32 Lydia Blake

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Mi risveglio baciata dal sole, stesa sul letto di Stephen che, da oggi, è anche il mio.
Mi rigiro sul comodo materasso per guardare il soffitto.
Questa ora è casa nostra, eppure non mi sento a mio agio. Non la sento mia.
Mi manca il profumo dell'appartamento della nonna, mi mancano gli arredamenti antiquati e le luci che non vanno. Mi manca tutto di casa mia.

<<A cosa stai pensando?>> Domanda Stephen con la voce impastata dal sonno.

Si stropiccia gli occhi alzandosi in piedi, mostrandomi tutta la sua figura possente e nuda.
Ieri sera ci siamo addormentati senza vestiti, eravamo troppo stanchi per rivestirci.

<<Rivoglio la mia casa.>> Esordisco sospirando.

Mi alzo a mia volta cercando dei vestiti per il turno di oggi a lavoro.
Afferro un paio di jeans scuri e la maglia rossa con incuso il nome del locale.

<<Non è il risveglio che speravo.>> Boccheggia lui allontanandosi verso la cucina.

Mi tappo la bocca con la mano. Sono una completa idiota, non volevo ferirlo.

<<No Stephen, mi dispiace moltissimo, non intendevo dire quello...>> Temporeggio raggiungendolo. Non voglio iniziare la convivenza con un litigio.

<<Cosa c'è che non va qui?>> Mi chiede mantenendo la calma.

Non so se sia così tranquillo perché sono solamente le otto di mattina e sta ancora dormendo nel suo fatato mondo dei sogni, o perché non è arrabbiato.

<<Niente. Assolutamente niente, davvero. Solo che non mi sento a mio agio...>> Cerco di spiegargli peggiorando la situazione.

Diamine Maddi, tappati la bocca.

<<Non ti senti a tuo agio con me?>> Domanda distogliendo l'attenzione da suo caffè, per rivolgerla completamente a me. Ora mi sento uno schifo.

<<No sto benissimo!>> Esclamo quasi urlando per cercare di sembrare più convincente possibile.

Io lo amo, ne sono certa.

<<Ma rivoglio l'appartamento di Emery, rivoglio il mio appartamento.>> Spiego sedendomi di fronte a lui.

Mi sorride alzandosi in piedi.

<<Vado a lavoro. Tu che turni hai oggi?>> Cambia immediatamente discorso posandomi un bacio sulla fronte.

Lo osservo mentre si avvia verso il bagno, per poi tornare più profumato.
Il suo profumo è così ipnotico. Sa di muschio e aromi legnosi. Sa da vero uomo.

<<Finisco alle tre.>> Esclamo abbracciandolo per salutarlo.

<<Giusto in tempo.>> Commenta lanciandomi un mazzo di chiavi.

Lo guardo storto inarcando un sopracciglio.

<<In tempo per cosa?>> Domando mentre lui aspetta l'ascensore.

<<Alle quattro arriva mia sorella da Chicago. Starà qui un paio di giorni!>> Esordisce.

Per quale motivo non me ne aveva parlato?
Chissà cosa penserà quando vedrà che viviamo insieme, non voglio darle un'impressione sbagliata.
Devo andare da Jessica. Resterò da lei per qualche giorno.
Non voglio che sua sorella mi veda come una ragazzina, o peggio, come Violet.
Mi domando se lei sappia della sua esistenza, ma da come Stephen parla di lei, mi sembrano piuttosto uniti.
Mi guardo attorno. Da quando Stephen mi ha conosciuta credo abbia perso il senso dell'ordine.
Mi metto immediatamente all'opera e inizio a pulire e sistemare l'appartamento con fare quasi nevrotico e maniacale.
Dev'essere tutto perfetto.
Posiziono le candele ad una distanza equivalente l'una dall'altra, così come per i cuscini.
Nella camera degli ospiti inizio a spolverare e disinfettare tutto ciò che ha una massa.
Voglio che mi creda una ragazza responsabile e fine, almeno fino a che non conoscerà la vera Maddison.
Quando arrivo a lavoro sono già sfinita.

OCEANO NEI SUOI OCCHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora