Loura era ancora in biblioteca, ma quando vide Kerol sbucare dal vano delle scale, si risparmiò la messinscena, e non si finse stupita di vederla. Sapeva fin troppo bene che cosa l'avesse portata lì a quell'ora.
Kerol, dal canto suo, non si chiese nemmeno che cosa Loura ci facesse all'ultimo piano della biblioteca, senza che ci fosse nessuno. Se uno studente avesse avuto bisogno d'aiuto, si sarebbe dovuto rivolgere a chi di turno, alla scrivania al pianterreno. Se Loura si trovava al quarto piano, e stava leggendo un romanzo, significava che sapeva che quella notte non sarebbe arrivato nessuno.
Nessuno, tranne lei. In altre parole, Loura la stava aspettando.
Kerol sospirò. Ciò che era venuta a fare non aveva nulla a che vedere con Loura. Si avvicinò alla sezione V, e si mise alla ricerca di un qualche buco, tra un libro e l'altro, nel quale infilare almeno uno dei quattro pesanti volumi. Tuttavia, la luce proveniente dalle scale era troppo fioca, e l'unica altra fonte di luce era una lampada che si trovava sul tavolo al quale Loura era seduta. E, come se non bastasse, l'ombra della giovane donna veniva proiettata proprio sulla sezione V, impedendo a Kerol di leggere qualsiasi titolo o nome di un autore che potesse indicarle in che ordine riporre i libri.
Kerol non perse tempo a cercare una luce, e si rivolse a Loura. «Puoi dirmi dove mettere questi?» domandò, facendo cenno ai libri nelle sue mani.
La sua era un'umile richiesta d'aiuto. Ma, per Kerol, diventava anche umiliante.
«Il secondo da sinistra» rispose Loura, vaga, senza staccare gli occhi dalla sua lettura.
Kerol cercò di seguire le indicazioni. Ma ogni scaffale aveva sei ripiani, e lei non aveva abbastanza luce, né abbastanza tempo, né abbastanza voglia per farli passare uno per uno.
«Non riesco a trovarlo» fu costretta ad ammettere. «Potresti darmi una mano?» domandò, mordendosi il labro. Odiava chiedere aiuto.
Loura sbuffò, come se si trattasse di una piccola Rozsalia che le chiedeva di giocare con le bambole mentre lei era immersa nello studio.
«Sei già diventata cieca?» sbottò, alzandosi in piedi e rivolgendosi a Kerol. Quella alzò un sopracciglio, senza capire.
«Quello lì in basso.» Fece un vago cenno, imprecisa, e l'altra cercò di seguire la linea del suo braccio, ma ancora non capì. «Non dovrebbe essere difficile arrivarci, per te» aggiunse a bassa voce, mentre Kerol aveva preso a riporre i volumi a caso, riluttante e offesa. «Almeno fisicamente—»
«Adesso basta.» Kerol lasciò cadere l'ultimo dei quattro volumi, che raggiunse il pavimento con un tonfo. La guardò dritta negli occhi, le sopracciglia aggrottate, la ferita nell'orgoglio aperta e dolorosa.
Loura sembrava stare facendo di tutto per sminuirla. Kerol non era pratica della biblioteca, né intendeva diventarlo. Non vi aveva mai lavorato, nemmeno dopo scuola.
Voleva semplicemente aiutare Loura, forse un poco anche per fare ammenda del comportamento che aveva sempre avuto nei suoi confronti. Forse perché stava iniziando ad accettare anche i sentimenti che Larenc aveva per lei.
Loura era importante per Larenc, quindi non avrebbe dovuto odiarla. Non costituiva una minaccia, né un ostacolo. Il rapporto tra di loro avrebbe potuto maturare forse in una sorta di affetto. Loro tre avrebbero potuto avvicinarsi, diventare più uniti, cercare di sentirsi meno soli in seguito all'addio di Solean e di Rozsalia.
Avrebbero potuto, pensò Kerol. Se solo...
«Smettila di trattarmi come se fossi inferiore a te, solo perché sono nata a Noomadel.» Kerol parlò chiaro. «Perché so che è questo, il motivo. Tu mi consideri ancora una Yksan.»
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Ember
Science Fiction[Fantascientifico/Distopico] 🏆VINCITRICE WATTYS 2021🏆 Serie "Ember" - Libro 1 Ember è il nuovo nome che l'umanità ha assegnato a se stessa, dopo la Grande Catastrofe, ed è stata sua la scelta di sottomettersi all'Alto Imperatore, un essere onnisci...