mia futura sposa allora piace anche a me.»

Si limita a rispondere con fare disinteressato e sbrigativo, come se non vedesse l'ora di andarsene di lì. Lo guado sbigottita. Ma che gli prende?

«Ne è sicuro? Non sembra convinto. Se a lei non piace la situazione basta che lo dica qui ed apertamente. Tra marito e moglie non ci devono essere segreti.»

Continua la donna sorridendo gentile.

«Va tutto bene, grazie.»

Le risponde seccamente.

«G-George...»

Bisbiglio pasando la mia mano sulla sua. Ma che cosa sta succedendo? Mi sono forse persa qualche punto?

«Scusatemi, per questo genere di cose sono più brave le spose, credo che aspetterò in auto.»

Sentenzia Jonathan alzandosi improvvisamente dalla sedia sotto lo sguardo impassibile della donna. Spalanco gli occhi alla scena. Ma che diamine sta facendo? È come se fosse una pentola a pressione che sta per scoppiare.

«Non so perché tu stia facendo tutto questo, ma spero che non sia quello che sembra.»

La voce della donna arriva come un lampo a ciel sereno. Jonathan si blocca a pochi centimetri dalla porta serrando i pugni in un movimento che non gli vedevo fare da tempo. Sposto lo sguardo dalla donna a lui continuando a martellarmi la testa da mille domande. Non è che si conoscono? Che rapporto c'è tra di loro? Cosa sta succedendo in questo momento, ma soprattutto perché Jonathan è così arrabbiato? Sembra davvero furioso. Chi è questa donna per lui?

«Quello che sembra?»

Sibila furente. Nel vederlo in quello stato scatto subito in piedi e lo raggiungo il più velocemente possibile.

«G-George, calmati ti prego... S-se c'è qualche problema possiamo discuterne, non serve arrabbiarsi davanti alla proprietaria dell'agenzia che ci fornirà la location per il matrimonio...»

Dico cercando di farlo ragionare. Se non ritorna in se rischiamo di mandare tutto a monte e come fare poi senza una location per il matrimonio?

«Allora? Quando inizierai a darmi spiegazioni?»

Continua la donna appoggiandosi comodamente allo schienale della poltrona sulla quale si è seduta.

«Io non ho proprio niente da spiegarti mamma.»

Ruggisce Jonathan ormai al limite. Io spalanco bocca ed occhi pietrificandomi all'istante.

«M-mamma?»

ROOMmate 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora