CAPITOLO 45

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«Cosa!»

Urla scioccata Pamela, richiamando l'attenzione di tutti i clienti presenti nella sala.

«Shhh!»

Sibilo cercando di farle abbassare la voce.
Per tutta risposta lei mi afferra per un braccio e mi trascina con forza nel bagno delle signore, per poi chiudere la porta.

«Ridimmelo ancora una volta perché credo di non aver capito bene le tue parole.»

Continua guardandomi come se davanti a lei ci fosse un alieno invece che la mia faccia.

«Smettila! Non lo dirò ancora... la cosa mi imbarazza.»

Borbotto io distogliendo lo sguardo e puntandolo ovunque tranne che su Pam.

«Cioè tu vorresti farmi credere che ieri sera hai fatto sesso selvaggio con il bello e dannato?»

Domanda con finto fare sconvolto. Le scocco un'occhiataccia mentre incrocio le braccia al petto.

«Non posso credere che di tutte le cose che ti ho detto che mi sono successe ieri a te sia arrivata solo e soltanto quella!»

Borbotto sospirando esausta. Tutta l'ansia della situazione in cui mi trovo ora, che con Jonathan sembrava non volerne sapere di palesarsi, mi sta lentamente portando alla pazzia.

«Non essere scema, certo che ho afferrato anche il resto della storia, ma quella parte non è davvero importante, no?»

Dice lei facendo spallucce con aria innocente. La guardo disperata, mentre sento le mie gambe iniziare a tremare come foglie.

«Pam, te lo chiedo in ginocchio... fai la seria per una volta!»

Mormoro appoggiardomi ai lavandini.

«Io sono sempre seria! Insomma, hai scoperto che la faccia ti faceva le corna nel suo "viaggio di lavoro" e quindi ti sei sentita leggermente cornificata, giusto?»

Mi domanda lei appoggiandosi a sua volta su una delle porte delle cabine. Annuisco senza proferire alcuna parola.

«E allora? Se ci rifletti bene a te non è mai piaciuto per davvero quel tipo ed il fatto che tu lo abbia beccato a letto con un'altra è stata un'ottima opportunità per mollarlo in tronco senza dovegli dire "hey, scusami tanto ma da cinque anni a questa parte mi hai sempre fatto schifo, ma io sono troppo Lilia per puntare i piedi per terra e decidermi finalmente a prendere quello che voglio davvero", o a sentirti in colpa come al tuo solito.»

Esclama lei con il suo tipico fare noncurante.

«Non dire queste cose... mi fai sentire un mostro!»

Borbotto sprofondando sempre di più nella malinconia. Per tutta risposta Pamela sbuffa indicando di essersi finalmente arresa con il suo approccio che per me è fin troppo aggressivo.

«Sai che ammette a se stessi di non avere colpe ogni tanto non fa male? Dovresti lasciarti andare ed ammettere a te stessa che non hai mai provato nessun sentimento d'amore per lui perché il tuo cuore è sempre appartenuto ad un altro ragazzo.»

Dice appoggiandomi una mano sulla spalla con fare affettuoso.

«E questo non mi renderà una persona orribile, capace solo di sfruttare le altre persone?»

La mia voce esce come un sussurro, mentre persino ai miei occhi sembro una bambina piccola in cerca di conforto dalla propria mamma.

«No, nessuno lo potrebbe mai pensare di te! La prima volta che ti ho incontrato non mi sei piaciuta subito-»
«C-cosa?»

Biascico guardandola sorpresa.

«Lasciami finire almeno!»

Esclama lei di rimando mentre scuote la testa divertita.

«Insomma, credevo che persone gentili e premurose come te non esistessero e che quelle che apparivano così fossero solo delle grandissime stronze doppio giochiste che non avevano le palle per dire ciò che pensavano a voce alta, e quindi non mi piaceva il tuo modi di fare perché credevo che anche tu fossi così, ma mi sbagliavo. Tu non sei cattiva e se io provassi a preoccuparmi degli altri anche sono un terzo di come fai tu credo che impazzirei completamente! Dico sul serio Lilia, tu sei una persona meravigliosa che passa la propria vita a preoccuparsi degli altri, ma ricordati che anche tu sei un essere umano ed hai bisogno di essere aiutata e sostenuta a tua volta, chiaro?»

Conclude Pam sorridendomi gentile. Io, per tutta risposta scoppio in lacrime abbracciandola grata.

«Grazie P-Pam... t-ti vo-voglio bene a-anchio!»

Singhiozzo mentre lei mi accarezza la schiena.

«Santo cielo, ora cerca di calmarti sciocchina e vedi di non farmi dire ancora cose così smielate o credo che potrebbe venirmi il diabete!»

Boffonchia Pamela mentre, con un sospiro, continua ad abbracciarmi. Annuisco senza riuscire a proferire parola.

«E poi, ora che hai finalmente tirato fuori gli artigli e ti sei decisa a stare con la persona che davvero ti piace non c'è più bisogno che tu sia sempre così buona con tutti!»

Continua staccandosi per guardarmi negli occhi.

«Dopotutto, ora che la frittata è fatta e qualsiasi tipo di protezione è stata omessa dal vostro rapporto, dovresti preoccuparti più di te stessa e del mio adorabile nipotino, che di qualche idiota senza speranza!»

Impallidisco alle sue parole.

«N-nipotino?»

Biascico sentendomi rigida come un pezzo di legno. Ah, già... avrò un bambino.

«Lilia... tutto bene?»

Mi domanda Pamela probabilmente notando il mio improvviso scarso colorito in volto.

«Ok, forse ho esagerato un po'...»

Continua cercando un qualsiasi segno che attesti la mia non morte cerebrale.

«Forse hai bisogno di zucchero, insomma non hai ancora fatto io test, e poi, da quello che so io, non è che basti farlo solo una volta per rimanere incinta!»

Cerca di tranquillizzarmi un po' passandomi uno dei suoi pezzetti di cioccolato che solitamente tiene in tasca per gli "spuntini fuori orario".
Lo prendo e, sentendo la forza abbandonarmi secondo per secondo, me lo porto alla bocca.

«Sai che non si dovrebbe mentire alle persone che stanno male?»

Le dico cercando disperatamente di pensare a qualcos'altro.

«Beh, non sempre la verità è la soluzione migliore, non ti pare?»
«E quale sarebbe la soluzione migliore allora?»
«Di sicuro quella che per ora non ti fa dare di matto, dopotutto questo pomeriggio abbiamo hai l'incontro con il catering e la scelta della location, giusto?»

Esclama lei ricordandomi l'incontro di questo pomeriggio con Chassy. Già, è vero. Con tutto quello che mi è successo me l'ero già dimenticato.

«Forse hai ragione tu, questo non è il momento giusto per piangermi addosso, ora Chassy conta su di me ed io devo assolutamente esserci con la testa.»

Apro il rubinetto e mi do una veloce rinfrescata al viso. Meno male che oggi non mi sono truccata.

«Brava ragazza, ora andiamo a spaccare il culo a qualche cliente ed a mangiare la mia cioccolata!»

Dice Pamela con un sorriso a trentadue denti. Scuoto la testa sorridendo divertita.

«Se ti sentisse il capo...»
«Nah, ma chi, il vecchio? Figurati se quello mi sente, sordo com'è!»

Esclama lei sempre più euforica.

«Andiamo prima di venire sgridate!»

Dico aprendo la porta del bagno e uscendovi seguita da Pam, che ancora sghignazza.
Sono davvero fortunata ad avere un'amica come lei, che nel momento del bisogno sa sempre cosa dire o come fare per tirarmi su il morale, ma ciò non toglie il fatto che da qui in poi, per me sarà tutta un'incognita. Cosa succederà adesso?

ROOMmate 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora