37 Tu eri lì

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Resto seduta nell'ufficio di Stephen aspettando che finisca la sua riunione, mentre una sua segretaria mi medica il piccolo taglio.

<<Ti ringrazio.>> Mormoro sorridendo debolmente alla donna, che ricambia uscendo dall'ufficio.

La osservo camminare. È una donna sulla quarantina, con i capelli a caschetto scuri e gli occhiali piuttosto grandi. Indossa dei tacchi non troppo alti, una lunga gonna e una camicia a fiori blu.
Mi guardo attorno, in attesta che Stephen torni da me.
Dopo avermi accompagnata qui è subito tornato alla riunione.
Non mi aspettavo che interrompesse tutto per me, infondo sto bene, ma poteva lasciarmi riaccompagnare a casa da Tyler. Almeno ora non sarei qui sola, circondata da carte e liquori.
Mi aspettavo che la vita del capo fosse agevolata, ma non in questo modo.
Stephen possiede un'ufficio enorme, con una grande libreria dove tiene decine e decine di fascicoli e alcune bottiglie di liquori pregiati, con un piccolo divanetto nero ed una scrivania in legno che dà le spalle ad un'enorme finestra.
Mi accomodo su una delle due sedie disposte di fronte alla scrivania. Non voglio ficcanasare tra le sue cose di lavoro, nonostante la noia mi stia uccidendo.
Come diavolo farò a ripagarli? Non ho tutti quei soldi e di certo mi ci vorranno più di tre stipendi.

<<Scusami se ti ho fatto aspettare, dovevo consegnare delle relazioni... Ma non ha importanza. Come ti senti?>> Domanda rientrando con il fiatone.

Mi alzo per guardarlo negli occhi mentre lui si avvicina a me.
Mi posa una mano sul fianco e con una mi alza il mento per guardarmi la piccola ferita sul collo.
La lama affilata mi ha provocato un piccolo taglio superficiale.

<<Sto bene Stephen. Tu eri lì, tu ci sei sempre.>> Avvicino le labbra alle sue mentre gli circondo la vita con le braccia per stringerlo forte a me.

<<Ci sarò sempre per te.>> Mormora lui sulle mie labbra.

<<Vuoi andare a fare una passeggiata?>> Mi domanda prendendo la sua giacca.

Certo che lo voglio. Negli ultimi giorni ci siamo distaccati tanto. Mi mancano le sue carezze, i baci distratti e le battutine maschiliste e sessiste.
Mi manca lo Stephen che ho conosciuto all'inizio.

<<Che ne dici di tornare a casa?>> Propongo io mordendomi il labbro.

Mi si avvicina con uno sguardo perverso, a cosa starà pensando?

<<E perché vuoi tornare a casa?>> Mi domanda sistemandomi una ciocca dietro all'orecchio.

Resto in silenzio quando le sue labbra si posano sul mio collo, a qualche centimetro dalla mia clavicola.
La mie gambe potrebbero cedere da un momento all'altro.
Poso le mani sulla scrivania e Stephen mi afferra per la vita con un braccio solo per sollevarmi da terra.
Con l'altro libera il legno scuro dalle cartacce per farmici sedere sopra. È tutto così eccitante qui. Stephen indossa i suoi abiti eleganti che lo fanno sembrare un temerario uomo d'affari, mentre il suo ghigno compiaciuto mostra la parte di sé più irrazionale e istintiva. Si lascia andare all'eccitazione sfilandomi in fretta il maglioncino bianco, che cade ai nostri piedi.

Qualcuno potrebbe arrivare a momenti e bussare alla sua porta, ma ciò non basta a frenare la voglia che ho di lui.

<<Cosa ci facevi con Tyler?>> Domanda nel momento in cui il suo sesso mi ha penetrata.

Non gli do' retta, godendomi il momento.
Attorciglio le dita sui suoi capelli, incarnando la schiena dal piacere.
Stephen sa toccarmi in un modo magico, fatato.
Il suo tocco è la chiave del mio peccato lussurioso.

Mi stendo sopra al legno duro e Stephen fa scivolare una mano sul mio petto, fino a spostarla sul mio collo.
Mentre i suoi movimenti accelerano il ritmo, le sue dita si posano delicate sulla mia pelle sensibile.
Chiudo gli occhi lasciandomi andare al piacere.

OCEANO NEI SUOI OCCHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora