Un profumo dolce di pancake appena fatti mi regala il buongiorno.
Osservo l'ora dallo schermo del mio cellulare. Sono le otto e mezza.
Mi stropiccio gli occhi e scendo dal letto.
Voglio correre da Stephen per urlargli contro che non può sparire nel nulla.
Non può lasciarmi così.<<Era difficile mandarmi un messaggio?>> Domando incrociando le braccia al petto.
Osservo la schiena muscolosa di Stephen, i tatuaggi traspaiono dal tessuto bianco della maglia.
Appena avverte la mia voce si gira nella mia direzione.<<Mi dispiace Maddison. Ero arrabbiato con te e allo stesso tempo ero preoccupato per Scarlett.>> Mi spiega spegnendo i fornelli.
Rimango immobile, posata con la spalla allo stipite della porta.
Non ribatto e mi limito a osservarlo.
Ha uno sguardo strano. Mi nasconde qualcosa.
I suoi occhi tentennano quando mi guardano. Si sente tremendamente in colpa.<<Avrei dovuto darti ascolto comunque.>> Esordisco ammettendo le mie colpe.
Volevo solo infastidirlo e comportarmi da ragazzina. Ho ricevuto ciò che meritavo. Sapevo che Arthur non era un vero uomo.
Stephen aggrotta la fronte alzando le sopracciglia.
<<Arthur.>> Spiego avvicinandomi a lui.
Mi basterebbero cinque secondi tra le sue braccia per scordare quella sensazione di inferiorità e debolezza che mi ha tormentata tutta la notte.
<<Che cosa ha fatto?>> Domanda Stephen prendendomi il mento con la mano.
Non voglio dirgli che mi ha minacciata mettendo in mezzo lui. Sono certa che lo ucciderebbe.
Mi limito a scuotere la testa e posare la testa sul suo petto mentre gli cingo la vita con le braccia.<<Scarlett sta bene?>> Domando cercando di sviare il discorso.
<<Si sta meglio>> Esclama sciogliendosi dall'abbraccio.
<<Ti ho fatto i pancake.>> Cambia discorso mostrandomi la colazione.
<<Cosa devi farti perdonare?>> Domando io appoggiandomi al tavolo con le mani.
<<Niente. Volevo solo prepararti la colazione.>> Esordisce dandomi un bacio svelto sulla punta del naso.
Vengo distratta da delle voci provenienti dal corridoio.
Alzo la testa e come una saetta schizzo fuori dall'appartamento.
Il proprietario sta mostrando l'appartamento di Emery a una coppia, entrambi sulla quarantina d'anni.<<Maddison, che fai?>> Sbotta Stephen guardando le mie gambe nude.
<<È mio quel appartamento. Tra pochi giorni avrò il mio stipendio e potrò permettermi l'affitto.>> Sbotto avvicinandomi alla porta in legno dell'appartamento.
Poso la mano sulla maniglia fredda e degli strani brividi mi percorrono la schiena.
Mi torna alla mente la risata di mia nonna. Il suo profumo dolce.
Ma i ricordi felici sono annebbiati da quelli tristi. Posso vedere il sangue di mio padre scorrermi tra le dita.<<Stephen...>> Lo chiamo immobile.
Lui si avvicina a me e mi abbraccia, facendomi allontanare.
<<Va tutto bene Maddi.>> mi tranquillizza baciandomi la fronte.
L'ultimo ricordo che ho lì dentro è il corpo di mio padre immerso nel sangue e quella pazza che tenta di uccidermi.
Il proprietario del palazzo esce insieme ai possibili acquirenti.
<<Posso pagare l'affitto. Rivoglio l'appartamento.>> Esordisco guardando l'uomo dritto negli occhi.
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OCEANO NEI SUOI OCCHI
RomanceLa storia di un amore proibito, passionale e travolgente. Due anime simili in lotta contro loro stesse. Due menti che si attraggono. Due corpi che si appartengono. Questa è la storia tra l'affascinante e temerario ventisettenne Stephen e la coraggi...