72. odio e malinconia

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<Un ciondolo?> chiese Caroline sospettosa.

<Si, un ciondolo. Ogni volta che usava i poteri diventava viola... ora che lo dico ad alta voce, iniziò a pensare che quel ciondolo faccia qualcosa ai poteri di Weap.>

<Io forse so di che state parlando, ma qualcuno lo saprà meglio di me: Bonnie.> disse Caroline. 

<Ok ma ora dobbiamo andare a salvarla.>

<Peter è inutile! Se non sappiamo cosa fa quel affare siamo in pericolo. Ti spiego velocemente: molte volte si possono usare degli oggetti per accumulare energia. Probabilmente servirà a quello ma non me ne intendo molto e non so nemmeno se è giusto. Prima parliamone con Bonnie e poi andiamo da Weap. La salveremo.> lo fermò Caroline.

<Ok, ma facciamo veloce, dov'è Bonnie?> disse frettoloso Peter.

<Dovrebbe essere nella sua camera, andiamo.> concluse Caroline. Iniziarono a camminare, posizionandosi davanti la camera di Bonnie. Bussarono. Nessuna risposta. Bussò nuovamente e ancora nulla.

Peter perse la pazienza. Diede un calcio alla porta, rompendola ed entrando. Le due ragazze rimasero scandalizzate.

<Ma era il caso? Sai che dovrai pagare?> Peter si fermò.

<Oh, non ci avevo pensato... comunque Bonnie qui non c'è e abbiamo poco tempo, chissà cosa starà succedendo a Weap in questo momento. Più aspettiamo peggio sarà!>

<Se trovò Janette io la uccido, ve lo dico.> disse Caroline infuriata.

<Ora dobbiamo pensare a trovare Bonnie, ci aiuterà a sconfiggere Janette.> propose Mj

<No, prima avvisiamo Weap.> ribatté Peter

<Come facciamo? Ha detto che in 20 minuti sarebbe atterrata! Sono già passati! Lei è a New York e ci metteremo ore ad arrivarci. È irraggiungibile.>

<Forse so chi può aiutarci! Io ho il numero di Happy, lui sta accompagnando Weap. Lo chiamerò e li riferirà tutto!> propose Weap. Senza nemmeno il consenso delle altre, prese il telefono e chiamò Happy.

Weap ed Happy erano in macchina, con Happy che faceva l'autista. La ragazza dietro il suo sedile, guardava il finestrino malinconica, con le cuffie alle orecchie.

Happy non si intromise; non era suo padre. Anche lui rattristito per lei, ricevette una chiamata da parte di Peter.

<Ragazzino che vuoi? Weap non vuole parlare con nessuno, nemmeno con te.>

<Happy...> iniziò Peter.

<Ma allora sei proprio uno stronzo cocciuto! Non lo hai capito? È FINITA ED È COLPA TUA! Non puoi aggiustare le cose quindi lasciami in pace perché ogni cosa che ti faccia mi fa stare peggio e se vuoi farmi stare peggio allora mi fai schifo e non devi contattarmi. Peter Parker io ti odio e desidererei di non averti mai conosciuto!> urlò a squarciagola la ragazza, iniziando a farsi gli occhi violacei, come il resto del corpo.

Il ciondolo fece il suo lavoro un'altra volta, provocando lo stesso dolore, anche se lieve e oramai che Weap sopportava

Happy capì che era meglio attaccare e così fece. La rossa era in preda all'ira, con il viso bagnato e pieno di lacrime. Continuò a guardare il finestrino singhiozzando.

Nonostante Happy non fosse niente per lei se non un amico di famiglia, decise di parlarle e provare a tirarla su di morale.

<Ehi... vuoi parlarne?> chiese.

<No.> disse singhiozzando.

<Non so vuoi qualcosa?>

<L'unica cosa che voglio è non averlo mai conosciuto e-e di vedere mio padre.>

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Peter si mise a piangere appena Weap pronunciò quelle orrende parole.

Mj cercò di consolarlo. Si mise affianco a lui e li mise una mano sulla spalla.

<Tranquillo, quando li spiegherai tutto tornerà da te, ne sono sicura. Ora cerchiamo Bonnie e aiutiamola.>

<Lei mi odia, ed è tutta colpa di Janette. Janette le ha spezzato il cuore, le ha fatto del male, vuole ancora farli del male e le ha tolto la felicità. Non è giusto, io non posso perderla!> disse in lacrime.

<Non succederà se ci sbrighiamo a trovare una soluzione> disse Mj. I due si sorrisero. Mj fece per andare, ma Peter non alla seguì.

<Ho un'altra chance, un'ultima occasione. Voi andate a trovare Bonnie, io andrò da una persona che potrebbe aiutarci ad avvisare Weap: Fury.>

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Weap era finalmente arrivata davanti casa. La testa le scoppiava, aveva le occhiaie ed un viso spento: non sembrava Weap Stark.

Happy le prese le valigie e lei lo ringraziò. Entrarono in casa, non trovando Tony.

<Friday dove si trova papà?> chiese Weap.

<Buon pomeriggio signorina Stark! Bentornata! Il signor Stark è di sotto.>

<Grazie Friday.> disse. Scese di sotto, dove appunto trovò suo padre, preso a fare chissà cosa.

<Ehi pasticciona, cosa è successo?> chiese Tony. Lei scoppio a piangere.

<I-io, sono a pezzi papà. Io non avrei mai voluto conoscere Peter.> lui la confortò in un abbraccio.

<Il bimbo ragno ti ha ferita?>

<Si, ci siamo lasciati, ma non mi va di parlarne.>

<Andrà tutto bene, tu hai me! Io valgo 1000 ragazzi diversi.> lei rise.

<Grazie papà.>

<Facciamo così, allora come si chiama quella saga che ti piace tanto?>

<Harry Potter.>

<Bene, allora guardiamo insieme Harry Potter con qualche cheeseburger, che ne dici?> disse sorridendo.

<Ovvio, come rifiutare.> disse staccandosi e ricambiando il sorriso.

<Così ti voglio: sorridente. Ora vai io finisco un'ultima cosa e ti raggiungo.> lei annuì e andò via.

Guardandola di spalle Tony notò qualcosa di strano sulla sua schiena, ma non sapeva cosa fosse e non voleva chiedere.

La rossa con il cuore spezzato, si precipitò nella sua stanza e si fece una bella doccia calda. Ogni millilitro di acqua che spruzzava la doccia, si mischiava alle lacrime calde sul viso della ragazza.

Chiuse gli occhi, perdendosi dentro io fumo che produceva il calore dell'acqua e facendo scorrazzare i suoi ricordi.

Rimase così qualche minuto, poi uscì dalla doccia. Si infilò il suo pigiamone, si voltò e andò di sotto, non notando cosa aveva alla schiena.

il diario di Weap Stark.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora