Capitolo Ventotto

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4 maggio 1579

«Netis Loura.» Il saluto dell'Alto Imperatore riecheggiò per l'ampia sala del trono.

Loura non era mai stata al Palazzo di Neza. Avanzava a passi piccoli e incerti, cercando di distogliere lo sguardo dal pavimento in vetro. Scoprì di soffrire tremendamente di vertigini.

«Che cosa ti porta qui?» chiese l'Imperatore, per cortesia. Non certo per curiosità. Sapeva già ogni cosa.

Sapeva che Loura sarebbe venuta da prima che lo scoprisse lei stessa, leggendolo proprio sul libro del destino. Non solo lo sapeva. Lo aveva deciso. L'aveva obbligata.

Kerol aveva ragione, quando lo chiamava un mostro, pensò Loura. «Lo sapete bene» cominciò infatti a dire. «Si tratta di Solean.»

«Certo, Solean.» L'Imperatore annuì, chiudendo gli occhi per un momento, come a racimolare i pensieri.

Non vi erano Halosat o altre guardie nella sala del trono. Loura era innocua, e l'Imperatore non voleva testimoni. Le imponenti colonne di ossidiana sembravano avere occhi per scrutarli. Loura era quasi certa di sentire un riverbero, o un leggero ronzio, che proveniva da ciascuna di esse. Ma non fece in tempo a chiedersi cosa fosse quel suono.

«La divergenza dal suo primo destino» continuò. «La strada che intervenendo l'ho costretto a percorrere è la migliore, tra tutte le aspre vie per le quali avrebbe potuto camminare. Se conoscessi le altre, anche tu stessa sceglieresti questo.»

«Ma io conosco solo una storia» disse Loura. «Io conosco soltanto il libro del destino.»

«Il libro del destino non è una storia, Loura» la corresse l'Imperatore. «Ve ne sono infinite, scritte tra quelle pagine, una sopra l'altra. Tuttavia, per ovvie ragioni, solo una si realizzerà.»

«E Voi sapete già quale sia, suppongo.»

L'Imperatore annuì di nuovo. «Tutto questo è stato predeterminato nel momento in cui io vidi me stesso compiere il mio primo intervento nel futuro degli Ember. Anzi, si potrebbe dire che tutto ciò che è accaduto era da sempre destinato ad accadere, poiché il futuro che io vedo e prevedo non è altro che l'ultimo futuro possibile a essere stato sovrascritto dall'unico futuro possibile.»

Loura rimase confusa dalla sua scelta di parole. Non era sicura di aver capito.

Ma l'Imperatore sapeva anche questo. Perciò, spiegò con un esempio. «Immagina di leggere nel libro del destino che domani farai tardi a lezione. Quale sarebbe la tua reazione?»

«Rassegnazione» rispose Loura. «So che qualunque mia azione non cambierà il futuro che è già stato scritto.» Ci ho già provato, non disse. Ma lo sapevano entrambi.

«Bene. Ora immagina che anziché essere un libro stampato, quello che hai tra le mani fosse uno schermo che ti mostra il tuo futuro, o una sfera di cristallo, in cui l'immagine può cambiare, in base alle tue azioni.»

Loura aggrottò le sopracciglia. «Potrebbe farlo?»

«Lo puoi immaginare.»

Loura annuì. «Allora cercherei di fare qualcosa. Cercherei di arrivare in orario, magari imposterei una sveglia per evitare di fare tardi.»

«Cambieresti il futuro» riformulò l'Imperatore. «E allora, se guardassi questa sfera di cristallo dopo aver impostato quella sveglia, che futuro vedresti?»

«Quello in cui arrivo in orario a lezione.»

«Esatto.»

Ora era chiaro. Loura annuì.

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