31. Un mostro

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"Ehi, sono qui anche oggi
La situazione non migliora, passa solo tempo. Peter mi sembra più freddo ed è molto distante da quel giorno del bacio.

Ho sempre gli occhi addosso da quando sanno la mia identità

In realtà è stato solo grazie a quel bacio che iniziò ad avere confusione sui miei sentimenti nei confronti di Peter e non come amici, eppure non capisco perché sia così.

Le ricerche vanno sullo giusto, niente di troppo importante, soprattutto perché cercò di parlare il meno possibile e gira sempre tutto intorno al bacio.

Il mostro lo controllo ma non so quanto durerà, in realtà penso che potrei continuare così all'infinito."
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Weap chiuse di scatto il suo armadietto dopo aver preso il libro di letteratura. Da lontano vide Stefan avanzando velocemente verso di lei.  

<Ciao...> iniziò lui.

<Allora, vai dritto al punto, c'è troppo imbarazzo per fare un lungo discorso.>

<Certo... Bonnie ha trovato sua madre e li ha raccontato una grande storia, che potrà aiutarci, aspetto solo novità e poi potremo sapere di più...> le parole di Stefan iniziarono ad entrare in sottofondo per la mente di Weap, mentre un grande dolore alla testa la fece correre in bagno. Si riprese qualche secondo ed andò in classe.

<Ehi... tutto bene?> chiese MJ affianco alla ragazza che mostrava palesemente di star male.

<In realtà no.>

<Vieni ti accompagno in infermeria o in bagno d'accordo?> Weap annuì. <Prof, Weap sta un po' male la accompagno in infermeria.> concluse alzandosi.

Percorsero il corridoio, pian piano. Nella testa di Weap c'era solo confusione, infatti non realizzava ciò che le succedeva intorno. Tutto d'un tratto si bloccò e cadde a terra.

<Che succede?! Weap mi senti?! W-> iniziò MJ preoccupata. Purtroppo venne interrotta da Weap, che la scaraventò via per colpa dei suoi poteri incontrollati. Si riprese all'istante, voltandosi verso destra e vedendo l sua amica ferita e a terra. Iniziò a piangere e si avvicinò a lei.

<Mi dispiace! Sono un mostro!>

<No, va tutto bene.> prese il braccio di MJ e si teletrasportò in infermeria, ricevendo immediatamente gli sguardi spaventati delle infermiere.

<Ha bisogno di aiuto ,per favore> poggiò MJ su un lettino.

<come si è procurata queste ferite?>

<È colpa mia, solo mia> rispose piangendo.

<Tu sei Weap Stark, ora capisco tutto. Come hai potuto farle questo? Con dei poteri soprannaturali?! Contatterò il preside> commentò l'altra alla destra mentre iniziava a  medicare Michelle.

<Sei un mostro, potevi ucciderla! Ora esci per rispetto.> Weap era immobile, senza dire niente. Non se lo era mai sentito dire fino ad allora, così se ne andò a casa usando il teletrasporto.

Arrivata non trovò nessuno, presa dall'ansia corse in camera sua e si chiuse a chiave, cadendo poco dopo in un pianto isterico, che durò brevemente per paura che il mostro si impossessasse di lei.

<Vattene! Non voglio più vivere, non c'è la faccio.> commentava con le lacrime bollenti sul viso. Ore dopo sentì bussare alla porta.

<Stai bene Weap?> riconobbe la voce di Tony.

<No, niente va bene, ho ferito MJ, la mia migliore amica>

<Cosa? Com'è successo?>

<Non lo so, non riesco a controllare i miei poteri, non più>

<tranquilla va tutto bene, troveremo una soluzione, come abbiamo sempre fatto>

<vorrei essere davvero tua figlia, vorrei essere davvero chi speri che io sia>

<Tu sei mia figlia e sono orgoglioso di te, ma aprì la porta, penso che tu abbia bisogno di un abbraccio.>

<Non voglio, non posso, ti ucciderei!>

<Ti prego.> Non rispose. Rimase ferma a guardare il muro cercando di contenersi.
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La rossa stava fissando fuori la finestra, delusa da se stessa e paura di ciò che aveva in se.

Finché non notò una faccia calarsi davanti ad essa. Di conseguenza si spaventò, la aprì e li tirò un pugno.

<Mio dio! Peter! Che fai qui?> disse riuscendo ad identificare il suo volto. Aprì la finestra e lo fece entrare. Lui si tolse la maschera, con ancora il dolore al naso.

<Mi dispiace... sei scemo?>

<Ascolta, a scuola si parla solo dell'incidente, volevo sapere come stavi.>

<Secondo te sto bene? No! Potevo ucciderla e se non te ne vai anche tu sei in pericolo, quindi te lo ordino, devi rispettare la mia decisione!>

<Ascoltami! Io...>

<Vattene via! Vai via! Sto facendo una quarantena per questo! Pensi sia facile? Beh non lo è, vattene via.> Si avvicinò alla finestra. Si bloccò un secondo e si voltò verso Weap.

<Sappi che non sei sola, non lo sarai mai, chiaro?>

<Forse, ma è il destino che mi conduce ad esserlo.>

<Allora andrò anche contro il destino.> concluse andando via con le sue ragnatele.

Weap rimase sola, di nuovo, così si buttò sul letto e scrisse sul suo diario.

"Di nuovo da sola,

Per colpa di questo coso, sembra che l'universo c'è l'abbia con me, forse è destino, ma non mi arrendo così facilmente, anzi supererò tutto.

Questo mese sarà una riflessione e quando sarò pronta contatterò Stefan per cacciare via questo essere una volta per tutte e per sempre, a costo di rischiare la vita.

Non ho mai riflettuto troppo sulla morte, ma preferisco morire che uccidere, per cui a questo punto non mispaventa nemmeno, come tante altre cose.

Non ho bisogno degli altri, delle loro promesse, mi bastano poche persone, mi bastano quelli al mio fianco, ma soprattutto me stessa, infondo io sono Weap Stark.

il diario di Weap Stark.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora