CAPITOLO 55

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«Non ce la faccia... Lilia aiutarmi ti prego!»

Urla Chassy dal bagno. La raggiungo subito portando con me il kit di cucito.

«Lo sapevo, oggi non mi devo spostare! Anche Dio me lo sta dicendo chiaro e tondo...»

Piagnucola seduta sullo schienale del wc con indosso l'abito da sposa aperto.

«Tranquilla, adesso risolviamo con calma la situazione e vedrai che il pancione non sarà più un problema!»

La conforto cercando di calmarla. Solo oggi, nel gran giorno, quello del suo matrimonio, ci siamo accorti che la pancia era notevolmente cresciuta tanto da non permettere più al vestito, già strettino di suo, di chiudersi.

«Lilia, tu sei un'artista, quindi ti prego e ti scongiuro... fa qualcosa! Mi va bene qualsiasi cosa basta che risolvi il problema...»

La disperazione si impadronisce del suo volto mentre lentamente cade in uno stato di estrema depressione.

«Ok, non ti preoccupare, ora mi inventerò qualcosa e tu sarai bellissima, intanto stai calma e bevi un po' di acqua.»

La aiuto ad alzarsi e la porto nella stanza dedicata alla sposa. Dopodiché la faccio sedere sul divano e le do un po' di acqua fresca. Frugo velocemente nella borsetta del kit di cucito e ne estraggo sei grandi spille da balia color oro.

«Ok, credo di avere un'idea, ma tu devi aspettare qui calma e tranquilla, intese?»

Le domando guardandola negli occhi.

«Va bene, ma tu dove vai? Manca solo un'ora all'inizio della cerimonia...»

Dice lei ricominciando ad agitarsi.

«No, così non va! Devi stare tranquilla, vedrai che risolveremo questa situazione, ma tu devi mantenere la calma, ok?»

Le dico afferrandola per le spalle.

«S-sì...»

Mormora lei tornando in sé.

«Ultima cosa, i fiori del tuo bouquet erano?»

Le domando fermandomi sull'uscio della porta.

«Di rododendri... perché?»

Mi domanda lei perplessa.

«Tu non ti preoccupare, torno tra dieci minuti!»

Esclamo uscendo dalla stanza. Afferro il lungo vestito color miele scuro, tendente all'arancione e corro lungo il corridoio. In fondo scorgo Pamela e mi affretto a raggiungerla.

«Pam! Pam! Devi andare da Chassy e tenerla tranquilla finché non torno.»

Le dico tra una boccata e l'altra.

«E tu dove stai andando?»
«Non c'è tempo, tu vedi di stare con lei finché non torno altrimenti darà di matto!»

Esclamo per poi raggiungere la zona dedicata allo sposo in cerca di Jonathan. Fortunatamente lo trovo subito, mentre è intento a parlare con alcuni amici di George all'inizio del corridoio che da sull'alta riservata allo sposo.

«Jace!»

Lo chiamo raggiungendolo con il fiatone. Maledetta attività fisica che ormai è diventata la mia nemica numero uno.

«Lilia... tutto bene?»

Mi domanda lui guardandomi preoccupato.

«Ho bisogno di te e subito.»

Esclamo attaccandomi alla sua camicia per non cadere a terra. Nel mio movimento improvviso il suo visto viso si avvicina al mio e le nostre labbra quasi si sfiorano.

«Caspita fratello, ci vai forte con le donne!»

Una voce maschile mi risveglia dal mio stato di trans con quel dannatamente sexy Jonathan. Si tratta di un ragazzo di colore, altrettanto alto e muscoloso, dagli occhi incredibilmente verdi. Rimango qualche istante ad ammirare l'inaspettata armonia di quei due colori, prima che le sue parole inizino a risuonarmi nella testa come un campanello di allarme. Ma che vuol dire quello che ha detto?

«Se vi serve una stanza libera provate in quella lì in fondo al corridoio.»

Continua indicando una porta per poi portarsi alle labbra il bicchiere che teneva in mano.

«Scusatemi ragazzi, lei è Lilia, la mia ragazza. Lilia loro sono Manuel e Ivan.»

Dice Jonathan aiutandomi a rimettermi dritta.

«È davvero un piacere fare la vostra conoscenza, ma Jonathan, ho bisogno di una mano ed al più presto!»

Esclamo sempre più nervosa. Il tempo passa ed ho promesso a Chassy che avrei fatto in fretta.

«Dritta al punto la ragazza! Sei una tipa carina e decisa, hai buon gusto Thompson.»

Continua il ragazzo con un sorriso divertito. Jonathan però lo ignora cercando di capire ciò che gli sto chiedendo.

«Dannazione Jonathan! Parcheggio, macchina, ora.»

Sbotto avviandomi al parcheggio. Speriamo che così capisca perché non c'è più tempo.

«Perché mi hai fatto venire in macchina?»

Mi domanda Jonathan con aria curiosa.

«Ho bisogno della tua formidabile guida. È questione di vita o di morte per la sposa.»

Rispondo cercando di essere il più diretta e concisa possibile.

«Dove siamo diretti?»
«In un qualsiasi posto che venda fiori finti,  meglio se sono dei rododendri bianchi.»

Esclamo sentendo l'ansia salire di un'altra tacca. Dobbiamo fare presto.

«Ricevuto.»

Con una sgommata Jonathan parte alla disperata ricerca di un negozio di fiori che li venda anche finti.

«Trovato quello che cercavi?»

Mi domanda appena salgo in auto.

«Sì, e con questo fanno sei rododendri finti in pandas con il bouquet di Chassy. Ora dobbiamo tornare alla velocità della luce... le avevo detto solo dieci minuti e invece mi è toccato girare per venti negozi per trovare qua e là qualche campione di quello che cercavo, e altrettanto tempo per convincere i vari proprietari dei negozi a vendermeli!»

Mi lamento lasciandomi sprofondare sul sedile.

«Su col morale Lil, sei stata fantastica e vedrai che, qualche sia la motivazione di questa cosa andrà benissimo.»

Mi rassicura lui posandomi una mano sulla coscia. Sorrido al suo tocco quasi come se fosse una reazione istintiva.

«Direi che siamo arrivati.»

Esclama lui parcheggiando. Faccio un sospiro di sollievo e, prima di fiondarmi di corsa fuori dall'auto mi giro verso di lui.

«Ti amo Jonathan Christopher Thompson, ti amo davvero tanto.»

Esclamo lasciandogli un veloce ma altrettanto passionale bacio sulle labbra, per poi iniziare la mia maratona contro il tempo per aggiustare l'abito di Chassy.

«Eccoti finalmente!»

Esclama Pamela non appena mi vede entrare.

«Ormai la sposa non regge più. È diventata una bomba ad orologeria quindi vedi un po' di fare qualcosa per disinnescarla.»

Continua sedendosi ad una delle sedie del piccolo tavolino della stanza.

«Non ti preoccupare, ora ci penso io! Grazie ancora Pam, ti devo un favore.»

Dico col fiatone mentre raggiungo Chassy che, rannicchiata sul divano, si dondola con le ginocchia al petto.

«Lascia perdere e sbrigati, mancano solo venti minuti alla cerimonia.»

Bisbiglia lei facendo un segno col capo in direzione della futura novella sposa che ora sembra essere stata posseduta.

«Ok, Chassy, eccomi di ritorno con la soluzione al nostro problema!»

ROOMmate 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora