56. Un'amore corrisposto

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♪-Another Love.
Peter si voltò, notando Weap.

<C-ciao Weap, che ci fai qui?>

<Il sole sta per tramontare, qui si vede bene... tu invece?>

<Anche io...> Weap notò ancora il viso cupo e triste di Peter.

si sedette vicino a lui, iniziando a sentire un brivido sul suo corpo ed il cuore che batteva forte.

<Peter, non puoi mentirmi, io so ed ho capito che sei triste, dimmi che hai, ti prego.>

<Sto bene, sto bene Weap, non farmelo ripetere, ti dico che sto bene.>

<Ma menti, lo vedo! Ti prego parla con me sai che ti puoi fidare> lui si alzò, lei si alzò di colpo e lo bloccò afferrandoli un braccio. Lui si voltò verso di lei scocciato.

Iniziò a piovere, poche gocce, ed il tramonto ancora doveva arrivare.

<Ti prego Peter dimmelo, non scappare.>

<Piove, fa freddo, devo tornare a casa.>

<Ma per favore, non vuoi parlare con me! Ma almeno degnami del motivo! Cosa ti ho fatto diavolo?!> disse iniziando ad alzare la voce.

<Piove, copriti, tieni la mia giacca.> disse lui cercando di togliersela.

Lei la rifiutò, prese il colletto della sua giacca e gliela rimise addosso a lui, poi si fermò sotto la pioggia.

<Io non mi muovo finché non mi dici qualcosa.>

<Come te lo devo dire? Sto bene, va bene? Sto bene basta>

<Bugiardo! Sono la tua migliore amica! Dimmi cosa ti succede. Che diavolo ci siamo sempre detto tutto, siamo amici, migliori amici, almeno per me> il ragazzo iniziò ad arrabbiarsi e a fare i suoi occhi lucidi.

<Vuoi sapere qual è il mio problema? Questo è il mio problema! La nostra amicizia è il mio problema> la ragazza rimase sconvolta.

Peter continuò il discorso, buttando tutto fuori.

<E non intendo che il problema dell'amicizia sia tu o io, ma che io non voglio essere tuo amico, io non voglio che mi guardi come un amico. Ti ho ignorato settimane e settimane perchè a te piace Stefan, e non perché sono tossico, ma perchè voglio la tua felicità e se lui ti piace e sei innamorata di lui va tutto bene, a me basta che sei felice, ma ti ignoro perchè ogni volta che sto affianco a te, che ti sfioro, ti abbraccio o solo ti guardo voglio baciarti.

Ma non posso farlo se il tuo cuore appartiene a qualcun'altro, così sto lontano da te, non parlo con te e non faccio nulla con te. Non voglio distruggere la tua felicità, solo per un mio scopo personale o un mio pensiero, ma non puoi nemmeno obbligarmi a guardarti come un'amica, perché non ci riesco. Accetta la mia scelta>

Weap iniziò a piangere ma sorrise. Peter la guardò confuso e stava per andarsene, Weap lo bloccò.

<Aspetta.> disse afferrandoli il braccio.

<Ti ho chiesto di accettare la mia scelta Weap.>

<Parker, non posso accettarla, perché io non sono innamorata di Stefan, certo lui è carino è fantastico, ma non avrebbe mai funzionato, perché il mio cuore impazzisce per un'altro> Peter la guardò confuso e sperduto.

<I-io sono innamorata di un b-bimbo ragno, che fa di cognome Parker, non Salvatore.>

Stringeva il braccio di Peter, che aveva preso per bloccarlo. Si trovarono a qualche centimetro di distanza.

Mollò il braccio di Peter, prendendoli entrambe le mani e tirandolo verso di lei.

Tirandolo verso di lei rimasero ad un centimetro di distanza.

Lei li poggiò le mani dietro il suo collo, lo tirò verso di lei, non facendo rimanere neanche un millimetro di distanza e a quel punto lo baciò. Lui, ovviamente non si staccò, anzi, chiuse gli occhi e lei fece altrettanto.

Finalmente il sole stava tramontando, proprio dietro di loro, la pioggia continuava a scendere, diventando sempre più forte, ma loro non si staccavano comunque.

Weap sentiva il suo calore, il respiro. Lui mise le sue mani sulla schiena e la strinse, avvicinandola sempre di più.

Si staccarono per prendere respiro. Aprirono gli occhi. Sorrisero, poi si voltarono verso il tramonto, intrecciarono le loro mani.

<Sei tu la mia felicità Parker.> disse Weap.

<Anche tu Weap.> disse lui. Weap rideva sotto i baffi, pronta a rovinare il momento.

<Dopo mio padre però> disse scoppiando a ridere.

Lui fece il finto arrabbiato.

<Dai rovini sempre tutto!>

<Lo so, lo so.> disse.

<Ora dobbiamo andare davvero Stark.>

<D'accordo Parker, dammi la mano e dimmi se vuoi che ti porti a casa tua.>

<Casa è dove ci sei tu, quindi portami dove vai tu.> rispose. Lei sorrise ed il cuore di Weap si sciolse, poisi teletrasportarono in camera di Weap.

Si diedero un bacio e poi Peter andò in camera sua a cambiarsi. Lei corse giù da Nat.

<Nat, Nat, Nat!> Lei la guardò confusa e Weap saltò su e giù per la gioia.

<Devo raccontarti una cosa!>

<Tipo del perchè sei bagnata?>

<Si!> disse raccontandoli tutto. Nat era felice per lei e sapeva c'era qualcosa tra loro.

<Bene, ma ora cambiati, se fracida. Ma se posso darti un consiglio aspetta per dirlo a Tony, lui è un secondo figlio per lui è strano.>

Weap si rattristi.

<Dici?>

<Si, ma ora vai!> la ragazza annuì ed andò a cambiarsi, poi scrisse sul suo diario tutto ciò che aveva provato oggi è che aveva fatto.

La interruppe il padre che bussò alla sua porta, chiuse il diario.

<Buonanotte Weap, ti amo 3000>

<Buonanotte ti amo 100.000> lui rimase sorpreso.

<Non me lo hai mai detto, numero alto.>

<Mai troppo alto per te.> rispose alla fine.

<Domani lavoro poco, quindi possiamo stare un po' insieme> concluse, la ragazza annuì e lui uscì dalla stanza ponendoli un brillo so sorriso.

Weap si mise sotto le coperte e spense la luce. Nel cuore della notte arrivò Peter.

<Ehi!> disse a bassa voce. Lei dormiva e non lo sentiva.

La spinse un po'. Si alzò di colpo spaventata.

<Che fai qui?>

<Posso dormire con te?>

il diario di Weap Stark.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora