4 Non lasciarmi sola

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<<Stephen..>> Strillo in lacrime bussando sempre più forte alla porta del suo appartamento con una coperta attorno al corpo mentre singhiozzo e mi guardo le spalle.

<<Ma che cazzo?>> Biascica lui con la voce impastata dal sonno.

Ha quasi trent'anni e va a letto alle undici di sera? Serio?

<<Maddison stai bene? Che succede?>> Domanda preoccupato guardando dietro di me per capire che problema c'è.

<<Ti prego perdonami se ho detto che sei uno stronzo e tutto il resto, però ora non lasciarmi sola ti prego.
É scattata la corrente ed io ho paura del buio, poi ci sono gli spiriti lì! Ero sul divano e ho sentito qualcosa cadere dall'altra stanza!>> Urlo tremando. A breve le mie gambe sento che non riusciranno più a reggere il peso del mio corpo.

<<Sta' calma dai..>> Mormora abbracciandomi.

Ad un tratto mi accorgo che non ha la maglia, anzi, indossa solo i boxer.
Comincio ad avere caldo, fanculo il temporale, ho gli ormoni che mi trasudano da tutti i pori.

<<Avanti entra.>> Mi invita facendomi spazio.

Lo ringrazio ed entro, gettando la coperta sul divano.
Non appena richiude la porta sento una strana risatina.

<<Perché ridi?>> Domando scocciata.

<<Indossi solo le mutande sotto.>> Mi avvisa, poso lo sguardo sulle mie gambe nude e mi accorgo che ha ragione, così afferro di nuovo la coperta e mi copro.
Riesco a non fare la completa imbranata per dieci secondi?

<<Faceva caldo. Non guardare tu!>> Sbotto imbarazzata.

<<Mi piace il tatuaggio che hai sulla coscia, posso vederlo?>> Domanda avvicinandosi.

<<No.>> Borbotto fulminandolo con lo sguardo.

<<D'accordo. Quanti tatuaggi hai te?>> Mi domanda poi interessato.

<<Quello della coscia, sul fianco, sulla schiena... Tre>> Mormoro pensando ad alta voce.

<<Oh.. dai posso vederli? É solo curiosità tranquilla.>> Mi rassicura facendomi notare la sua passione per i tatuaggi.

<<D'accordo...>> Alzo gli occhi al cielo.

<<Questo sulla coscia é il musetto del mio primo cane, poi sul fianco ho la scritta "Sii l'arte che tutti nascondono" e sulla schiena ho una piccola luna.>> Dico indicandogli tutti i tatuaggi.

<<Belli..>> Biascica senza distogliere lo sguardo dalla mia pelle.

<<Non ti interessavano davvero, volevi solo vedermi mezza nuda.>> Affermo sedendomi sul divano.

<<Forse... più o meno.>> Farfuglia stendendosi accanto a me.

<<Posso dormire qui? Ho paura di tornare di lá da sola, ho anche scoperto che mia nonna si é trasferita da quel Paul.>> Alzo le spalle e lo guardo negli occhi. Mi sento una completa idiota. Ma lui me lo deve.

<<Certo, però io sono stanco perciò vado a letto, notte.>> Mi posa un bacio sulla fronte e si alza.

<<Io dove dormo?>> Chiedo prima che esca dal salotto.

<<Qui o sul letto, la stanza degli ospiti e fuori uso per dei lavori, però ti avviso che dal mio amato letto non mi alzo.>> Mi punta giocosamente un dito contro.

<<D'accordo, resto qui. Notte.>> Gli sorrido e mi stendo.

Non c'è nulla da fare, la corrente non c'é e devo stare al buio con solo la luce di emergenza accesa.
In più quel maledetto temporale non ha intenzione di smettere.
Osservo la sua casa meravigliata.
La struttura é identica alla mia, solo che é tenuta di lusso.
L'arredamento é moderno, bianca con delle pareti in mattone. La cucina é molto ordinata, in più ha un sacco i candele profumate.
Io che credevo fossero solo degli aggeggi inutili, questo tizio é fissato.
Ce ne sono all'incirca tre o quattro per stanza.
Mentre faccio la mia passeggiata turistica nel suo appartamento tenendomi la coperta come un mantello, l'unica luce a mia disposizione si spegne e vado in tilt.
A tastoni provo ad indovinare dov'è la camera di Stephen mentre respiro affannosamente dalla paura.

<<Ehi.. stai tranquilla.>> Sussurra uscendo dalla stanza per venirmi incontro e mi abbraccia.

Mi fa sedere sul letto e accende delle candele per fare un po' di luce.

<<Stai bene?>> Preoccupato mi posa una mano sulla fronte.

<<Sì, è solo che ho una paura micidiale del buio..>> Dico in imbarazzo. Mi sento una bambina di cinque anni, se non tre.

<<Ci sono io dai. Non aver paura.>> Mi abbraccia e mi aiuta a stendermi accanto a lui.

<<Va tutto bene, ci sono io qui..>> Ripete abbassando la voce, emettendo quasi un sussurro.

La sua pelle accaldata al contatto con la mia mi fa rabbrividire, le gambe mi tremano e il cuore minaccia di uscirmi dal petto.
Questo sconosciuto mi fa un'effetto nuovo, sono follemente attratta da lui. Il mio corpo è attratto da lui.

<<Grazie Stephen, scusa se ti sto disturbando..>> Biascico accarezzandogli la spalla.

<<Sei sempre la benvenuta.>> Mi posa un bacio sulla fronte e con un braccio mi cinge la vita.
La notte sembra metterlo di buon umore.

-

<<Buongiorno dormigliona..>> Qualcuno mi sveglia aprendo le finestre.

<<No la luce no. Potrei sciogliermi...>> Mi lamento infilando la testa sotto al cuscino.

<<Ma che ore sono..>> Piagnucolo io.

<<É mezzogiorno.>> La voce di Stephen rimbomba nella stanza e mi toglie le coperte.

Aspetta Stephen? Che ci fa lui in camera mia?
Mi alzo immediatamente. Oh merda. Che ci faccio in in camera di Stephen piuttosto, e in mutande?

Vedendomi confusa mi tranquillizza.

<<Ieri c'era il temporale ed é scattata la corrente così sei venuta qua.>>Annuisco ancora più confusa.

Oddio é vero, io ora abito da sola.

<<Ma é tardi non potevi svegliarmi prima?>> Domando grattandomi la nuca.

<<Scusa se ti ho dato ospitalità questa notte e mi sono detto, "si vede che avrà bisogno di dormire, meglio se la lascio stare".>> Mi prende in giro lui incrociando le braccia al petto.

Perché é sempre così bello? Anche quando incolla solo pantaloncini in cotone e una stuoida canottiera?

<<Giusto. Grazie mille per sta sera scusa per il disturbo, non succederà più promesso.>> Mormoro con una risata nervosa.

<<Tranquilla, non c'è nessun problema.>> Mi tranquilla comprensivo.

Mi alzo dal letto avviandomi verso la cucina.

<<Ah, Maddison hai programmi per oggi?>> Domanda Stephen appoggiandosi alla porta.

<<Mi stai chiedendo di uscire mentre sono in mutande?>> Rido aprendo la porta del mio appartamento.

<<Già..>> Mormora imbarazzato.

<<Non guardarmi il sedere!>> Sbotto girandomi di colpo.

<<Scusa é l'istinto maschile.>> Si difende alzando le mani al cielo.

<<Sí certo, come no.>> Sbuffo posandomi una mano sul fianco.

<<Non mi hai risposto.>> Mi canzona lui.

<<No, non ho programmi per oggi.>>

<<Allora tra mezz'ora farti trovare pronta che andiamo a pranzo fuori, poi ti mostro un po' Los Angeles.>> Mi fa l'occhiolino e richiude la porta, senza aspettare una mia risposta.

Tanto avrei accettato comunque.

OCEANO NEI SUOI OCCHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora