89. costi quel che costi

110 6 0
                                    

Janette rimase da sola, con il suo pensiero.
Weap era di fronte a lei.

<Cosa?> si disse.

<Weap, se mi stai ascoltando posso riportarti in vita, ci riuscirò, devo solo trovare Bonnie.> concluse. Andò in giro per la città, presa dai pensieri. Non sapeva da dove iniziare, dato che l'unica cosa che sapeva della strega era il nome e cognome e Weap non poteva aiutarla, in nessun modo.

-----
*UN ANNO E OTTO MESI DOPO*

Il suono frustrante della sveglia fece alzare Janette, addormentata sui libri e i grimori la sera prima. Stropicciò gli occhi e si alzò in piedi.

<Weap se dormi è meglio che ti svegli!> urlò al vento. La ragazza, già sveglia, rise.

<Allora.> iniziò Janette. Si avvicinò ad una murata, piena di varianti cose: giornali e ricerche stampate, sia su Bonnie che sul indirizzi su dove trovare la strega, dove poteva trovare grimori eccetera. Mille foto attaccate ed una lista da spuntare.

<Abbiamo provato 52 indirizzi ma non abbiamo trovato Bonnie, ma ne mancano altre 5 da provare, ho provato anche a cercare i college ma niente, dato che potrebbe essere andata da ogni parte del mondo, le ricerche per resuscitare le persone sono davvero poche e probabilmente l'FBI mi sta già cercando> Weap ridacchiò <pensando che magari sono una pazza omicida... di grimori non se ne vede una mazza e gli unici visti parte già gli ho esaminati...> sospirò <Vorrei davvero che fossi qui, mi avresti aiutata sicuramente.> disse Janette malinconica.

<Un anno e mezzo e sono stata così stupida da non pensarci!> Urlò lei <e se magari ti evocassi? Io sto parlando come se mi ascoltassi e magari non sei nemmeno nella stessa stanza. Ieri avevo letto qualcosa del genere su come evocare gli spiriti e lo posso fare!> esclamò.

Corse alla scrivania, prese il grimorio e iniziò a cercare l'incantesimo. <Eccolo!> esclamò leggendolo su una pagina.

<Serve del sale, con cui fare una specie di cerchio con una stella all'interno. Poi delle candele, da mettere e accendere sulle punte della stella ed infine l'incantesimo "Nunc te voco".> fece uscire un urlò di gioia <d'accordo, in casa ho tutto ciò che mi occorre. Mi metto a lavoro> concluse.

---
Janette si posizionò davanti al cerchio, aveva fatto esattamente ciò che c'era scritto nel grimorio. Accese le candele. Si sedette a gambe incrociate e pronunciò l'incantesimo.

"Nunc te voco Weap Stark" pronunciò. Una scossa lieve fece muovere le pareti della casa, con le luci che si accendevano e spegnevano ed altre luci che si fulminavano. Ripetè l'incantesimo varie volte, finché non ci fu il buio totale. In un secondo momento, le luci si riaccesero e Weap comparve dritta davanti a lei, con le gambe incrociate. Lanciò un urlo di gioia.

<Santo cielo pensavo che non funzionasse e invece eccoti qui! Vorrei abbracciarti ma non posso...>

<Tranquilla va tutto bene. Credevo in te.>

<Quindi tu mi stavi vicina? Dipo tutto questo tempo?>

<Si, sempre. > si scambiarono un sorriso.

<E come va la tua vita?>

<Come la tua, perché sto solo con te.>

<Mi sento onorata. Comunque, perché non sei andata da Bonnie?>

<Io non so se lei sia stata presa durante lo schiocco di dita, ha cambiato casa sicuramente, perché prima stavamo insieme al collage, ma ora che è chiuso non lo so e per scoprirlo dovrei essere in vita. Per di più non ho più il teletrasporto.

<Dimmi come fare per trovarla e lo faccio io.>

<Ti elenco vari metodi: in poche parole vai in camera mia, cerca il mio telefono, il mio diario, una cartolina che ho regalato a Bonnie, così puoi contattarla, fare un incantesimo dì localizzazione o scoprire qualcosa che ti può aiutare.>

<Se hanno spostato le tue cose?>

<No, l'ho visto, le mie cose sono a casa sua>

<Lo sei andata a trovare?>

<Si...>

*FLASHBACK CHE WEAP RACCONTÒ A JANETTE*

Weap camminava, dal Queens fino a New York, intrufolandosi da Pulman e Aerei. Quando arrivava entrava ogni volta in una casetta davanti il lago, dove Tony era solo.

Ci andava un volta ogni due settimane per vedere come stava.

Le prime tre volte arrivò davanti alla casa, attraversò il muro, mentre lui stava guardando la tv malinconico.

<Spero starai meglio, te lo meriti.> passava il tempo a guardarlo, sperano in un miglioramento.

La quarta volta iniziava ad alzarsi da divano, iniziava a non piangere più, stava meglio, ma non bene.

La quinta volta, non piangeva quasi più, solo la sera o davanti i film che guardavano insieme. Iniziò a sistemare le cose di Weap, le foto e i suoi oggetti. Alcuni erano in cantina, altre ben esposte.

La sesta volta, iniziava a star meglio e chinava Pepper, per farsi consolare da qualcuno. Finalmente usciva dal suo guscio.

La settima volta si posò davanti la finestra, Pepper era vicina a lui. Si erano trasferiti insieme e lui si consolava con lei, ma rideva anche, si arrabbiava eccetera. Insomma provava tante emozioni.

<Grazie Pepper.> disse Weap felice.

L'Ottava volta iniziarono a parlare del matrimonio ad organizzarlo, a prepararlo al meglio. Nel frattempo lui faceva dei sogni su un'altro figlio.

La nona volta si sposarono. Weap assistette al matrimonio e si commosse. La sera del matrimonio, quando lui stava guardando la televisione affianco a Pepper, Weap li diede quello che sarebbe stato il suo ultimo saluto.

<Finalmente sei felice, già, sei felice. So che sei felice con lei, anche senza di me. È quello che voglio ed è per questo motivo che ora ti lascerò andare, per sempre. Ora che hai voltato pagina, non ha senso continuare a guardare che fai, mi
fa solo star male perché vorrei abbracciarti e parlarti, ma non posso, non ci riesco. Sei speciale papà, ti amo 1000000.> disse con le lacrime calde che scivolavano il viso.

Si alzò, voltandosi di spalle e tornando da Janette. Durante la strada fece un urlo di sfogo, la morte era brutta ed era triste, ma non perdeva le speranze di ritornare in vita.

*FINE FLASHBACK*

<Mi dispiace tanto..>

<Tranquilla, va tutto bene. A me non dispiace che lui sia felice.>

<Sei una brava ragazza ed io ti riporterò in vita, costi quel che costi.>

il diario di Weap Stark.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora