22. chi sei davvero?

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♪-Shape of you, Ed. Sheeran

<Direi per oggi basta, c'è già il tramonto, dovrei tornare a casa, non voglio perdermelo!> iniziò Weap iniziando a riporre le sue cose.

<Perderti cosa?> chiese sperduto.

<Il tramonto e le stelle! Sai ho questo amore verso il cielo ed amo prendermi minuti e minuti per osservarlo, soprattutto il tramonto.>

<È simpatica come cosa, per quale motivo?> Weap sospirò.

<In realtà non lo so bene, mi piace, mi trasmette tranquillità, speranza, gioia e amore...>

<amore?>

<Si, penso che una delle cose più romantiche sia darsi il primo bacio davanti al tramonto e rimanere insieme fino a quando non spuntano le stelle.>

<Fico, cioè bello, non fico, non c'è niente di fico, cioè si.> Weap rise.

<Ho capito tranquillo.> disse ridacchiando. Rimasero in silenzio qualche secondo. <Però sai, quando abbiamo mangiato quel churro sulle scale di emergenza, ho visto una vista fantastica e mi sembra che il sole calerà proprio davanti, per cui penso che lo guarderò qui e puoi unirti se ne hai voglia...>

<Oh- umh... si, si.> lei sorrise e corse via dalla stanza.

<Grazie per l'accoglienza May.> disse Weap mettendo giacca e zaino. Peter la seguì.

<Ehi, dove andate voi due?>

<In giro.> concluse Weap uscendo. Tornarono all'edificio dove erano prima, nello stesso identico punto.

Si sedettero e guardarono il cielo, colorato dal rosso e le sue sfumature.

<È stupendo...> disse Weap. Peter annuì. Si voltò verso di lui.

<Dai cos'altro ti piace? cos'altro ami?> lui ci pensò.

<Umh... amo far del bene.>

<Tipo un supereroe?>

<C-cosa? Io un supereroe, ma no!> esclamò. Si poteva notare l'imbarazzo ed il nervosismo nel parlare di questo argomento.

<Tu invece cosa ami?>

<Devo pensarci, amo tante cose, il tramonto, mio padre, la vita in generale, ma non so cosa amo immensamente più del resto.>

<Quando lo saprai, fammelo sapere.> ironizzò lui. Risero.

<Ora devo proprio andare, devo salvare il mondo nelle vesti da supereroe notturno...> ironizzò Weap alzandosi e nuovamente notò lo sguardo nervoso di Peter.

Scese dalle scale, ma in un primo momento si bloccò.

<Tu che supereroe saresti se tu potessi?>

<Ironman o Spiderman.>

<Umh... interessante.> concluse Weap. Infine tornò a casa sua.

Arrivò alla Stark Tower, in cui si era trasferita con Tony dopo l'incontro contro Captain America. Trovò Tony che stava smanettando sullo schermo tredimensionale.

<Ehi Tonto!> esclamò.

<Ciao streghetta inquietante.> si scambiarono un sorriso.

<Che fai?>

<Lavoro... tu che hai fatto?> chiese accennando un sguardo di gelosia.

<Tranquillo non è successo niente, solo amicizia... però penso che quel ragazzo nasconda qualcosa, anche l'altro.>

<L'altro?>

<Si, un'altro che fa ritardo alla stessa identica ora. Che mistero.>

<Mi raccomando non fare lo Sherlock Holmes della questione è rimani in disparte.>

<Io non faccio la Sherlock Holmes, io sono Sherlock Holmes.>

<Certamente, io sono una fata.>

<Beh, tu voli se indossi l'armatura quindi se lanciassi glitter lo saresti davvero.> levò gli occhi al cielo divertito.

<Cheeseburger?> chiese Weap.

<Ovvio.> concluse Tony. Weap salì in camera sua, si buttò sul letto ed iniziò a scrivere sul suo diario.

"Caro diario,

Mi sono fatta forza e ho ricominciato a sorridere, dopo settimane di tempo sono tornata me stessa. Non ti mentirò, continuano a mancarmi e non smetterò di cercarmi, ma voglio vivere la mia vita comunque.

Peter è un vero amico, mi ha tirato su lui e mi ha fatto passare una bella giornata. Tuttavia so per certo che nasconde qualcosa, chiamiamolo istinto.

Mi fido tantissimo di lui e vorrei dirli il mio segreto, ma non prima di scoprire il suo."

Chiuse il diario e guardò il soffitto, creando una lista da spuntare sulle possibili risposte da dare alla tuta.

<Weap! Ci sono i cheeseburger!> la richiamò Tony fermandola. Lo raggiunse di corsa, si misero a tavola ed iniziarono a mangiare.

La cena passò tranquillamente, mentre parlavano delle loro giornate e si scambiarono decine di risate. Ci fu un po' di silenzio e riflessione per Weap.

<Tutti bene? Sembri sperduta.>

<A te mancano? I ragazzi, gli Avengers?> sospirò.

<Si, insomma un pochino...>

<Avengers... supereroi... la battaglia contro cap... il bimbo ragno, con il costume blu e rosso...> iniziò a dire sottovoce Weap.

<Che balbetti?> chiese curioso Tony.

<Quanti anni ha Spiderman?>

<In realtà non lo so, ma si nota molto bene che è giovane.>

<Si... quanto me, alla mia età...> Tony li rivolse uno sguardo confuso.

<Cosa stai dicendo?>

<Niente, devo andare ho sonno.> concluse Weap correndo nella sua camera, evitando altre domande.

<Che strana.> commentò Tony. Weap si buttò sul letto nuovamente e fece ricerche su Spiderman, recensioni e modi di fare, ricordò anche l'incontro con lui e lo mise a confronto con Peter Parker, arrivando poco dopo ad una conclusione.

<La voce, i modi di fare, il costume, come parla e si comporta, il nervosismo a parlarne, il fatto che sparisce sempre... lui è Spiderman. L'ultima cosa per saperlo al 100% è vedere se quella che sembra un tuta, sia davvero la tuta di Spiderman... domani lo scoprirò.> si disse tra se e se.

Prese il cellulare, per vedere se nel caso Natasha le avesse risposto, ma niente. Le scese una lacrima, ma tutto d'un tratto, un fortissimo mal di testa che la fece quasi svenire, le impedì di versare altre lacrime.

Lasciò il telefono sul comodino e si mise a letto addormentandosi, passando una notte da incubo.

il diario di Weap Stark.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora