70. tutto ha una fine

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La ragazza uscì, sembrando quasi un'altra persona: aveva gli occhi viola, i pugni stretti, la rabbia nel corpo ed il cuore spezzato.

Andò dai ragazzi, che ancora non si erano staccati. Li urlò contro.

<Come avete potuto?!> urlò a squarciagola.

I ragazzi si staccarono, rimanendo imbarazzati e scioccati.

<Non è come sembra!> urlò Peter. Lei si infuriò ancora di più.

<Non credi di avermi preso per il culo abbastanza? Ora mi dici anche che non ci vedo bene? Ma va a quel pese!> urlò.

<Possiamo risolvere tutto!>

<No! Tu hai rovinato tutto, soprattutto me! Non dobbiamo risolvere nulla!>

<No ti prego io... io mi sono semplicemente innamorato di nuovo, ma non volevo ferirti, credimi.>

<Ah no? Allora hai fallito!> disse. Stava per diventare quel mostro, il mostro che solo Peter sapeva tranquillizzare. Stava soffrendo diventando così, finché non iniziò a calmarsi.

In quel momento, la donna che li stava sempre spiando, rise. La collana di Weap si illuminò.

<NO!> urlò Weap, ritirando il mostro. Toccò la collana che le aveva dato Janette e si buttò a terra scoppiando in un pianto isterico.

<Vattene! Anche tu!> urlò Weap. I ragazzi corsero via all'albergo.

Lei rimase per strada ad urlare e piangere, sperando che Janette uscisse e la consolasse, ma non la vedeva dietro le vetrate. Sperava fosse tutto un incubo.

Rimase ferma, continuando la sua disperazione, poi decise di chiamare l'unica persona che non l'aveva tradita: suo padre.

Accese il telefono e lo chiamò.

<ti prego rispondi> diceva a bassa voce. Finché non sentì la sua voce.

<Ehi Weap, domani ci vediamo finalmente!>

<Posso vederti ora, in questo preciso momento?> disse singhiozzando.

<Che hai?> rispose preoccupato.

<Ti spiegherò tutto, ma sono troppo debole per t-teletrasportarmi così lontano... puoi mandare u-un aereo?>

<Certo va bene... ci vediamo tra qualche ora.> lei annuì e spense il telefono. Si alzò in piedi e camminò un bel pò fino all'albergo.

Entrò. Arrivò nella sua camera, sperando che durante la strada abbia incontrato Caroline, Bonni o Elena, ma i suoi desideri non si avverarono.

Aprì la porta. Entrò nella sua camera e fece le valigie. Uscì fuori andando dal professore, per avvisarlo delle sue azioni.

Durante la strada passò anche davanti al camera di Peter. Strinse i pugni e i suoi occhi iniziarono a farsi viola. Li chiuse e si calmò, poi continuò il suo cammino.

Due passi più avanti sentì il rumore di una porta aprirsi, non si voltò perché sapeva già chi era.

<Ehi Weap... perché hai la valigia? Aspetta che ti aiuto a portarla.> disse Peter. La ragazza non li rispose e tantomeno si voltò.

Il ragazzo corse da lei, Prese la valigia, ma lei non si fermò.

<Dove vai? Rispondimi!> urlò.

<Non urlare, svegli gli altri.> disse lei. Il ragazzo la raggiunse nuovamente.

Le prese un braccio, voltandola verso di lui. Lei li diede un calcio e li fece mollare la presa. Recuperò la valigia e continuò a camminare dal preside, più velocemente.

Il ragazzo, che si riprese poco dopo la raggiunse nuovamente e la prese per un braccio.

<Ancora! Vattene! Lasciami in pace!> disse. Il ragazzo si rattristi.

<Ma stai piangendo?> la ragazza si infuriò di più.

<Ma allora mi prendi davvero in giro!> urlò. Iniziò a colpirlo sul petto.

<Lasciami in pace! Hai fatto abbastanza!>

<Fermati! Calmati!> urlò.

<Guarda che ora ti ammazzo!> disse con una voce quasi posseduta. I suoi occhi si fecero viola è il mostro stava di nuovo uscendo. Chiuse gli occhi, provando un forte dolore nel petto e tirando un piccolo urlò. Il mostro si ritirò. La collana si illuminò nuovamente, così Peter la notò.

<Chi te l'ha data quella collana?> chiese confuso.

<Janette! Tranquillo, io a confronto tuo non ti tradisco con qualcun'altro. Il ragazzo divento più confuso di prima.

<Di cosa parli?!> Weap si alzò in piedi, sempre più presa dall'ira. Il mostro stava di nuovo uscendo, più forte di prima.

<Ora è troppo!> disse. Il mostro stava uscendo e la sua voce era demoniaca. Lanciò via Peter con l'energia, ma il ciondolo riuscì a fermare il mostro prima che Weap uccise il ragazzo, provocando di nuovo il dolore al petto.

<Tu sai di cosa parlo! Parlo di te ed MJ e non voglio nemmeno entrare nei dettagli. Pensavo fossi abbastanza intelligente da capire che tra noi è finita!> concluse. Esausta di teletrasportò fuori dall'hotel con la sua valigia, senza nemmeno avvertire il professore.

Arrivò in piazza con il teletrasporto, iniziando a camminare verso l'aeroporto.

Peter era rimasto solo, ferito e confuso.
Ma tra me ed Mj non c'è nulla... n-non capisco... pensò.

Si alzò in piedi e bussò alla porta di Mj. Lei aprì poco dopo.

<Ehi, che ci fai qui?> disse lei sorridendoli.

<Che cosa hai fatto?> lei lo guardò confusa.

<Cosa intendi?>

<Cosa hai detto a Weap? Pensa che l'ho tradita con te!> lei spalancò gli occhi.

<Ma secondo te il rovinerei la vostra relazione perdendo i due amici stretti che ho? Non sono così!>

<Allora, perché pensa così?>

<Forse per la tua sorpresa che alla fine sembra quasi un tradimento, se lei non lo sa.>

<Ma non ha senso, lei me lo direbbe e no. chiuderebbe per questo.>

<Ah no? Possiamo parlare? Entra.> disse lei. Lui entrò.

<Sembrava arrabbiata con te anche quando combattevate contro il mostro di lava.> lui rimase scioccato.

<Che intendi? Quale mostro?>

<Ah giusto, so che sei Spider man.>

<Cosa? No, non sono Spiderman! >

<Bene allora ti dico le prove: primo, Weap e te scomparite allo stesso momento e poco dopo lei esce in tv con Spiderman, secondo, Spiderman c'è sempre dove siamo noi, stranamente proprio quando scompari, terzo, io ho visto la battaglia con le gemelle, Mysterio, Weap e quella che mascherano come "Scimmia notturna"> Peter rimase confuso.

<Aspetta, ma chi sono le gemelle?>

il diario di Weap Stark.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora