Capitolo Sei

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11 aprile 1579

«Trovato qualcosa?»

I passi di Rozsalia riecheggiavano per la biblioteca, mentre la giovane saliva quasi saltellando le scale che costeggiavano il muro. Le due sorelle si trovavano all'ultimo piano della biblioteca. Loura era seduta a uno dei tavoli della sezione V, dove si trovavano la maggior parte dei volumi straripanti di dati anagrafici relativi agli studenti passati dell'Accademia, delle loro valutazioni, dei loro successi sul campo e delle loro famiglie.

Scuoteva la testa, mentre leggeva, incapace di trovare la concentrazione, consapevole che non avrebbe trovato nulla di ciò che stava cercando. A che cosa serviva, tutta quella carta impolverata, quando la mente dell'Alto Imperatore era un serbatoio ben più capiente, e i dati da lui raccolti molto più numerosi, dettagliati, e veritieri?

Quando Rozsalia la raggiunse, Loura sobbalzò, chiudendo di scatto il libro che stava leggendo. Si era persa, per troppo tempo, nei racconti delle imprese compiute dalla famiglia Endris nei decenni passati.

«Abbassa la voce» sussurrò, portandosi un dito davanti alle labbra. L'indice della mano sinistra. La mano la cui pelle, corrugata anzitempo a causa delle bruciature, ancora rendeva Rozsalia inquieta.

La giovane cercò di distrarsi e di guardare altrove, mentre i suoi occhi erano come attratti dal lato sinistro del viso della sorella. Ma Rozsalia sapeva che Loura non amava affatto sentirsi osservata, non importava da chi. Abbassò lo sguardo, scusandosi per il suo tono di voce.

Questo parve rasserenare Loura. Il suo sguardo si fece più dolce. «Non c'è nulla sulla famiglia Raksos, nei registri dell'Accademia della Guerra» cominciò a dire.

Rozsalia era sorpresa, e non tentava di nasconderlo. Posò entrambe le mani sul tavolo, facendo attenzione a non picchiarle troppo forte per non causare rumore. «Ma l'abilità di Solean, i Lupi,» ragionò ad alta voce, «di certo è un dono che ha ereditato dalla sua famiglia. Non ci sono altri Djabel del Lupo, nei registri?» si agitò, ma Loura sapeva essere paziente con lei.

«Stai calma, Rozsa» disse, con la voce più tranquilla che si fosse mai udita. «E impara a lasciarmi finire di parlare, prima di assillarmi con le tue preoccupazioni» la richiamò, ottenendo un altro sguardo apologetico. «Non hai motivo di stare così in pena.»

Loura sorrise, e si alzò in piedi, camminando in direzione del muro, seguendo gli scaffali della sezione V. «Nessuno dei Raksos è mai stato iscritto all'Accademia della Guerra, è vero, così ho pensato bene di controllare nei registri dell'Accademia delle Scienze» prese una cartelletta alquanto pesante, di colore rosso scuro, e la porse alla sorella minore. «E guarda qui che ho trovato.»

Rozsalia camminò fino a tornare al tavolo che le due si erano lasciate alle spalle, e mosse appena una sedia, per poi accomodarsi. Loura si sedette di fronte a lei, riprendendo tra le mani il libro che conteneva le informazioni sulla famiglia Endris, ma senza aprirlo. Si sistemò soltanto gli occhiali sul naso, in attesa di poter riprendere la lettura.

«Sono tutti dei Megert» osservò la giovane, sfogliando le pagine, e leggendo i nomi. Alcuni rami del gigantesco albero genealogico si perdevano nel vuoto, altri si intrecciavano con i nomi più o meno prestigiosi di altre famiglie di guerrieri. Tutti erano guerrieri, a Neza.

«Ma non sono Djabel» si sorprese Rozsalia. «O, almeno, non vi sono accenni a nessuna abilità particolare. Come è possibile?»

«I casi sono due» spiegò Loura. «O Solean è davvero il primo Djabel della sua famiglia, avendo ereditato l'abilità di creare l'illusione dei lupi da chissà quale incrocio genetico di cui ancora non ho trovato conferme, oppure...» la sua voce si affievolì, e il silenzio si colmò di preoccupazione.

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