1 maggio 1579
Quella sera, le due sorelle si erano date appuntamento nei giardini olografici. Al cambio di ogni mese, gli ologrammi venivano riprogrammati, sostituendo i vecchi fiori con le immagini di nuovi, che sempre sbocciavano rigogliosi.
Alcune piante, però, rimanevano. Ad esempio, gli alberi di quercia e d'acero, le cui foglie erano ancora verdi, non erano mai stati sostituiti. Soltanto il colore delle foglie cambiava, e poi, d'inverno, esse cadevano, in un ordine prestabilito, seguendo sempre le stesse traiettorie, gli stessi movimenti. Ma gli studenti non vi badavano.
Proprio sotto quegli alberi si trovava la panchina sulla quale le due sorelle erano sedute. Di fronte a loro vi era il laghetto, ai margini del quale sbocciavano gli iris viola.
Oltre il laghetto vi era un'altra panchina, sotto un arco su cui si arrampicava un glicine, circondata da tulipani gialli, arancioni e rossi.
A destra, presso il chiosco, i petali della grande magnolia stavano già cominciando a cadere, uno a uno, formando un tappeto roseo nei dintorni. Sul chiosco stava risalendo il vilucchio, che a giugno sarebbe stato sostituito dal gelsomino.
Alla loro sinistra, le ortensie erano state sostituite dalle peonie, e gli oleandri dalle rose.
Alcuni lampioni e lampioncini costeggiavano il sentiero principale, e la loro luce filtrava dai rami della magnolia per giungere fino a loro. Nel chiosco vi erano altre lampade, attorno alle quali svolazzavano insetti e falene. Anch'essi dovevano essere finti, poiché non erano fastidiosi, e il loro comportamento naturale era abbastanza automatico da riuscire a essere copiato da un programma senza alcuna difficoltà.
L'aria della sera era fresca, e trasportava il profumo dei fiori – anch'esso falso, sintetico, illusorio.
Tuttavia, aleggiava una sorta di pace, in quell'aria, e tutto attorno a loro era tranquillo, dalle chiome degli alberi all'acqua del laghetto, che rifletteva i colori porpora e indaco del cielo artificiale sopra di loro.
In contrasto con tanta quiete era però l'umore di Rozsalia.
Stava seduta composta, come se si trovasse a lezione, di fronte a tutta la classe, e non accanto alla sorella maggiore. La sua rigidità, la sua freddezza, erano fini a far sentire Loura in colpa, così come lo erano le sue parole. «Perché non mi hai detto nulla?»
Loura non diede nemmeno segno di averla sentita, continuando a guardare fisso il laghetto, nel punto in cui le foglie del salice piangente sfioravano la superficie dell'acqua.
«Eri in possesso di quel libro da prima che Solean venisse portato via dai Raksos» continuò Rozsalia. «Avresti potuto evitarlo. Avresti potuto fare qualcosa per lui.»
«Non si può fare niente per lui» rispose Loura, fredda, ancora senza guardarla.
Rozsalia rimase senza parole. Perché parlava di Solean come di un caso irrecuperabile?
«Il destino è già stato scritto. Ed è il migliore dei destini possibili, per tutta la dimensione di Zena. L'Imperatore lo sa.»
«Non m'importa di Zena» ribatté Rozsalia. «Mi importa di lui. E anche questo l'Imperatore lo sa. Questo lo sai anche tu.»
«Non è così semplice, Rozsa» disse Loura, finalmente voltandosi a guardare la sorella minore negli occhi, due cristalli celesti, scintillanti, e sempre impauriti.
«Tu non sai che cosa ha dovuto passare» sibilò Rozsalia, abbassando il tono di voce. «Tu non hai idea di quali fantasmi accompagneranno Solean per il resto dei suoi giorni. Tu non sai che cosa si è costretto a fare, per fuggire da quella casa. Per tornare da me.» Scosse la testa, incapace di credere. «Se lo sapessi, non parleresti così.»
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Ember
Science Fiction[Fantascientifico/Distopico] 🏆VINCITRICE WATTYS 2021🏆 Serie "Ember" - Libro 1 Ember è il nuovo nome che l'umanità ha assegnato a se stessa, dopo la Grande Catastrofe, ed è stata sua la scelta di sottomettersi all'Alto Imperatore, un essere onnisci...