44 Noi ci annienteremo

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Sentiamo il campanello suonare, così ci catapultiamo all'entrata.

<<Dev'essere lui.>> Tyler si avvicina alla porta, ma lo fermo.

<<Aspetta. A me non farà del male.>> Mormoro cercando di superarlo, ma lui mi afferra prontamente il braccio.

<<Non hai ancora capito niente di me Maddison.>> Commenta aprendo la porta a Stephen.

La sagoma del ragazzo si innalza fronte a noi.
Resto immobile ad osservarlo.
Le spalle large sono contratte, credo stia cercando di tenere a bada la rabbia.
I capelli bagnati gli ricadono sulla fronte, mentre gli occhi chiari saettano tra me e Tyler.

<<Vieni Maddison.>> Dice con autorità.

Io non oppongo resistenza e mi avvicino a lui senza ribattere. Non voglio rischiare di rovinare tutto, non più di quanto abbia già fatto.

<<Stephen guardami.>> Ordina Tyler afferrandomi il polso.
Sa che così Stephen non potrà fare a meno che fiondarsi su di lui.

Stephen avanza di un passo, ma lo fermo posando una mano sul suo petto.
Avverto il suo cuore battere sotto al mio tocco e una scarica di brividi mi avvolgono la pelle candida.
Lui si ferma, ma guarda la mia mano con disprezzo, così la ritraggo subito.
Nei suoi occhi traspare delusione, che è peggio anche dell'odio.
Quando una persona rimane delusa perde semplicemente l'interesse verso chi l'ha ingannata.
Quando invece odiamo qualcuno, gli diamo un'importanza equiparabile all'importanza che ha qualcuno che invece amiamo.

<<Stephen lei ti ama. Non mandare tutto a puttane.>> Lo mette in guardia Tyler, incrociando le braccia al petto.

Il suo comportamento da onnipotente che conosce tutto e tutti mi fa imbestialire. Lui non sa niente.

<<Tu restale lontano e non sarò costretto a farlo.>> Sibila il ragazzo dagli occhi celesti, scrutandolo con uno sgaurdo ostile e terrificante.

Mi incammino lungo il vialetto della casa di Tyler per arrivare alla BMW nera parcheggiata qui di fronte.
Saliamo in macchina senza proferire parola.
Noto che Stephen però non mette in moto l'auto. Probabilmente vuole delle spiegazioni e ne ha tutto il diritto.

<<Mi dispiace, dico davvero. Sei tutto per me, ti amo di più ad ogni respiro.>> Mi volto verso di lui, cercando di incrociare il suo sguardo, sperando di non vedere più la delusione di prima.
Non riuscirei a sopportarlo.

<<Non posso arrabbiarmi. Questa mattina ti ho trattata così male... Ora non dovresti nemmeno essere qui.>> Boccheggia posandosi allo schienale con un'aria mortificata.

Mi mordo il labbro, accarezzandogli i capelli lisci.
Dev'essere appena uscito dalla doccia.
Profuma di muschio bianco e i capelli sono umidi.

<<Ho sbagliato e ti chiedo scusa.>> Affermo.

<<Ora parlami di quella mattina...>> Sussurro abbassando lo sguardo sulle nocche arrossate.

<<Stavo accompagnando Josh al locale per vedere Jessica e ho visto uno degli uomini che quella sera avevano provato a toccarti. Non so nemmeno i loro nome.>> Confessa senza incrociare il mio sguardo.

Voleva solo difendermi.

<<Ti ringrazio Stephen, ma non ho bisogno di un gladiatore da combattimento. Io voglio Stephen, quello vero.
Quello che lascia il passato al suo posto e che va alla ricerca del futuro.>> Mormoro prendendogli il volto tra le mani.

<<Quante volte ci siamo trovati a litigare per poi perdonarci, solo perché nessuno dei due sopporta l'idea di vivere senza l'altro?>> Domanda con lo sguardo fisso di fronte a sè.

Il mio cuore inizia a battere più velocemente. Ho paura che voglia chiuderla nostra storia.

<<Un centinaio forse. È perchè ci amiamo Stephen.>> Esclamo io sperando che la pensi come me.

Si volta nella mia direzione.

<<Questo non è amore. È malattia.>> Mi corregge monocorde. Sembra perso quanto me.

<<L'amore è malattia.>> Esordisco posando le mani sulle sue guance per ricevere la sua completa attenzione.

Lui non mi respinge, al contrario, mi guarda fisso negli occhi.

<<Cosa potrebbe essere altrimenti? Non è sano sentirsi completi solo se accanto a noi c'è un'altra persona. Eppure questo è l'amore. Completezza.>> Mormoro sperando di convincerlo.

Noto nei suoi occhi accendersi qualcosa.
Il suo sguardo sembra illuminarsi di nuovo come la prima volta che l'ho visto.

<<Non sarò io a distruggerti. Mi sbagliavo. Noi ci annieteremo un po' per volta.>> Mormora accarezzandomi i capelli arruffati.

So per certo di non esser nelle condizioni migliori, ma non ha importanza. Ciò che conta è non perdere il mio amore impossibile.

<<A me va bene Stephen.>> Sussurro osservando le sue perfette labbra carnose.

<<Anche a me Maddi. Mi va dannatamente bene.>> Conclude baciandomi.

Le nostra labbra si sfiorano dolcemente, senza lasciare spazio al rancore o alla passione. Solo amore e un filo di paura.
Nessuno di noi sa quanto passerà prima di distruggerci definitivamente.

<<Voglio tornare a casa ora...>> Sussurro accarezzandogli la spalla.

Esaudisce il mio desiderio e mette in moto l'auto.
Guardo ale mie spalle la casa di Tyler farsi sempre poi lontana e provo un certo senso di nostalgia.

<<Ti fanno male i punti?>> Mi domanda Stephen aiutandomi a togliermi la giacca.

Annuisco con una smorfia di dolore causato da un movimento brusco.

<<Vieni qui.>> Esclama prendendomi in braccio per portarmi in camera da letto.

Mi fa stendere sul comodo materasso che profuma di lui.

<<Oggi resto qui, a badare a te, piccola peste inferma.>> Mi prende in giro gettandosi accanto a me.

<<Non sono in fin di vita.>> Gli ricordo alzando gli occhi al cielo.

Lui rimane in silenzio e la sua espressione si fa seria.

<<Ho avuto paura di perderti Maddison.>> Confessa estendendosi a pancia in su, con le mani dietro alla testa.

<<Ho sentito come una fitta al petto e poi il corpo ha iniziato a smettere dei rispondere alla mente.
Ero completamente vuoto e perso.>> Confessa assumendo un'espressione pensierosa.

<<Ci teniamo in vita a vicenda Stephen...>> Mormoro io accarezzandogli il petto.

Posa una mano sulla mia e mi guarda negli occhi.
Leggo il conforto che trova in me, il panico e l'amore che ancora non riesce a comprendere.

Spazio d'autrice:
Possiamo confermare che il loro e un epico amore malato.

OCEANO NEI SUOI OCCHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora