Solean passava sempre più tempo in compagnia della ragazza senza voce. Era ciò che di più simile aveva a Rozsalia, e grazie a lei il ricordo della sua partner rimaneva vivo, nella sua mente, come una fiamma che minacciasse di spegnersi, e lasciarlo al freddo, nell'assenza dei suoi ricordi.
Era riuscito a scoprire molte cose su di lei, facendogliele scrivere o semplicemente andando a tentoni, indovinando, tramite gesti.
Kozerog Jaliarin era una Djabel del Falco, ed era stata impegnata a Magastor la maggior parte del tempo, senza un partner. Aveva frequentato il centosessantacinquesimo corso all'Accademia della Guerra. Aveva un fratello più grande, di nome Leender. E aveva appena sedici anni, compiuti a dicembre. Era fin troppo giovane per trovarsi lì.
Solean sembrava essere l'unico in grado di comunicare con lei. La loro solitudine li portò ad avvicinarsi l'uno all'altra.
Jaliarin spiegò che la sua illusione era in grado di volare altissima e lontanissima. Spesso veniva usata al posto dei Paranx per riportare notizie sulla situazione degli Yksan agli alleati.
Tuttavia, pian piano, dovendo spingere il suo falco sempre più in là, man mano che gli Yksan avanzavano, era finita con il perderne il controllo, e lo sforzo le era costato uno sfregio, che dapprima le aveva fatto perdere i sensi, e poi, quando si era risvegliata, la voce.
Solean cercava di farle cambiare discorso, ogni volta che i loro colloqui vertevano sulla guerra, giustificandosi dicendo che era perché sarebbe rimasto sempre un tasto dolente, per tutti loro. La realtà era che una parte di lui stava ancora tenendo fede al piano dell'Imperatore, secondo il quale nessuno degli Yksan avrebbe dovuto ricordare i tempi in cui combatteva dall'altro lato del campo di battaglia. Sarebbe stato troppo rischioso.
Solean, però, aveva pensato che se anche Jaliarin fosse venuta a conoscenza della verità, non sarebbe stato un problema. Dopotutto, non avrebbe avuto nessuno a cui poterlo raccontare. Nessuno avrebbe ascoltato e tantomeno creduto alle parole di una ragazza senza voce.
Molte volte, però, era stata proprio Jaliarin a virare il discorso su argomenti più vicini alla guerra, come quando raccontava del suo falco. Gesticolando, e mentre Solean indovinava le parole ad una ad una, Jaliarin era riuscita a fargli capire che era grande, maestoso, e che gli aveva persino dato un nome, come Solean aveva fatto con le sue illusioni.
«Come si chiamava?» le chiese Solean, un giorno. Gli addestramenti erano finiti, e il cielo si stava tingendo di rosso e di arancione.
Erano seduti sulla collina, accanto al portale spento. Nessuno degli Yksan sembrava sapere o ricordare che fosse quello che conduceva a Keja. Il vento primaverile scuoteva l'erba alta, sulla quale i due giovani erano sdraiati, fianco a fianco.
Osservare le nuvole sembrava essere rimasta l'attività privilegiata di Jaliarin, nonostante ora avesse accettato che il suo falco sarebbe tornato solo se lei stessa avesse trovato la forza e la capacità di richiamarlo a sé.
Jaliarin si tirò a sedere, e la sua risposta alla domanda fu data dal suo dito indice, che puntò in direzione di Solean, arrivando a un palmo dalla sua faccia.
«Naso?» tentò di indovinare Solean, in parte scherzando.
Jaliarin assunse un'espressione imbronciata, e il giovane uomo ridacchiò. Era identica all'espressione offesa che mostrava Rozsalia, quando lui diceva le parole sbagliate, e lei fingeva di avercela con lui. Forse era appena accaduta la stessa cosa.
Jaliarin fece allora cenno a qualcosa che si trovava dietro la figura di Solean, gesticolando come a volerlo scavalcare.
Solean voltò la testa in quella direzione. Dietro di lui c'era solo quel prato sconfinato. Il verde dell'erba. Il rosso del tramonto.
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Ember
Science Fiction[Fantascientifico/Distopico] 🏆VINCITRICE WATTYS 2021🏆 Serie "Ember" - Libro 1 Ember è il nuovo nome che l'umanità ha assegnato a se stessa, dopo la Grande Catastrofe, ed è stata sua la scelta di sottomettersi all'Alto Imperatore, un essere onnisci...