57 Padre e figlia

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Esco dalla piscina di Tyler ricoperta di brividi.
Fa ancora troppo freddo per fare il bagno a mezzanotte.
Mi siedo comodamente sopra ad uno degli sdrai rivestiti da un soffice telo simile ad un materassino.

<<Sei debole Maddison!>> Mi rimprovera Jessica al sesto bicchiere di vino.

Qualcuno dovrebbe tenerla lontana dall'alcol per il resto della serata.
Le mostro il dito medio e mi avvolgo in un caldo asciugamano nella speranza di asciugarmi in fretta.
Mi accendo una sigaretta pregando che la piccola fiamma possa donarmi un briciolo di calore.
Guardo Stephen starsene beatamente circondato dalle amiche di Jessica e medito per evitare di scagliare su di loro dieci maledizioni.
Stanno solo cercando di fare conoscenza per passare una serata tranquilla.
I miei respiri profondi e calmi vengono interrotti dal mio cellulare, ma è un numero sconosciuto.

-Sono io, devi aiutarmi Maddison.- La voce maschile dall'altro campo del telefono sembra lontana e tremolante.

-Papà?- Domando io cercando di concentrarmi solo sul rumore proveniente dal mio cellulare.

Dove si trova? E se fosse ferito?

-Non ho un posto dove andare.- Borbotta lui.

Non mi stupisce che mi abbia chiamata solo per un favore. È questa la sua idea di famiglia.
Riceve favori senza dare nulla in cambio.

<<Che succede?>> Mi domanda Tyler raggiungendomi con due calici di vino rosso nelle mani.

<<Lo stronzo di mio padre è lì fuori da qualche parte.>> Bofonchio scolandomi il liquido amaro ma dal retrogusto dolciastro.

Tyler possiede degli ottimi vini.

-Guarda che ti sento-

<<Fallo venire qui, è pur sempre tuo padre. Qui almeno lo possiamo tenere sott'occhio.>> Propone Tyler posando una mano sul mio ginocchio nudo e ancora umido a causa dell'acqua della piscina.

Ci penso qualche istante. Non vorrei costringere Tyler a prenderei carico dei miei problemi, tantomeno nel giorno speciale di Jessica, ma il mio istinto da figlia mi implora di non lasciarlo lì fuori alla deriva. Potrei essere ancora in tempo per salvarlo da una ricaduta nelle droghe.

<<Coraggio, fatti dire dov'è. Lo andiamo a prendere.>> Esordisce Tyler tastandosi le tasche dei pantaloni alla ricerca di qualcosa.

<<Hai bevuto, non puoi guidare.>> Gli ricordo io.

<<Sarà un piccolo segreto, prega che non ci scoprano.>> Mi sussurra lui facendomi un occhiolino.

Gli sorrido riconoscente e mi faccio dare le indicazioni da mio padre.

<<Stephen!>> Chiamo l'attenzione del ragazzo, impegnato a farsi studiare dagli occhi attenti delle ragazze.

So che somiglia molto ad un dio greco, ma ricoperto decine e decine di disegni neri, ma non è visitabile.
La mostra è privata, riservata solo a me.

<<Che succede?>> Domanda lui.

Con un gesto rapido e mostrando un'innata facilità posa le mani sul bordo piscina e si solleva.
I suoi muscoli si contraggono evidenziando i tatuaggi simmetrici delle spalle e della schiena.
Fammi tua Stephen.

<<Io e Tyler andiamo a prendere mio padre. Ti prego non giudicarmi e non dirmi che non dovrei farlo. Ti amo e se scopro che ci hai provato con qualcuna di loro ti annego.>>

Sorrido in modo sadico e poso un bacio svelto sulle sue labbra.
Scappo senza lasciargli in tempo di ribattere e mi avvio verso l'interno della casa di Tyler.
Entro nel bagno al piano terra per togliermi l'intimo bagnato e indossare i vestiti asciutti e puliti.

OCEANO NEI SUOI OCCHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora