88. il periodo più buio

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Weap aprì gli occhi, mentre si trovava nel mondo dei morti.

<Peter! Peter!> urlò, senza trovarlo. Corse via, lontano, ma non sapeva dove andare, dato che era morta su Titano non avrebbe mai visto la sua famiglia, che era su un'altro pianeta, ma
non capiva dove fosse Peter.

Si girò in torno, guardando il padre che si passava una mano sul viso, stanco e perplesso, inondato dalla tristezza. Si sedette vicino a lui e quando provò a metterli una mano sulla spalla, non sentì nulla, da morta perse il tatto.

<È questo il brutto di essere morti.>

<Ehi ferro man.> disse Janette.

<Non sono ferro Man.>

<Janette!> Weap si alzò. <Sei viva... dovrei andare in giro per tutta Titano a cercare Peter>

Si buttò a terra e pianse, sfogò tutta se stessa, urlando e piangendo nello stesso momento. Se Peter era lì l'avrebbe sicuro sentita, ma non lo fece.

<Quindi abbiamo perso.> disse la donna con i capelli corvini.

<Si, abbiamo perso... io specialmente ho perso letteralmente tutto.>

<Tony, andrai avanti, ti farai una nuova vita, starai bene.>

<Forse, ma senza Weap, io non voglio una vita senza Weap.>

<Lo so, anche io ero così quando è morto mio fratello... ma ora cerco di superare tutto, al meglio e ci sto riuscendo.>

<Sbaglio o eri tu quella che prima di aiutarci andava in giro per tentare di resuscitarlo?> Janette fece una smorfia. Sospirò e rise.

<Si hai ragione sono incoerente, non va bene e non andrà mai bene, ma ci devi convivere, lei vorrebbe che tu continuassi senza di lei.> Tony sospirò e rimase in silenzio, finché Nebula si presentò davanti a loro.

<Oh tu sei viva.> disse Janette.

<Si, mettiamoci al riparo nell'astronave.>

Weap aveva finito il suo sfogo e quando vide i suoi amici salire sull'astronave, piombò da loro.

Accesero l'astronave e si misero al riparo. Magari sarebbero tornati sulla terra un giorno e lei avrebbe potuto parlare con Bonnie.

Si sedettero e vagarono nello spazio.

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<Questa cosa su?> L'elmo esaminò Tony, mentre si appoggiò al muro e fa dei respiri profondi. Sembrava più magro e debole per la malnutrizione.

<Ehi, signorina Potts ... Pep. Se trovi questa registrazione, non pubblicarla sui social media. Sarà un vero strappalacrime. Non so se li vedrai mai. Non so nemmeno se sei ... se sei ancora ... Oh Dio, lo spero. Oggi è il giorno 21, oh 22. Sai, se non fosse per il terrore esistenziale di fissare il vuoto dello spazio , direi che oggi mi sento meglio. L'infezione ha fatto il suo corso, grazie al meschino blu laggiù.> Taglio su un'immagine di Nebula seduta sul retro del Benatar. <La ameresti. Molto pratica, è solo un po 'sadica. Alcune celle a combustibile si sono rotte durante la battaglia, ma abbiamo trovato un modo per invertire la carica ionica per comprarci circa 48 ore di tempo> mostra una ripresa di Tony e Nebula che lavorano alle celle a combustibile del Benatar. <Ma ora è morto nell'acqua. Siamo a 1000 anni luce dal 7-11 più vicino. L'ossigeno finirà domani. E questo sarà tutto. E Pep, io ... so di aver detto niente più sorprese, ma speravo davvero di tirarne fuori un'ultima. Ma sembra ... beh, sai com'è. Non sentirti male per questo. Voglio dire, ti trascini per un paio di settimane e poi vai avanti con un enorme senso di colpa. Probabilmente dovrei sdraiarmi. Per favore sappi che ... quando mi addormento, penserò a te, perché sei sempre tu.> Detto questo, Tony spense il casco.

Si strofinò il pollice sull'occhio sinistro e poi si chinò verso quello che sarebbe stato il suo ultimo sonno. Nebula gli si avvicinò, lo porta al posto di Drax e lo giace lì. Se ne andò sconsolata.

<Si è addormentato?> chiese Janette.

<Si, ti va di giocare?> Janette le rivolse uno sguardo confuso.

<A cosa? Con le barbie?!>

<No! A quel gioco a cui giocavamo con Tony.>

<Ah ho capito dammi solo...> iniziò a tossire, senza smettere. Si riprese poco dopo.

<Tutto bene?> chiese Nebula.

<Sai, anche io sono una umana e quando finirà l'ossigeno, sarà la fine anche per me.>

<Sei sorprendente felice.>

<Si, perché rivedrò mio fratello, i miei cari e anche...Weap.> disse. Pensò un'attimo a lei, accennando un piccolo sorriso malinconico.

<Forse è meglio se non giochiamo oggi... voglio dormire, magari quando aprirò gli occhi lo vedrò...> concluse lei. Si alzò dal tavolo, posando il suo bicchiere vuoto. Camminò verso un letto, quello di Quill. Giacè lì, preparandosi a quello che sarebbe stato il suo ultimo sonno. Sospirò.

<Mi manchi anche tu Quill, ma non lo voglio ammettere... la verità è che ti amo ancora Peter...> sussurrò Janette. Poi fece per chiudere gli occhi un'ultima volta.

Weap era affianco al padre, con le lacrime sul viso, che scivolavano senza fermarsi.

<Mi manchi tanto, ma non posso permettere che tu muoia, non puoi... per favore resisti, per favore.> disse lei.

Mentre stavano perdendo le speranze, una donna con dei super poteri chiamata Captain Marvel, si trovava davanti la navicella.

La prese e volò sulla terra, salvando tutti i conducenti.

Steve era nel bagno della base Avengers, con in mano una lama, con cui si era rasato la barba. Sospirò e guardo in uno specchietto laterale. Lo specchio iniziò improvvisamente a tremare, prima lentamente e poi in modo grave.

Corse nel cortile e venne seguito da Natasha, Bruce e Rhodey. Notarono qualcosa, che infine si rivelò il Benatar portato dalla donna soprannaturale mentre faceva atterrare la navicella. I carrelli di atterraggio si aprirono appena toccarono terra. Il portello di ingresso si aprì, rivelando Tony, Janette e Nebula che stavano uscendo.

Steve corre da Tony per aiutarlo ad alzarsi e Tony afferra il braccio di Steve mentre si unisce a lui.

<Non sono riuscito a fermarlo> commentò Tony rattristito.

<Nemmeno io>

<Ho perso il ragazzo e mia figlia.>

<Tony, abbiamo perso tutti.> Tony faticò a chiedere di Pepper, ma eccola davanti a lui.

<Oh, mio ​​Dio! Dio mio!> disse avvicinandosi al quasi marito, per poi scambiarsi un breve abbraccio.

Insieme rientrarono nella base Avengers. Nebula e Rocket si riunirono dopo tanto tempo. Si sedettero vicini e il procione Robot le prese la mano.

<Va tutto bene.> sussurrò mentre entrambi piangevano silenziosamente le loro perdite.

Invece gli altri eroi erano seduti in una zona soggiorno. Tony era seduto a un tavolo con una flebo per la sua guarigione.

Un rapporto olografico sulle vittime elenca i nomi e i volti di coloro che hanno perso la decimazione.

<Sono passati 23 giorni da quando Thanos è venuto sulla Terra> iniziò Rhodey

<I governi mondiali sono a pezzi. Le parti ancora funzionanti stanno cercando di fare un censimento. E sembra che l'ha fatto... ha fatto esattamente quello che aveva detto. Thanos ha spazzato via il cinquanta per cento di tutte le creature viventi.> continuò Natasha, a seguire si unì anche Tony.

Janette lo seguì, cercando di farlo ragionare.

<Tony, Tony aspetta.>

<Cosa? Devo aspettare un'altra promessa che nessuno manterrà mai? Mia figlia!> iniziò ad urlare <Mia figlia è morta, morta! Come il ragazzo... ho perso, ma non solo la battaglia, ma una parte di me.> concluse andandosene, senza lasciarla finire.

<Devi aspettare perché Weap può tornare in vita...> disse a bassa voce.

il diario di Weap Stark.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora