40 L'artefice del mio dolore

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<<Mi dispiace tanto Maddi.>>

Le labbra di Stephen si posano sul mio collo, dandomi il buongiorno di cui avevo bisogno.
Sorrido senza aprire gli occhi.

<<Dimmi che l'hai dimenticata.>> Sussurro.

<<Non è più nessuno per me.>> Risponde accarezzandomi in fianco seminudo.

Rabbrividisco al suo tocco leggero e sapiente.

<<È la risposta che mi aspettavo.>> Sbotto alzandomi.
Se mi ha risposto così vuol dire che ci stava pensando.

Gli do' le spalle e indosso i primi vestiti che trovo.
Esco in terrazzo per fumarmi una sigaretta e liberarmi dello stress mattutino.
Due forti braccia mi cingono in vita ed io sospiro di sollievo.
Odio ammetterlo, ma il suo corpo saprà sembre come far rilassare i miei muscoli.
Sa come per eccitare la mia mente.

<<Maddison, ti prego.>> Sussurra facendomi voltare.

<<Io amo te. Amerò per sempre te. Tu sei stata l'angelo tormentato in grado di riempire i miei vuoti. Sei riuscita a farmi respirare ancora e ciò non potrà mai cambiare.>> Mi rassicura accarezzandomi le guance.

<<Violet è stata il falso amore malato in un periodo fragile. Lei mi ha portato ad odiare la vita. Tu mi stai dando un motivo per mettere a tacere quella voce che ancora risiede in me.>> Mi osserva lasciandomi entrare nella sua anima.

Mi sta mostrando la verità, la sua mente, e ciò mi basta.

<<Siamo anime gemelle, ricordi?>> Domando mordendomi il labbro mentre giocherello con i suoi capelli.

Arriccio il naso quando lui fa scontrare il suo con il mio, per poi stringere le braccia attorno alla mia vita, sollevandomi da terra.
Ridiamo come bambini quando sbatte il baccio contro la parete per rientrare in casa.

<<Non prenderti gioco di me, ragazzina.>> Mi minaccia con tono serio.

<<Altrimenti?>> Domando io stendendomi sul letto, fingendo di non essere interessata.

Mi prende per le caviglie, trascinandomi sopra al materasso, fino ad arrivare con il viso sotto al suo.

<<Non avresti dovuto sfidarmi.>> Esordisce iniziando a baciarmi il collo sfilandomi la maglia.

Questa più che una penitenza mi sembra un regalo.

D'un tratto interrompe i baci per farmi il solletico.

<<No n-no basta non respiro!>> Urlo senza fiato.

Lui smette lasciandomi qualche secondo di ripresa.

<<Mi sfiderai ancora?>> Domamda prendendomi il mento tra l'indice e il pollice.

Scuoto la testa lentamente, senza distogliere lo sguardo dalle sue labbra.

<<Sono le otto, facciamo tardi a lavoro.>> Sussurro appena il suo volto inizia ad avvicinarsi al mio.

<<Io sono il capo e tu puoi sempre licenziarti da quel posto per venire a lavorare da me.>> Esordisce iniziando a spogliarsi.

Lasciare il NewMoon per lavorare nell'azienda di Stephen?
Lo vedrai ogni giorno e il lavoro sarebbe sicuramente meno noioso, ma lavorare per il proprio fidanzato non è mai la scelta giusta.
Di certo lo stipendio sarebbe molto meglio, ma dovrei lasciare Jessica ed Abigal.

<<Non ci penso nemmeno.>> Esordisco salendo a cavalcioni su di lui.

Osservo il suo corpo perfetto sotto di me.
I muscoli si contraggono ad ogni suo minimo movimento, mentre intatusggi sembrano sussurrare di accarezzarli tutti.

OCEANO NEI SUOI OCCHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora