34 Arroganza e dopobarba

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Finalmente posso stendermi sopra ad un comodo letto senza la voce stridula di Scarlett attorno.
Non ci credo che Stephen non si sia realmente presentato al locale ieri sera. Non ci voglio credere.

<<Coraggio Maddison, cerca di dormire. Tra sei ore dovrai svegliarti per andare a scuola.>> Mi ricorda Jessica indossando il suo pigiama a scacchi.

Sapevo che andare a scuola e a lavorare contemporaneamente sarebbe stata una pessima idea. Non so per quanto resisterò.

<<Dovrai ospitarmi qui ancora per qualche giorno, ti prego.>> La supplico facendole gli occhi dolci.

So che non sa resistergli.

<<Va bene Maddi, ma non è scappando che risolverai la questione.>> Mi punzecchia spegnendo la luce.

Mi sdraio accanto a lei, sotto alle calde coperte.
So che ha ragione, ma non ho le forze di litigare con lui. Non di nuovo per lei, per Scarlett.
Mi ha chiesto di andare a vivere con lui e poi ha fatto di tutto per convincermi a restare lì per conoscere sua sorella e adesso? Mi molla come spazzatura.
Non sono la sua valletta, deve iniziare a capire che non può continuare a vivere nel bilico.
-
<<Sveglia dormigliona, sono le sette e mezza.>> Sveglio Jessica scuotendole la spalla destra.

Apre gli occhi di scatto.

<<Cristo, che paura Maddison!>> urla portandosi le mani sul petto.

Mi alzo per vestirmi, è ora di prendere le mie decisioni ed accettarne le conseguenze.

<<Dove stai andando?>> Mi domanda Jessica guardandomi attonita.

<<Devo cercare un altro lavoro, solo con lo stipendio del bar non posso pagarmi l'affitto. Lascio la scuola!>> La informo lavandomi in fretta i denti.

Lei mi si affianca, cercando di calmarmi.

<<Stai prendendo delle decisioni affrettate. Siediti e parliamone.>> Mi propone indicandomi le sedie in cucina.

Scuoto la testa sistemando le mie cose nella borsa.

<<No. Vestiti, devi farmi da autista.>> Ordino lasciandole le chiavi della sua auto.

Jessica alza gli occhi al cielo, ma io la ignoro porgendole dei suoi vestiti. Non posso perdere tempo.
Ho programmato la giornata.
Ora vado a casa di Stephen, prendo i moduli per lasciare la scuola e li porto in segreteria, dopodiché mi iscriverò a una fottuta scuola guida e mi cercherò un maledetto lavoro.
Nel giro di qualche settimana potrò finalmente riprendermi l'appartamento della nonna, come le avevo promesso.
So che non approverebbe il mio comportamento, probabilmente aggrotterebbe le sopracciglia scuotendo la testa. Così dimostrava il suo dissenso.

<<Andiamo, coraggio. Facciamo questa stronzata.>> Sbotta Jessica frustata mente mangia dei biscotti.

Le sorrido dandole un bacio sulle labbra.

<<Andiamo sorella!>> Esulto euforica.

<<Sali con me, ti prego non voglio dovermi trattenere più del dovuto.>> Supplico Jessica giungendo le mani in segno di preghiera.

<<Sono le otto del mattino, saranno ancora a letto Maddison!>> Mi ricorda lei indicando l'orologio da polso che indossa.

Lei non conosce Stephen. Quel ragazzo si sveglierebbe anche alle quattro del mattino per il suo allenamento quotidiano.
Strattono per un polso Jessica fino all'appartamento di Stephen.
È tutto troppo silenzioso, forse aveva ragione Jessica.
Guardo la mia amica portandomi l'indice alle labbra, in segno di fare silenzio, e mi avvio alla camera da letto.
Dalle finestre entra una tenua luce, chiara abbastanza da farmi vedere la terribile scena.
Scarlett e Stephen dormono insieme sul letto che era diventato anche mio, o almeno che Stephen mi aveva fatto credere fosse diventato anche mio.

OCEANO NEI SUOI OCCHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora