63. il mostro acquatico

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<Io sono We...> Weap fece per rispondere ma la sua attenzione fu richiamata da uno strano movimento nell'acqua.

La guardò attentamente e poco dopo un'enorme creatura uscì fuori dall'acqua, iniziando a distruggere tutti i palazzi.

<Devo andare subito, mi scusi, è stata molto gentile.> disse frettolosa Weap. Corse via, verso il mostro d'acqua. Iniziò a sorreggere i pezzi che stava facendo cadere, mettendoli al proprio posto.

Continuò così tutto il tempo, aiutando anche i cittadini a scappare e mettersi al sicuro. Non aveva mai visto una cosa del genere, forse di peggio ma erano dettagli.

Continuava ad aggiustare i palazzi, ma poi decise di intervenire sul mostro, iniziando a lanciarli sfere di energia, raggi di energia ed usando tecniche che aveva imparato da poco.

Il mostro la notò lanciandoli addosso una montagna d'acqua, ma che lei parò creando uno scudo energico.

Appena tolse lo scudo la colpì di nuovo, facendola volare via. Era fradicia è furiosa.

"Ok, ora sono incazzata" disse a bassa voce. Si alzò e si teletrasportò di nuovo dal mostro.

<Ehi! Posso aiutarti Weap!> una voce familiare si presentò dietro di lei: Era Peter, con una maschera in faccia per coprire la sua identità.

<No, faccio da sola!> disse lei ancora arrabbiata. Lei iniziò a colpire il mostro, mentre Peter usava le ragnatele per non far crollare i palazzi.

<Dai, non volevo prima! Mi dispiace.> continuava lui.

<Stai zitto! Devo concentrarmi su di lui.>

<Io penso ai palazzi.>

<Fai ciò che vuoi, tanto è impossibile parlare con te e anche se lo facessi a lungo sono assillante per cui non vorrei farti passare il buon umore!> lui levò gli occhi al cielo senza rispondere. Sospirò.

<Dai mi dispiace.> iniziò lui. Lei iniziò a correre e continuava a teletrasportarsi sui tetti dei palazzi, per colpire meglio la creatura.

Iniziò a colpirlo: lanciò un raggio energico, poi altre sfere per farlo indebolire, infine usò la sua energia per strozzarlo, così riuscì a sconfiggerlo.

Appena sconfitto, vide il ragazzo cercare di tenere intatto un campanile, ma con scarsi risultati, infatti sbattè ripetutamente la testa sulla campana. Lei alzò gli occhi al cielo, poi si teletrasportò da lui.

Stava scivolando, così lo prese grazie alla sua energia, tirandolo verso di lei. Peter li cadde addosso e lei si arrabbiò.

<Levati di dosso! Non riesco a sorreggerlo!> urlò. Lui si staccò e lei iniziò a tirare l'edificio grazie alla sua energia, con grande fatica, ma alla fine riuscì a tenerlo in piedi.

<Ora dobbiamo tenerlo così.> disse continuando a sorreggerlo.

<Lo tengo un po' con le ragnatele.> Peter partì, circondando il campanile di ragnatele.

A quel punto lei scese per terra con il teletrasporto e mise apposto i mattoni, lasciandolo fermò senza farlo cadere.

<Abbiamo fatto un bel lavoro!> esclamò Peter felice.

<Si, bel lavoro.> concluse lei. Si voltò dandoli le spalle, camminando via, senza una meta precisa, prima che arrivarono fan scatenati.

<Aspett Weap, dobbiamo parlare...> urlò Peter cercando di bloccarla. Lei non rispose, continuando a camminare. Lui corse verso Weap.

<Ti prego, ho bisogno di parlare con te...> lei lo ascoltò. Si voltò verso di lui infuriata.

<Di cosa vuoi parlare?> disse rimanendo calma.

<So che sei arrabbiata con me, mi dispiace.>

<Ti dispiace? In realtà non capisco come ti sia venuto in mente, ma da quando siamo qui mi nascondi le cose.> continuò cercando di mantenere la calma.

<No, non è vero!> Weap iniziò a scaldarsi, non riuscendo a trattenersi, si avvicinò a lui infuriata.

<Ti dispiace ma continui a mentirmi, tu già sai che odio le bugie, se per di più mi menti.>

<ma io non ho fatto nulla Weap e per le parole. che ti ho detto mi dispiace.>

<tu mi insulti per coprire i tuoi segreti e questo mi fa schifo!> la ragazza continuò ad urlare, non notando il colore dei suoi occhi che stavano diventando viola.

<Weap, calmati...> disse il ragazzo quasi spaventato.

<Non dirmi mai più di calmarmi o ti stacco la testa!>

<Weap, i tuoi occhi...> la ragazza si calmò.

<Devo andare, abbiamo parlato abbastanza.> concluse. Spari via con il teletrasporto, arrivando nella sua stanza, mentre Peter rimase lì da solo.

Si tolse la maschera, poi sospirò. I suoi occhi si fecero lucidi. Iniziò a camminare verso casa, con la tristezza sul volto. Tuttavia, durante il litigio, non si erano accorti di una presenza, la presenza di una persona che stava facendo un ghigno malefico.

Accese il telefono per chiamare qualcuno.

<Ehi, è il momento di avviare il piano. Si quello. Vieni a Venezia il più presto possibile, mi serve un aiuto.> attaccò il telefono. Poi se ne andò via, come se nulla fosse.

Weap si trovava nella sua camera. Si guardò allo specchio, iniziando a piangere. Dalla rabbia lo disttusse, buttandosi per terra.

Qualcuno bussò alla porta. Lei alzò lo sguardo e prima che entrassero se ne andò via con il teletrasporto.

<Ehi Weap tutto ok?> chiese Caroline fuori dalla porta. La aprì non trovando nessuno all'interno. Lei sospirò e uscì fuori dalla stanza.

La rossa di trovava in piazza, ormai quasi sperduta. Il sole stava calando, riempendo il cielo di sfumature arancioni.

Camminò davanti ad un molo, si sedette a gambe incrociate, osservando il tramonto.

"Perché?" si chiedeva la ragazza. Accese il cellulare, per chiamare Nat, che per lei era una zia. Lei le avrebbe detto cosa fare, ma poi si ricordò le parole del padre, che parlavano della visita degli Avengers al segretario.

Poteva chiamare Tony, ma non era molto bravo a dare questi consigli. Tutti coloro che poteva chiamare, erano occupati o non bravi a dare consigli del genere.

Si mise due mani sul volto, scoppiando in un'altro pianto. Finché qualcuno si sedette affianco a lei: Janette.

<Ehi ragazza! Ci rivediamo allora...> notò le lacrime che scivolavano sul volto della ragazza.
<È di nuovo ci incontriamo con queste brutte lacrime sul tuo delizioso volto.> continuò asciugando le lacrime.

<Ciao...> disse la ragazza.

<Dai dimmi che hai, magari ti posso aiutare, Weap.> disse la donna sorridendoli. Weap fece per rispondere, ma rimase sospettosa

<Aspetta... come sai il mio nome? Prima io non te l'ho detto...>

il diario di Weap Stark.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora