La ragazza uscì, sembrando quasi un'altra persona: aveva gli occhi viola, i pugni stretti, la rabbia nel corpo ed il cuore spezzato.
Andò dai ragazzi, che ancora non si erano staccati. Li urlò contro.
<Come avete potuto?!> urlò a squarciagola.
I ragazzi si staccarono, rimanendo imbarazzati e scioccati.
<Non è come sembra!> urlò Peter. Lei si infuriò ancora di più.
<Non credi di avermi preso per il culo abbastanza? Ora mi dici anche che non ci vedo bene? Ma va a quel pese!> urlò.
<Possiamo risolvere tutto!>
<No! Tu hai rovinato tutto, soprattutto me! Non dobbiamo risolvere nulla!>
<No ti prego io... io mi sono semplicemente innamorato di nuovo, ma non volevo ferirti, credimi.>
<Ah no? Allora hai fallito!> disse. Stava per diventare quel mostro, il mostro che solo Peter sapeva tranquillizzare. Stava soffrendo diventando così, finché non iniziò a calmarsi.
In quel momento, la donna che li stava sempre spiando, rise. La collana di Weap si illuminò.
<NO!> urlò Weap, ritirando il mostro. Toccò la collana che le aveva dato Janette e si buttò a terra scoppiando in un pianto isterico.
<Vattene! Anche tu!> urlò Weap. I ragazzi corsero via all'albergo.
Lei rimase per strada ad urlare e piangere, sperando che Janette uscisse e la consolasse, ma non la vedeva dietro le vetrate. Sperava fosse tutto un incubo.
Rimase ferma, continuando la sua disperazione, poi decise di chiamare l'unica persona che non l'aveva tradita: suo padre.
Accese il telefono e lo chiamò.
<ti prego rispondi> diceva a bassa voce. Finché non sentì la sua voce.
<Ehi Weap, domani ci vediamo finalmente!>
<Posso vederti ora, in questo preciso momento?> disse singhiozzando.
<Che hai?> rispose preoccupato.
<Ti spiegherò tutto, ma sono troppo debole per t-teletrasportarmi così lontano... puoi mandare u-un aereo?>
<Certo va bene... ci vediamo tra qualche ora.> lei annuì e spense il telefono. Si alzò in piedi e camminò un bel pò fino all'albergo.
Entrò. Arrivò nella sua camera, sperando che durante la strada abbia incontrato Caroline, Bonni o Elena, ma i suoi desideri non si avverarono.
Aprì la porta. Entrò nella sua camera e fece le valigie. Uscì fuori andando dal professore, per avvisarlo delle sue azioni.
Durante la strada passò anche davanti al camera di Peter. Strinse i pugni e i suoi occhi iniziarono a farsi viola. Li chiuse e si calmò, poi continuò il suo cammino.
Due passi più avanti sentì il rumore di una porta aprirsi, non si voltò perché sapeva già chi era.
<Ehi Weap... perché hai la valigia? Aspetta che ti aiuto a portarla.> disse Peter. La ragazza non li rispose e tantomeno si voltò.
Il ragazzo corse da lei, Prese la valigia, ma lei non si fermò.
<Dove vai? Rispondimi!> urlò.
<Non urlare, svegli gli altri.> disse lei. Il ragazzo la raggiunse nuovamente.
Le prese un braccio, voltandola verso di lui. Lei li diede un calcio e li fece mollare la presa. Recuperò la valigia e continuò a camminare dal preside, più velocemente.
Il ragazzo, che si riprese poco dopo la raggiunse nuovamente e la prese per un braccio.
<Ancora! Vattene! Lasciami in pace!> disse. Il ragazzo si rattristi.
<Ma stai piangendo?> la ragazza si infuriò di più.
<Ma allora mi prendi davvero in giro!> urlò. Iniziò a colpirlo sul petto.
<Lasciami in pace! Hai fatto abbastanza!>
<Fermati! Calmati!> urlò.
<Guarda che ora ti ammazzo!> disse con una voce quasi posseduta. I suoi occhi si fecero viola è il mostro stava di nuovo uscendo. Chiuse gli occhi, provando un forte dolore nel petto e tirando un piccolo urlò. Il mostro si ritirò. La collana si illuminò nuovamente, così Peter la notò.
<Chi te l'ha data quella collana?> chiese confuso.
<Janette! Tranquillo, io a confronto tuo non ti tradisco con qualcun'altro. Il ragazzo divento più confuso di prima.
<Di cosa parli?!> Weap si alzò in piedi, sempre più presa dall'ira. Il mostro stava di nuovo uscendo, più forte di prima.
<Ora è troppo!> disse. Il mostro stava uscendo e la sua voce era demoniaca. Lanciò via Peter con l'energia, ma il ciondolo riuscì a fermare il mostro prima che Weap uccise il ragazzo, provocando di nuovo il dolore al petto.
<Tu sai di cosa parlo! Parlo di te ed MJ e non voglio nemmeno entrare nei dettagli. Pensavo fossi abbastanza intelligente da capire che tra noi è finita!> concluse. Esausta di teletrasportò fuori dall'hotel con la sua valigia, senza nemmeno avvertire il professore.
Arrivò in piazza con il teletrasporto, iniziando a camminare verso l'aeroporto.
Peter era rimasto solo, ferito e confuso.
Ma tra me ed Mj non c'è nulla... n-non capisco... pensò.Si alzò in piedi e bussò alla porta di Mj. Lei aprì poco dopo.
<Ehi, che ci fai qui?> disse lei sorridendoli.
<Che cosa hai fatto?> lei lo guardò confusa.
<Cosa intendi?>
<Cosa hai detto a Weap? Pensa che l'ho tradita con te!> lei spalancò gli occhi.
<Ma secondo te il rovinerei la vostra relazione perdendo i due amici stretti che ho? Non sono così!>
<Allora, perché pensa così?>
<Forse per la tua sorpresa che alla fine sembra quasi un tradimento, se lei non lo sa.>
<Ma non ha senso, lei me lo direbbe e no. chiuderebbe per questo.>
<Ah no? Possiamo parlare? Entra.> disse lei. Lui entrò.
<Sembrava arrabbiata con te anche quando combattevate contro il mostro di lava.> lui rimase scioccato.
<Che intendi? Quale mostro?>
<Ah giusto, so che sei Spider man.>
<Cosa? No, non sono Spiderman! >
<Bene allora ti dico le prove: primo, Weap e te scomparite allo stesso momento e poco dopo lei esce in tv con Spiderman, secondo, Spiderman c'è sempre dove siamo noi, stranamente proprio quando scompari, terzo, io ho visto la battaglia con le gemelle, Mysterio, Weap e quella che mascherano come "Scimmia notturna"> Peter rimase confuso.
<Aspetta, ma chi sono le gemelle?>
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il diario di Weap Stark.
FanfictionUna ragazza usata per degli esperimenti, con un potere particolare e piena di vuoti di memoria sulla sua infanzia, di cui l'unica cosa che li resta é un diario in cui rivolge tutta se stessa. Venne aiutata dagli Avengers che la portarono ad una vi...