64. la storia di Janette

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<Aspetta... come sai il mio nome? Prima io non te l'ho detto...> disse Weap sospettosa. La donna si giustificò subito.

<So chi sei solo grazie alla tv. Qualche minuto fa il telegiornale ha parlato di te: "Weap Stark ha sconfitto il mostro acquatico di oggi"!> Weap si calmò è il suo sospetto svanì nel nulla.

<Oh... quindi sai anche che non sono una ragazza normale.>

<Si, lo so, ma non mi importa. Quindi, mi dici che hai?>

<Ragazzi...> disse Weap non entrando troppo nel discorso.

<Oh, io ci ho sofferto molto fin da giovane.> Weap continuò a rimanere in disparte.

<Allora facciamo così: io ti dico la mia storia con i ragazzi, così magari potresti ritrovarti anche in me e se te la senti mi racconti cosa ti è successo.> propose la donna. Weap si voltò verso di lei ed annuì. La donna sospirò.

Tirò fuori una bottiglietta di liquore, la aprì e iniziò a bere, proponendola anche alla ragazza che però, la rifiutò.

<Per questa storia ci vuole l'alcol.> iniziò la donna. Bevve un sorso ed iniziò il racconto.

<Quando avevo 16 anni c'era un ragazzo, un bellissimo ragazzo, con due occhi verde smeraldo in cui ti perdevi, dei riccioli biondi e morbidi, ed un sorriso splendente.> sospirò e bevve un'altro sorso.

<Ma aveva un caratteraccio. Nonostante questi tutte le correvano dietro, tranne me, io ero l'unica. Pensava che poteva giocare con me, ma non glielo permessi. Mesi dopo iniziò a corteggiarmi, mettendo contro di me svariate ragazze. Io iniziai ad essere presa di mira, iniziarono a chiamarmi in modi orripilanti e che non amo dire ad alta voce. Quella sensazione era orrenda.> i suoi occhi iniziarono a farsi lucidi.

<Ormai avevo tutti contro e lui continuava a difendermi, diventando sempre più dolce e cambiando radicalmente. Infatti era diventato buono, dolce, gentile ed onesto. Anni dopo me ne innamorai e ci mettemmo insieme. Passammo 2 anni stupendi e romantici, ma non mi fidai del tutto, per cui lo misi alla prova svariate volte e lui le superò tutte. A quel punto ebbi fiducia di lui e non dubitai mai più, il mio più grande errore. Un giorno facemmo un viaggio, un bellissimo viaggio, ma iniziò a distaccarsi.> bevve un ultimo sorso e continuò, ormai con le lacrime agli occhi.

<Ogni giorno usciva di nascosto, spariva all'improvviso, comparava cose senza farmele vedere. Mi ricordo quel giorno in cui andai da lui, che era appena uscito da una gioielleria con il sorriso in faccia e una busta in mano, che non mi fece mai vedere, anzi mi incolpò dicendomi che non mi fidavo di lui, che ero assillante e che ero una sciocca. Così me ne pentì, facendomi i cavoli miei> iniziò a piangere.

<Mi consultai con la mia migliore amica che mi disse di non preoccuparmi, ed iniziai a pensare che voleva farmi una sorpresa, così un giorno, scappò come sempre di nascosto, ma decisi di seguirlo. Ero entusiasta. Lo insegui finché non lo vidi con una ragazza, una completamente diversa da me. Mi misi ad ascoltarli e lui le confesso che stava con me per una scommessa e che presto mi avrebbe spezzato il cuore. Alla fine si inchinò, prese la bustina della gioielleria, tornado fuori un anello e mettendoglielo al dito. Il mio cuore si spezzò, guardai anche il volto della ragazza, notando che era la mi migliore amica.>

A Weap li si spezzò il cuore, che storia triste, ma li venne un sospetto, la storia poteva valere anche per lei: MJ e Peter insieme, entrambi a nasconderle le cose, Peter e la bustina e i suoi "insulti" quando lo ha accusato, litigi e litigi.

<Mi dispiace Janette...> disse. La donna sospirò.

<Ti ho aiutata? Dal tuo viso non sembri dispiaciuta solo per me...>

<Penso che mi stia per accadere la stessa cosa...> iniziò a piangere. La donna la abbracciò.

<Non è detto... mi dispiace.>

<Cosa è successo alla fine?> chiese Weap singhiozzando. La donna sospirò.

<Alla fine l'ho lasciato, ma solo alla fine. Non sai cosa succederà... non saltare a conclusioni affrettate.> la ragazza annuì e ricambiò l'abbraccio.

<Grazie Josette, grazie mille...> disse piangendo.

<Di niente, di niente.> rispose. <ma ora è meglio che torni a casa.> continuò. La ragazza si annuì. Si alzò.

<Ci vediamo...> concluse Weap. Si teletrasportò nella sua camera. Trovò Caroline. Si asciugò immediatamente le lacrime.

<Ciao Caroline! che fai qui?> disse. Lei non rispose e l'abbracciò. Quando si staccò iniziò a parlare.

<Sei scappata, dove sei andata?> disse preoccupata.

<Dovevo prendere aria, ma ho bisogno di parlarti.>

<Dimmi tutto.> Si sedettero sul letto.

<Penso che...> voleva dirglielo, ma non riusciva.

<Penso che quel mostro di oggi, sia stato creato da qualcuno e ci sta addosso. Devo scoprire chi è.> disse Weap. La bionda si passò una mano sul viso.

<Lo penso anche io, ma non me ne intendo molto... sicura sia tutto qui?>

<Certo!> disse con tanto di sorriso. Si guardò in torno, ricordando di avere una compagna di stanza assente.

<Caroline hai visto MJ? Sono quasi le 10:00 pm. e non è ancora qui...> chiese vagamente.

<Non lo so, non l'ho vista da nessuna parte. L'unica volta che l'ho vista era in piazza... perché?>

<Niente, niente.> Caroline levò gli occhi al cielo.

<Invece hai visto Peter?>

<No...> rispose Caroline confusa. Weap strinse i pugni. Corse fuori dalla stanza inseguita da Caroline, che diventava sempre più confusa.

Corse in camera di Peter. Aprì con furia la porta, trovandolo li. Sospirò e sorrise. Poi tornò arrabbiata. Lui era confuso.

<Che succede? V-vuoi parlare?>

<Si, devi spiegarmi tutto, ma ora ho sonno quindi vado a dormire.> disse fingendosi arrabbiata. Uscì dalla stanza insieme alla confusa Caroline. Andarono a dormire.

"Sei arrivato? Qui le cose si stanno facendo male: i due hanno quasi fatto pace."

<Perchè non me lo chiedi di persona?>

il diario di Weap Stark.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora