38 Piccolo angelo

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Esco dalla doccia massaggiandomi i capelli bagnati per raggiungere Stephen in cucina.
Lo osservo attentamente. È davanti ai fornelli e sembra davvero concentrato.
Guardo i suoi muscoli contrarsi sotto alla sua pelle decorata da miglia d'inchiostro nero. Sembra accorgersi della mia presenza solo qualche istante dopo.

<<Che succede?>> Mi domanda lanciandomi un'occhiata mentre prende una padella tra le mani, per grigliare le verdure.

<<Nulla. Semplicemente mi godo il panorama.>> Affermo baciandogli la schiena.

Mi immagino il suo sorriso sghembo mentre continua a cucinare qualcosa di succulento.

<<Allora signorina, che programmi ha per questa sera?>> Mi domanda poi girandosi per abbracciarmi a sua volta.

Posa le mani sul mio sedere, facendole scivolare lungo il leggero tessuto dei leggings.
Socchiudo gli occhi tamburellando l'indice sulla sua spalla.
Questa sera pensavo di vedermi con Jessica, è da un po' che non usciamo per parlare.

<<Volevo vedermi con Jessica. Vieni?>> Domando lanciandogli le labbra di sfuggita.

<<Cosa ci faccio da solo con voi due?>> Borbotta cingendomi con una mano in vita, mentre con l'altra continua a mescolare le verdure.

<<Invita anche Josh, Andreas e gli altri. Mi sembravano simpatici.>> Propongo rubando una verdura.

<<Parli anche di Tyler?>> Aumenta la pressione sul mio fianco e mi bacia il collo con le labbra morbide.

Sorrido e annuisco debolmente.

<<Invita chi vuoi, a Jessica non dispiacerà.>> Mormoro allontanandomi per preparare la tavola.

<<D'accordo, così vedrò di persona quanto il mio amico ci prova con la mia ragazza.>> Sentenzia infine portando il delizioso cibo in tavola.

Riempie il mio piatto e poi il suo.

Ceniamo in silenzio scambiandoci qualche occhiata veloce, seguita dalle risate date dall'imbarazzo.

<<Dove hai imparato a cucinare cosi bene?>> Domando bevendo un sorso d'acqua.

Lui sorride ripensando a qualcosa.

<<Te l'ho mai detto che non sono mai stato un bambino a cui piaceva socializzare?>> Domanda posandosi all schienale della sedia pulendosi la bocca con il tovagliolo.

Mi alzo in piedi e mi siedo sulle sue gambe, posando un braccio dietro al suo collo.

<<Non che io ricordi.>> Mento ripensando alle parole di sua sorella Lydia.

<<Passavo molto tempo con mia nonna. I miei lavoravano fino a tardi e per non lasciarmi interi pomeriggi da solo, mi portavano da lei.>> Spiega facendo trasparire un sentimento di nostalgia nella voce.

<<Lei mi ha insegnato a cucinare. Ricordo che amavo preparare torte da bambino.>> Esordisce circondandomi la vita con le braccia.
Con una mano mi accarezza la coscia.

<<Io amo i dolci.>> Mormoro alzando ripetutamente le sopracciglia in modo buffo e lui scoppia a ridere posando la fronte sul mio petto.

<<Ti manca, vero?>> Domando iniziando a ripensare a Emery.

I nonni sono una parte di noi che ci rimarrà per sempre.
Sono le persone che più ci dimostrano amore perché sanno di dover essere le prime a lasciarci.

Lui annuisce sospirando.

<<Avevo tredic'anni quando una malattia la portò via.>> Mi spiega giocherellando con una ciocca dei miei capelli.

OCEANO NEI SUOI OCCHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora