CAPITOLO 39

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«Non posso credere che tu l'abbia fatto davvero!»

Esclama Chassy seduta davanti a me, per poi riempirsi la bocca con una forchettata di un assaggio di torta al cioccolato.

«Lo so.»

Sbuffo io ripensando alla telefonata del giorno prima. Non ero ancora del tutto sicura della mia decisione, ma oramai la frittata era fatta ed, inoltre, non potevo tirarmene fuori così, senza essermi chiarita le idee una volta per tutte.

«Quindi questa sera vi vedrete, giusto?»
«Sì, ma non ti montare la testa, servirà soltanto a capirci meglio.»

Le dico scuotendo la testa e passandole un tovagliolo pulito.

«Umh, che buona questa... devi proprio assaggiarla, credo che sia la cosa più buona che io abbia mai mangiato in tutta la mia vita!»

Continua lei ignorando le mie parole e porgendomi una forchettata del dolce.
La guardo storto scuotendo nuovamente la testa.

«No grazie, dopo aver assaggiato più di venti torte diverse io non ho la più pallida idea di come tu possa avere ancora voglia di mangiare altri dolci.»

Borbotto guardando la pila di piatti vuoti sistemati l'uno sopra l'altro in un angolo del tavolino.

«Non lo so, è da qualche settimana che ho una fame incontenibile...»

Confessa facendo spallucce. La osservo in silenzio addentare con espressione famelica un'altra fetta di torta.

«Dovresti cercare di non mangiare troppi zuccheri, insomma, non sono un dottore, ma credo che non faccia bene al bambino.»
«Non esagerare. Non mi sto mica mangiando tutta la pasticceria!»

Dice guardandomi seria. Le rivolgo un'occhiataccia carica di sarcasmo mentre le indico la pila di piatti vuoti.

«No, altri due piatti e ti sei fatta fuori anche la pasticceria della via accanto...»

Borbotto piano vedendo arrivare la cameriera.

«Bene ragazze, c'è qualcosa che vi ha colpito?»
«Questa qui!»

Esclama Chassy saltando in piedi euforica.

«Voglio questa!»

Continua per poi guardarmi con espressione entusiasta.

«Che ne dici Lilia?»

Mi domanda sorridendo. Sorrido a mia volta limitandomi ad annuire. È bello vederla così contenta dopo tutto quello che ha passato.

«Molto bene allora, se-»

L'inconfondibile rumore della suoneria del mio cellulare interrompe bruscamente il discorso della cameriera, facendomi trasalire dallo spavento. Lo afferro velocemente scusandomi. Sullo schermo leggo il nome di Jonathan ed il mio cuore inizia a correre all'impazzata mandandomi in crisi.

«Lilia?»

Chassy inclina leggermente la testa guardandomi preoccupata.

«Scusatemi un secondo...»

Sorrido alzandomi velocemente per raggiungere l'ingresso del locale ed uscire prima che potesse fare domande. L'aria brutalmente fredda mi arriva in piena faccia come fosse un muro compatto dal quale non si può scappare. Lo ringrazio mentalmente per avermi aiutato a tornare coi piedi per terra. Scorro e mi porto il cellulare all'orecchio.

«Pronto.»
«Ti ho... disturbata?»

La sua voce è interrotta da pesanti sospiri affannati che cerca visibilmente di placare senza apparente successo.

«No, beh ecco, non proprio...»
«Mi dis-piace...»

Continua piano, probabilmente cercando di non farsi sentire da qualcuno.

«Ma sei con una ragazza?»

La domanda mi esce così veloce che non faccio nemmeno in tempo a soffocarla in fondo alla gola che è già fuori, in mezzo all'aria fredda.

«Cosa?»

Mi domanda in maniera così goffa che, senza accorgermene, mi spunta un sorriso sulle labbra.

«Io... no, non c'è nessuna... io-»

Cerca di spiegarmi tutto d'un fiato con un tono, ora super esagitato.

«Non importa, non devi-»
«Lilia, non c'è nessun'altra che te nella mia vita. Questa è probabilmente l'unica cosa di sicura che c'è...»

Mi blocca tornando serio. Nonostante non sia qui fisicamente, la mia mente lo vede esattamente come se fosse davanti a me in questo preciso momento. Lui con i suoi capelli biondi ed i suoi lineamenti da duro ed impossibile, i suoi occhi chiari più dello smeraldo e la sua pelle così liscia e calda che... Un improvviso nodo alla gola mi riporta alla realtà. Non posso lasciarmi andare così, farmi travolgere dalle emozioni di quando ancora mi lasciavo affascinare dalle favole. Devo assolutamente essere in grado di controllare le mie emozioni e tenere chiusi in un cassetto tutti i ricordi e le sensazioni che lui mi provoca o il piano fallirà ancora prima di essere cominciato.

«Che cosa c'è?»

Domando secca, cercando di rimanere, una volta per tutte, coi piedi ben piantati per terra.

«Solo sentirti.»

Dice semplicemente facendo cadere come fosse castelli di carta tutte le mie convinzioni. Che cosa mi sta succedendo?

ROOMmate 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora