10 Finirò per distruggerti

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Sono quasi quaranta minuti che sono fuori, alternando corse sfrenate a gattonamenti senza fiato.
Arrivo ad un grande parco, pulito e poco affollato. Noto una piccola fontanella e mi precipito lì per bere un po'.

<<Scusami, posso?>> Domanda una ragazza dietro di me.

Mi bagno il viso con l'acqua fresca e mi sposto subito.

<<Certo, scusami.>> Dico con il fiatone.

<<Sei italiana?>> Mi domanda dopo aver bevuto a sua volta.
Annuisco convinta.

<<Mio nonno materno era italiano ma mia madre è nata qui. Quando ero piccola i miei si sono separati, così mia madre mi ha riportata in Italia, per cambiare vita credo.>> Spiego incuriosita dalla domanda.

<<Io ho origini italiane, da parte di mio padre.>> Mi spiega.

<<Piacere, Caroline.>> Si presenta porgendomi la mano.

<<Io sono Maddison.>> Le stringo la mano con un sorriso.

<<Non vorrei sembrare invadente, ma ti andrebbe di andare a mangiare qualcosa? Sto morendo di fame e non ho nessun amico con cui parlare...>> Mormora dondolandosi sui talloni in modo tenero.

<<Certmente, siamo in due.>> Acconsenso sistemandomi la coda.

<<Allora Maddison, parlami un po' di te. Le tue passioni, come mai qui a Los Angeles...>> Mi domanda addentando il suo toast.

<<Ti sembrerà assurdo e noioso, ma non ho passioni...>> Confesso abbassando sguardo. Mi sento così monotona.

<<Nessun problema, hai trovato un fiume in piena di passioni. Canto, ballo, disegno, natura... Te le farò vivere tutte, non temere. A partire da questa sera. Karaoke e poi discoteca, ci stai?>> Propone muovendo le sopracciglia in modo comico.

Titubante sorrido per cercare un modo carino per rifiutare.

<<Ci divertiremo un mondo, te lo giuro.>> Mi porge un migliono, per fare una promessa. Sorrido al gesto quasi infantile ma dolce.

<<Ci sto amica. Questa sera.>> Acconsento. Ho bisogno di un po'di svago, considerando che a breve inizierà la scuola.

<<Tu hai la macchina?>> Mi domanda alzandosi.
Scuoto la testa in segno di negazione.

<<Nessun problema, tieni il mio numero, mandami l'indirizzo dove posso passare a prenderti. Mi raccomando, alle dieci e mezza devi essere pronta.>> Ordina prendendo una penna da una cameriera, che la insulta, facendomi scoppiare a ridere.
Mi scrive il suo numero sulla mano e riconsegna la penna alla proprietaria.

Tra tutte le ragazze di Los Angels, credo di aver conosciuto la più pazza.

Dopo aver finito il mio caffe, decido di rimettermi a camminare per tornare a casa.
Questa volta però con più calma, non vorrei trovarmi a vomitare per strada.

<<Maddison! Maddi aspetta!>> Urla qualcuno a pochi metri da me.

No. Stephen no, non posso vederlo.

<<Guardami.>> Mi ordina facendomi voltare nella sua direzione.

<<Lasciami in pace.>> Sibilo.

La sua mano grande si posa sul mio braccio, accaldato e sudato.

<<Voglio spiegarti. Non sono un mostro, te lo giuro.>> Mi supplica.

I suoi occhi fissi sui miei sembrano così sinceri da farmi tenerezza.
Mi sento in colpa ad accusarlo così, ma qualunque fossero state le sue ragioni, non giustificano le sue azioni.

OCEANO NEI SUOI OCCHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora