51 Fascino da allodola

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Sono finalmente al centro di recupero dove si trova mio padre, dopo giorni che volevo andare, ma che, per un motivo o per un altro, non sono mai riuscita a venire. 
Ho raccontato a mio padre la situazione tra me e Stephen. E' l'unica persona che conosco in grado di darmi consigli sinceri, senza curarsi di poter ferire me o Stephen. Mitch non ha cura di nessuno.
Non sono scesa troppo nei dettagli, ho detto che ha avuto molte ex, delle quali non mi ha mai voluto realmente parlare, e la maggior parte erano solo un modo per rimpiazzare Violet, il suo grande amore.
Ho parlato a Mitch di lei, descrivendola come un vampiro assetato di tutto ciò che può prendere. Lei non vuole qualcosa in particolare, vuole qualsiasi cosa in grado di colmare il suo bisogno eterno di attenzioni e ammirazione.

<<Lo ami?>> Mi domanda stendendosi comodamente sul suo lettino, che cigola ad ogni spostamento del corpo. 

<<Più di ogni altra cosa.>> Confesso io.

Resta in silenzio e si porta una mano dietro alla nuca, mentre con l'altra si posa una sigaretta sulle labbra. Gliela accendo con il mio accendino e dopo un breve silenzio, riprende parola.

<<Stronzate. Lascialo e vivi la tua vita. L'amore non esiste.>> Sbuffa gettando fuori una boccata di fumo.

<<Solo perché tu non sei in grado di amare non significa che l'amore non esista. Anche io ero finita per non crederci, ma lui me l'ha mostrato.>> Esclamo in difesa del mio amore che non voglio rinnegare.

Lo sguardo torbido e l'espressione offesa di Mitch mi danno una certa soddisfazione. 

<<Allora perché sei qui a chiedere consigli? Se lo ami davvero amalo e non lasciarti condizionare da nient'altro.>> Le parole di un alcolizzato, una volta privato della sua stessa ragione di vita, possono raggiungere un qualche profondo significato da decifrare.

<<Perché non è così facile amare Stephen. Lui nasconde così tanti segreti. La sua mente è un labirinto nel quale nessuno è mai realmente entrato.>> Spiego rubandogli la sigaretta dalle mani.

<<Non deve essere facile. Non è un esperimento Mary, è amore. Stephen è una persona come tutti noi. Nemmeno tu sei facile, nemmeno io. Ma se ami qualcuno sei disposto a tutto per convincere l'altra persona ad aprirsi con te.>> Si schiarisce la voce alzandosi a sedere.

Non voglio credere che ancora, dopo diciotto anni, sbaglia il mio nome.
È risucito a rovinare l'unico discorso che abbia mai fatto degno di essere ascoltato.

<<La vera intimità non è il sesso, è la fiducia. Mettere la propria anima nelle mani di qualcuno a cui scegli di affidarti.>> Mi accarezza la testa e si alza, a fatica. 

Credo che l'astinenza stia iniziando a distruggerlo, ma è un male necessario.
Osservo mio padre abbandonarmi per raggiungere alcuni suoi nuovi amici ad una tavolata dove stanno giocando a carte. Lo guardo e ripenso alle sue parole. La saggezza non è mai stata il suo pezzo forte, ma questa volta mi ha sorpresa.
Non devo obbligare Stephen a dirmi tutto ciò che riguarda il suo passato, o non gli permetterò mai di sentirsi al sicuro e accettato. Devo metterlo nella condizione in cui è disposto ad affidarmi la sua anima.

Esco dal centro per dirigermi verso l'ufficio di Stephen. Voglio scusarmi senza ripartire da capo. Questa volta voglio cominciare dagli errori per imparare da essi.

<<Maddison, giusto?>> Mi domanda la segretaria vedendomi arrivare.

Annuisco in imbarazzo. Stephen mi ha raccontato che dal giorno in cui lo abbiamo fatto nel suo ufficio lei non lo guarda più negli occhi.
Vorrei sottrarmi e nascondere la testa sotto alla sabbia, anzi, al catrame, così non tornerei più a galla.

OCEANO NEI SUOI OCCHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora