CAPITOLO 18

535 20 0
                                    

Richiudo la porta alle mie spalle e Cody mi corre subito incontro. Senza perdere un secondo mi siedo sull'enorme divano di pelle bianca e digito il numero di Izzy.
Dopo un paio di squilli a vuoto, finalmente risponde.

«Pro-»
«L'hai saputo?»

La interrompo bruscamente mentre accarezzo la testa pelosa di Cody, poggiata sulle mia gambe.

«Saputo cosa?»

Domanda lei con la voce impastata dal sonno.

«Chassy si sta per sposare.»

Dico senza mezzi termini. Dall'altra parte della cornetta sento una serie di rumori confusi tra loro.

«Cosa?»

Urla facendomi scoppiare un timpano.

«Mi ha chiamato una ventina di minuti fa per darmi la notizia.»
«E con chi?»

Domanda lei sconcertata.

«Ricordi quando ci parlava di un suo collega George che era molto dolce e carino?»
«E chi diamine è?»

Domanda infastidita.

«Quello della gita a Barcellona...»
«Con lui? E da quanto si vedono?»
«Cinque mesi, quasi sei a detta sua.»

Sospiro ripensando alle sue parole.

«E si vuole sposare?»

Esclama sconcertata. Annuisco come se potesse vedermi.

«È quello che le ho detto anch'io...»
«Ma è pazza? E poi non lo conosciamo nemmeno, come possiamo fidarci di lasciarla con lui?»

Sbotta frustrata mentre io continuo ad accarezzare Cody e ripensare alle ultime parole di Chassy.

«Magari non ha più bisogno della nostra approvazione...»

Provo a dire, ma Izzy quasi si soffoca dall'alto capo del telefono.

«Stiamo parlando di Chassy, Lilia. Lei è così buona che tutti puntualmente finiscono per approfittare di lei e ferirla.»

Sibila infastidita.

«Sì, ma questa volta credo che sia diverso, insomma le ha chiesto di sposarlo. Stanno facendo sul serio.»
«No, è Chassy, probabilmente sta solo cercando di ottenere la cittadinanza e lei è caduta come un pollo alle sue avance.»

Sentenzia acida. Corrugo la fronte perplessa.

«Lui è americano tanto quanto me e te, Isabelle.»
«Non ci posso credere... La stai sostenendo in questa follia? Ma sono l'unica qui ad avere un po' di cervello?»

Esclama fuori di sé dalla rabbia. Con un sospiro profondo cerco di mantenere la calma ed ignorare ciò che ha appena detto.

«No, sono d'accordo con te, ma-»
«Ed allora devi convincerla a non farlo.»

Sentenzia con tono deciso senza ammettere obiezioni.

«E perché io? Non è meglio farlo insieme la settimana prossima, non appena arrivi?»

Domando cominciando a sentire il sangue ribollire nelle mie vene.

«No, questo mese non posso tornare. Ho delle questioni di lavoro da risolvere, e se non lo faccio mi licenzieranno e perderò il lavoro che amo.»

Il suo tono di voce continua ad essere acido.

«E quindi io soltanto dovrei rovinare il suo futuro, giusto?»

Sibilo in attesa di una sua risposta che, ovviamente, non tarda ad arrivare.

«Se sei davvero una sua amica, una vera come me, sì.»

Scoppio a ridere scioccata.

«Ma davvero Isabelle? Una vera amica che non è nemmeno stata avvisata, a quanto pare.»

Sputo acida sentendola trattenere il fiato.

'Già tesoro, non ti conviene metterti contro di noi. '

«Sai, credo proprio che Chassy avesse ragione. È davvero stancante dover sottostare ai tuoi voleri.»
«Cosa vorresti dire con questo?»

Sussurra con un filo di voce.

«Voglio dire che io non impedirò a Chassy di sposarsi se è davvero quello che vuole.»
«Così la feriranno!»
«Ed allora io sarò la spalla su cui lei potrà piangere, sarò la roccia che la sosterrà e sarò l'ancora che la salverà, ma non le tarperò mai le ali. Sarò la migliore amica che merita, anche se questo vuol dire lasciare che faccia i suoi errori.»

Sussurro riattaccando.

«Io voglio sostenere Chassy...»

Mormoro tra un singhiozzo e l'altro scoppiando a piangere.
Dopo una decina di minuti, passati a piangere per sfogarmi, una volta per tutte, di tutto lo stress accumulato in quei giorni, il mio cellulare squilla nuovamente. Lo afferro e leggo il nome di Colin. Lentamente accetto la chiamata e mi porto il cellulare all'orecchio.

«Hey amore!»

Esclama allegro lui.

«Ciao...»

Mormoro piano. Non ho nemmeno voglia di fingere che tutto vada bene.

«Hey, va tutto bene?»

Il suo tono, ora preoccupato, mi rincuora un po'.

«Ho litigato con una delle mie amiche, ma passerà.»

Gli confesso, omettendo volontariamente il motivo della discussione.

«Mi dispiace Lilia...»
«Non fa niente, almeno domani possiamo stare insieme!»

Mormoro immaginandolo già con me.

«Sì, ecco, a tal proposito domani non torno.»
«Che vuol dire?»
«Ci sono degli imprevisti, dei problemi con dei potenziali partner e i miei superiori mi hanno invitato a restare qui per concludere l'accordo con loro.»

Mormora sospirando.

«Ma quando tornerai?»

Gli domando lasciandomi cadere sul schienale.

«Non lo so, dipende tutto da quanto ci vorrà a convincere quella gente.»
«Ed il tuo compleanno, come lo festeggeremo?»
«N-non ti preoccupare amore, non è importante quanto questa promozione!»

Sentenziata orgoglioso. Non ho nemmeno il tempo di replicare che, dall'altra parte, oltre alla voce di Colin si uniscono le voci di altri signori facoltosi che lo chiamano.

«Certamente signor Wilson, arrivo subito! Ok, Lilia, ora devo andare, ti amo.»

Sussurra chiudendo velocemente la chiamata. Mi stringo nelle spalle sprofondando ancora di più nel morbido divano. Perché mi sembra che tutto, ultimamente, vada nel peggiore dei modi?

ROOMmate 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora