Capitolo Venticinque

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Anche dopo un giorno intero passato in biblioteca, setacciando ogni sezione, Loura, Rozsalia e Solean non erano riusciti a trovare nessuna informazione sulla dinastia Imperiale. Né sull'Imperatore stesso.

«Nemmeno sul libro del destino c'è scritto qualcosa a riguardo» sbuffò Loura, chiudendo il pesante tomo e facendolo scivolare verso il centro del tavolo.

I tre erano riuniti all'ultimo piano della biblioteca, nella sezione X, l'ultima. Le avevano controllate tutte quante. Otto sezioni ciascuno, nessuna esclusa. E non era servito a nulla.

Si ritrovavano ora seduti attorno a un tavolo all'ultimo piano della biblioteca, mentre la maggiore delle sorelle Netis sfogliava il libro del destino. «Né ci sono indicazioni su dove troveremo questo tipo di informazioni, il che mi fa pensare che saremo condannati a restare per sempre nella nostra ignoranza.»

Solean si alzò dal tavolo, scuotendo la testa, e raggiungendo la finestra.

Il cielo era di un eccezionale azzurro, con solo alcune nuvole che fluttuavano e contornavano il sole, alto a mezzogiorno. I suoi raggi illuminavano l'ultimo piano della biblioteca dell'Accademia con una luce calda, e in essi si potevano contare i granelli di polvere, scintillanti come l'oro.

«Ci sarà pure qualcosa a riguardo» si ostinò. Nelle ultime ore, aveva ripetuto quelle parole una ventina di volte, borbottando sottovoce o rassicurando Rozsalia che il loro tempo non stava andando sprecato.

Le due sorelle gli riservarono sguardi sconsolati e scettici.

«Voglio dire, l'Imperatore è uno dei più grandi vanti di Zena, non è così?» Si voltò verso Rozsalia, appoggiandosi al parapetto presso la vetrata con la schiena.

Rozsalia non rispose, persa nei suoi pensieri. Si alzò dal tavolo, prendendo a camminarvi attorno. La sua espressione era lievemente imbronciata, ma non a causa dell'irritazione – stava ragionando. «C'è qualcosa che non mi ha mai convinto, riguardo all'Imperatore.»

«Che cosa intendi?» chiese la sorella, alzandosi e costringendo Rozsalia a fermarsi sui suoi passi, interrompendo il suo snervante girotondo.

«La sua esperienza» rispose lei. Poi si voltò verso Solean, che stava ancora appoggiato al parapetto, a braccia conserte, e annuiva. «L'Imperatore ha l'aspetto di un uomo alquanto giovane. Non sembra che abbia più di una trentina d'anni, tant'è che quando noi due l'abbiamo incontrato, abbiamo presunto che si trattasse di uno studente.» Si voltò verso Loura.

La sorella annuì, sistemandosi poi gli occhiali sul naso. Ormai aveva capito dove volesse arrivare.

«Loura, tu devi sapere» intuì Rozsalia. «Come può l'Imperatore conoscere così tante cose? Come può essere abbastanza intelligente da capire quanto ogni battito delle sue ciglia cambierà il destino di ciascuno di noi, e quindi comportarsi di conseguenza? E come possiamo essere sicuri, come suoi sudditi, che il suo obiettivo sia davvero il benessere di Zena, e non i suoi scopi personali?»

«Tutto ciò che l'Imperatore ha rivelato di sé è che è stato posto a capo di Zena, senza specificare da chi, come, o quando,» prese a spiegare Loura, leggendo da una delle prime pagine del libro del destino, «e di essere l'unico a possedere le capacità necessarie per guidare l'Impero, poiché è l'unico essere con un serbatoio mnemonico abbastanza capiente da poter contenere tutta la conoscenza umana, e molto di più, a quanto sembra.»

Solean e Rozsalia si avvicinarono di nuovo al tavolo, il primo sbirciando le prossime righe che Loura avrebbe letto, l'altra stando a distanza di sicurezza da quell'oggetto diabolico.

«Inoltre ci fa capire che il suo scopo è di accrescere le sue conoscenze sempre più, in modo da eliminare ogni dubbio dalle sue previsioni e vedere ancora più chiaramente il futuro per le generazioni a venire

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