13 : 𝓑𝓾𝓸𝓷 𝓾𝓶𝓸𝓻𝓮

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9 dicembre 1993

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9 dicembre 1993

Cassiopeia dopo aver letto il biglietto si era chiusa nel bagno della propria stanza per farsi una doccia calda rigenerante, aveva tutti i muscoli intorpiditi per aver dormito seduta.

"Lupin che fine avevi fatto ieri?" domandò Angelina una volta uscita dal bagno con ancora l'asciugamano a dosso.

"Sono andata in infermeria, non mi sentivo molto bene" mentì "Avevo detto ai gemelli che non era in gran forma"
"Per questo eri così strana a cena?" questa volta fu Alicia a parlare, si erano preoccupate abbastanza per l'amica e sapere da lei stessa che semplicemente non si era sentita bene, le rassicurò.

"Sì, tranquille" rispose con un sorriso dolce. Adorava quando si preoccupavano per lei ma le dispiaceva che negli ultimi giorni questa cosa era successa più volte.

"Vuoi che ti aspettiamo per scendere o..."
"No Angie, andate, arrivo tra poco" sorrise dolcemente.

Quando chiusero la porta e fu sicura di essere completamente da sola, con ancora solo l'asciugamano a dosso, recuperò carta e penna e rispose al suo anonimo.

Quando chiusero la porta e fu sicura di essere completamente da sola, con ancora solo l'asciugamano a dosso, recuperò carta e penna e rispose al suo anonimo

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Desiderava con tutto il cuore di averlo visto e averlo avuto a pochi passi da sé le accelerò il battito del cuore.
Era normale provare quelle sensazioni per qualcuno di cui non si sa niente? Era normale provare quelle sensazioni per delle parole scritte su della pergamena? 
Probabilmente no, ma diamine se quelle parole la facevano sentire bene.

Dopo aver posizionato il biglietto, si sbrigò a vestirsi con vestiti semplici, dato che era sabato e ciò significava niente lezioni, e scese per fare colazione.

"Siamo di buon umore stamattina?" chiese Lee vedendola arrivare con un sorriso a trentadue denti.

"Mi sono svegliata bene" ammise dolcemente riempiendosi il bicchiere di succo di zucca.

Oliver, seduto pochi posti più in là, la osservava.
Si sentiva in colpa per come l'aveva trattata e per come la stava ignorando tutt'ora ma il suo stupido orgoglio gli impediva di farsi avanti e avere una conversazione civile.

Così si limitò a guardarla e a sorridere vedendola così spensierata. Vederla così gli provocò una sensazione di benessere e tranquillità.

"Baston per te va bene?" questa domanda lo svegliò completamente dai suoi pensieri. Non aveva seguito neanche una parola del discorso e non aveva neanche capito chi gli avesse fatto la domanda troppo distratto dall'osservare la ragazza.

Cuori di Carta || Oliver BastonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora